Baratti: valorizzazione o scempio? (Corriere Fiorentino)

Albergo di lusso di fronte alla necropoli etrusca e concessione di un tratto di spiaggia ai privati. I cittadini dicono no al piano del Comune di Piombino. A metà febbraio l’esito del percorso partecipato

Quest’anno il golfo di Baratti non ha smesso di far parlare di sé con la fine del periodo estivo. Il motivo è da ricercarsi nel Piano Particolareggiato redatto nell’agosto scorso, con cui il Comune di Piombino intende intervenire sull’area. Un’iniziativa che in Val di Cornia ha scatenato un dissenso fortissimo: in pochi mesi il gruppo costituitosi su Facebook «Giù le mani da Baratti» ha raccolto oltre 3mila adesioni e le sale scelte per ospitare le assemblee pubbliche dell’omonimo comitato sono sempre risultate troppo piccole per l’alto numero di partecipanti. Tra i quali, di volta in volta, non figuravano solo cittadini della zona: l’apprensione ha contagiato comuni avventori estivi del golfo, ma anche personalità come Leonardo Rombai (presidente di Italia Nostra Firenze) e l’archeologo Franco Cambi, docente presso l’Università di Siena. Segno che Baratti è ben lungi dal rappresentare unicamente una questione locale; segno che l’appellativo di “Valle dei Templi toscana” non è solo frutto di campanilismo.

Il Piano Particolareggiato del Comune parla di “protezione dei valori ambientali e paesaggistici”, di “salvaguardia” e di “valorizzazione”. Ma i cittadini non si fidano. “Sono parole dietro le quali in questi anni è passata la devastazione del territorio di gran parte del nostro paese”, recita il documento di analisi e proposta del comitato. Il punto su cui si concentra il dissenso è la trasformazione del podere Il Casone, situato tra la necropoli etrusca e la spiaggia, in un albergo esclusivo, per il quale il piano del Comune esclude qualsiasi incremento volumetrico e interventi che possano alterare il disegno originario degli edifici. Ma sono in pochi a credere che per una struttura ricettiva di lusso non si richieda, magari in corso d’opera, la realizzazione di apposite vie d’accesso, parcheggi e magari una piscina. Per non parlare di un tratto di spiaggia riservato. L’arenile del golfo, d’altronde, che al momento è quasi interamente pubblico, già dalla prossima stagione prevede l’utilizzo esclusivo della sua estremità occidentale da parte dei clienti di Poggio all’Agnello, enorme albergo da 900 posti letto fresco di realizzazione, situato a poche centinaia di metri dal golfo. L’esclusione di questi due punti dal percorso partecipato effettuato dal Comune di Piombino nel mese di dicembre non ha fatto altro che aumentare lo scetticismo dei detrattori del piano, i quali temono che l’apertura dell’Amministrazione (peraltro sempre assente alle assemblee indette dal Comitato) altro non sia che “una foglia di fico” per far digerire ai cittadini scelte calate dall’alto.

Ciò nonostante i partecipanti al percorso hanno ribadito la posizione della comunità su quelle che vengono viste come le due questioni cardine del Piano. Avanzando anche controproposte fattive, come interventi di manutenzione ordinaria e iniziative anti-erosione della spiaggia. E il coinvolgimento attivo delle istituzioni di tutela del Ministero dei Beni culturali e delle Soprintendenze, onde evitare ingerenze da parte dei privati su un area patrimonio della collettività e continuare a puntare sulla vocazione archeologica del territorio. La prima risposta arriverà il 16 febbraio prossimo, data fissata per l’assemblea di “restituzione”, in cui il Comune renderà note le sue decisioni in merito a quanto emerso dagli incontri pubblici.

Alessandra Bartali
02 febbraio 2011

Tratto da corrierefiorentino.it

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