«Ok a Rimigliano se resta un parco» Salvatore Settis confida nella svolta anti-cemento della giunta Biagi

Il professor Salvatore Settis interviene sulla questione Rimigliano. Parla della tenuta – che ha potuto visitare – e del progetto ad essa relativo, e si esprime a proposito del Piano strutturale di San Vincenzo. Che pensa del progetto sulla tenuta di Rimigliano? «Ho avuto modo di visitare la tenuta – dice Settis – luogo di assoluta bellezza ed importanza, con il sindaco Biagi, l’architetto Giommoni e Martina Pietrelli».

Prosegue: «Sono stato informato sul progetto e sulle sue idee-guida. Devo dire che rispetto agli irresponsabili progetti di invasione cementizia in cui troppo a lungo si è colpevolmente indugiato, si sono fatti molti progressi. L’idea, che condivido, è di rilanciare l’intera tenuta come un parco naturalistico – da visitarsi secondo le modalità previste per tali parchi – conservando al massimo l’ambiente naturale e rilanciando le attività agricole, in modo che natura ed attività produttive si trovino integrate. L’idea-base sarebbe quella di recuperare ad uso abitativo tutte le volumetrie abitative presenti nelle unità poderali. Anche su questo sono d’accordo, purché i fabbricati esistenti siano conservati al massimo e non troppo frazionati».

E le volumetrie già usate per fini agricoli?

«A mio avviso, dovrebbero essere in parte adibite allo stesso uso: è indispensabile se si vogliono rilanciare le attività agricole del luogo. In parte potrebbero anche essere trasformate ad uso abitativo, ma sul luogo stesso dove sono e non altrove».

Cosa si dovrebbe evitare di fare, secondo lei?

«Va evitato con grande cura di aggiungere ulteriori, anche minimi, consumi di suolo per impianti solo in apparenza marginali, come parcheggi, campi da tennis, piscine, che ridurrebbero e privatizzerebbero la superficie del parco. C’è poi il progetto di un albergo di 6mila mq, che ho appreso recentemente dalla stampa. 6mila mq è molto meno di quanto si prevedeva alcuni anni fa, ma sempre troppo per Rimigliano: su questo punto non posso essere in alcun modo d’accordo».

Cosa pensa del Piano strutturale di San Vincenzo?

«È stato fatto un gran lavoro di raccolta dati. Tra questi, uno è impressionante: le seconde case a S. Vincenzo sono 4500 su un totale di 7800 abitazioni. Credo però che vi sia una nuova consapevolezza della necessità di arginare il consumo di suolo, che negli ultimi decenni qui ha raggiunto punte intollerabili. Il problema è se queste buone intenzioni sapranno tradursi non solo in un Piano strutturale di realizzazione lenta e graduale, ma in norme immediatamente prescrittive. Arginare il consumo di suolo non è un principio astratto, ma un’impellente necessità, mi verrebbe da dire di “legittima difesa” dei cittadini e del territorio, da attuare non domani, ma qui ed ora».

Qual è la sua fiducia nell’amministrazione Biagi?

«Ho fiducia nella correttezza dell’amministrazione Biagi, ma troppe volte, in Italia, si è assistito al teatrino di piani di lungo periodo di grande qualità, mentre nell’immediato si continuano a perpetrare infamie contro territorio, paesaggio e ambiente. I piani di lungo periodo fanno spesso da foglia di fico. A S. Vincenzo, spero proprio che non sia così. Qui il consumo medio di suolo è di 6,6 ettari l’anno, con un drammatico picco dal 2000 ad oggi, dovuto solo in parte alla cementificazione della spiaggia pubblica per creare un cosiddetto “porto turistico” che ritengo un gravissimo errore. Spero che il Piano strutturale, ma anche le immediate e necessarie misure di contenimento del consumo di suolo, segnino una netta inversione di tendenza. Ce n’è assolutamente bisogno».

San Vincenzo si adeguerà al nuovo corso della Regione?

«In Toscana, grazie al presidente Rossi e all’assessore Marson, stiamo finalmente assistendo ad una rinascita del senso civico e del predominio del bene comune nella gestione del territorio e dei paesaggi. La Toscana ha dato al mondo tante lezioni di civiltà nel passato, e forse anche oggi saprà dare il la al paese su un fronte, quello della difesa del paesaggio, in cui si sono avuti troppi cedimenti in passato. In questa nuova fase, anche San Vincenzo, spero, dovrà saper fare la sua parte».

Il Tirreno 15.9.2010

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