Nuovi archeologi per villa e mosaico a Vignale Riotorto

Nuovi archeologi per villa e mosaico a Vignale Riotorto

Autorizzazione allo scavo appena arrivata da ministero (e Soprintendenza). Sui social “Uomini e cose a Vignale: archeologia pubblica condivisa sostenibile” – cioè gli archeologi dell’Università di Siena più le associazione locali – sta già selezionando giovani ricercatori da coinvolgere nell’indagine di Vignale Riotorto che quest’anno comincerà l’11 settembre fino al 15 ottobre.

Se si vuole partecipare basta inviare una mail a Elisabetta Giorgi – giorgi.elisabetta@gmail. com – da sempre a fianco di Enrico Zanini (sin da subito alla guida della ricerca archeologica): «Lavoreremo – spiega – ancora sulla villa con annessa stazione di posta lungo la Via Aurelia e sulle parti di essa che furono scavate nel 1831. Tutto per collegare finalmente la pianta redatta a quel tempo con parte del complesso residenziale: evidentemente — sottolinea l’archeologa — quelle viste nel 1831 non erano soltanto terme… la famosa “fabbrica dei bagni”».

Nel programma 2017 ci sono: scavo stratigrafico, rilievo e documentazione, pulizia e consolidamento del mosaico tardoantico (che nella campagna ’16 venne lasciato coperto).

In questi giorni Elisabetta Giorgi è stata a Piombino durante la fiera orto e giardino con laboratori archeologici per le scuole e nei prossimi giorni sarà, con lo stand, alla sagra del carciofo di Riotorto. «Avremo “in mostra” – racconta Giorgi – una fotografia stampata, uno striscione della parte meglio conservata del mosaico di Aiòn riscoperto nel 2014, mosaico che è stato per la maggior parte adottato, proprio per garantirne il restauro».

Si potranno qui avere informazioni su quali interventi sono già stati fatti proprio per il restauro del grande mosaico, che decorava la sala di rappresentanza della villa tardoantica di Vignale e che racconta la storia del passaggio al cristianesimo. «Mosaico straordinario – ricorda l’archeologa – proprio per il tema iconografico rappresentato la personificazione del tempo, Aiòn/Saeculum, raffigurato seduto sul globo celeste.

Questa raffigurazione, finora ignota sui mosaici antichi, sembra essere il modello su cui si costruì, un secolo più tardi – sottolinea – la raffigurazione del Cristo sul globo presente in molte delle absidi delle basiliche paleocristiane tra V e VI secolo».

Anche per la prossima campagna scavo, vitto e alloggio gratuiti, per gli studenti dell’Università degli studi di Siena (curriculum da inviare entro il 15 maggio).

Cecilia Cecchi – Il Tirreno 22.4.2017

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