Appello del Comitato Giù le mani da Baratti per la tutela del Podere Casone

LE ISTITUZIONI INTERVENGANO PER LA TUTELA DEL CASONE

Da una breve ricerca cartografica risulta che l’edificio del Casone era già esistente nel 1821, data di redazione delle mappe del catasto leopoldino (vedere figura sotto). Circa due secoli fa esso era l’unico fabbricato di un certo rilievo lungo la costa del golfo di Baratti, situato a poca distanza dalla chiesetta di San Cerbone, a qualche decina di metri dalla Fonte di San Cerbone e in prossimità di una foce che potrebbe farci pensare all’antico porto. Ancora oggi il Casone si presenta come una rara architettura rurale in riva al mare, una delle poche rimaste nell’intera Maremma. Oltre ad insistere su un’area archeologica di straordinario valore e in parte ancora da scoprire, esso rappresenta dunque un elevato valore storico e paesaggistico.

Per questo invitiamo tutte le istituzioni di tutela, in primo luogo la Soprintendenza ai beni storici e ambientali di Pisa e quella archeologica di Firenze, a vigilare per impedire la trasformazione del Casone e scongiurare il pericolo di destinazioni d’uso improprie rispetto alla vocazione storica di questo immobile. Come sappiamo, il piano particolareggiato proposto dal Comune di Piombino prevede la trasformazione del Casone in un albergo di lusso, il che ovviamente sarebbe impossibile senza una forte alterazione dei caratteri tipologici ed architettonici del complesso, con inevitabili danni culturali e paesaggistici. Prima di fare piani o progetti sono necessarie ricerche più approfondite che accertino le funzioni e le caratteristiche storiche del Casone e dell’area su cui è ubicato.

Comitato “Giù le mani da Baratti”

12.11.2010

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