Piano del paesaggio, l’ultimo verdetto: protesta dei cavatori

Piano del paesaggio, l’ultimo verdetto: protesta dei cavatori

Scontro frontale tra i cavatori del marmo e la maggioranza del consiglio regionale sul piano paesaggistico. Mentre il parlamentino toscano prepara il via libera definitivo all’ultima versione uscita dalla mediazione con il ministro Franceschini, una protesta di oltre 200 lavoratori delle imprese delle Alpi Apuane ha invaso tutta la strada sotto Palazzo Panciatichi bloccando il traffico urbano. Il voto finale in Consiglio regionale è slittato a venerdì.

La Manifestazione
Ci sono i cavatori della Henraux spa del presidente del lapideo per Confindustria Toscana Paolo Carli. Ci sono i lavoratori della Savema Spa: Fabrizio Palla fa parte del consiglio di amministrazione. Non mancano gli autotrasportatori e i piccoli cavatori. C’è un grande manifesto che dice: “Salviamo cave, imprese e lavoratori”. Tutti gridano “Lavoro! Lavoro!”. I cavatori contestano la versione del Pit uscita dal ministero dei Beni culturali e rivogliono il piano del paesaggio sostenuto dai consiglieri Pellegrinotti e Venturi del Pd che dava più garanzie – dicono – dal punto di vista economico ed occupazionale. “Possibile che ci si debba accanire su imprese del marmo che occupano il 4% di tutto il parco della Apuane?”, domanda l’addetta alle pubbliche relazione dei cavatori Rosi Fontana.

I punti di contestazione
Il geologo Nicola Landucci mette in fila i punti controversi del Pit. Primo. “Il piano paesaggistico uscito da Roma afferma: niente più cave sopra i 1200 metri se non per recupero ambientale e chiusura a breve. Ma il codice dei beni culturali non mette paletti. Chiede solo iter più rigidi con un’autorizzazione della commissione comunale per il paesaggio e il parere della Sovrintendenza”. Secondo. “Noi siamo d’accordo con i piani attuativi di bacino delle Apuane. Ma non va bene che il controllo dei piani sia solo della Regione”. Terzo. “Abbiamo accettato che nella fase transitoria – continua Landucci – si possa estrarre in tre anni il 30% del materiale messo in conto rispetto all’autorizzazione precedente. Ma a nostro avviso questo provvedimento deve valere anche per le autorizzazioni che non scadono”. Insiste Luigi Carli, autotrasportatore da 30 anni: “Non capiamo nemmeno perché non si possa più scavare nei circhi glaciali. Tutto dipende da che tipo di materiale si estrae”.

La Henraux SPA
Il presidente del settore lapideo di Confindustria Toscana Paolo Carli attacca: “Abbiamo lavorato a lungo con il presidente della Regione Enrico Rossi per un documento del piano del paesaggio equilibrato. Ma l’emendamento Mibact complica le cose soprattutto per il versante versiliese e le cave che si trovano sopra i 1200 metri di quota. La mia azienda ha 120 dipendenti. Ma vedo che siamo rimasti inascoltati. Siamo pronti con i nostri avvocati a fare le cause legali per smontare questo piano iniquo”.

I consiglieri regionali in strada
I consiglieri regionali di Fratelli d’Italia – tra cui Giovanni Donzelli e Paolo Marcheschi – sono scesi in strada per riferire ai manifestanti dei lavori in corso. Hanno assicurato che appena il consiglio regionale avrà approvato il piano del paesaggio torneranno dai cavatori per riferire come è andata a finire.

Samuele Bartolini – Il Tirreno 25.3.2015

Foto: Corriere Fiorentino

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