Cave, Roventini all’attacco «Fanno sensazionalismo»

Cave, Roventini all’attacco «Fanno sensazionalismo»

L’assessore respinge le critiche delle liste civiche della Val di Cornia al Comune di San Vincenzo. Solvay Chimica e Cave di Campiglia chiedono di ampliare le loro coltivazioni.

«Notizie destituite di ogni fondamento, dettate da ignoranza nella conoscenza delle procedure amministrative, puro sensazionalismo e una premeditazione nel voler destabilizzare un territorio che sfrutta le risorse con razionalità e coscienza, cercando di creare nuove opportunità di lavoro per i cittadini».

Così l’assessore all’Urbanistica di San Vincenzo Massimiliano Roventini respinge al mittente le critiche delle opposizioni sulle due delibere di giunta con cui si prende atto delle richieste di stipula due accordi di pianificazione da parte delle società Solvay Chimica e Cave di Campiglia per poter ampliare, rispettivamente, il perimetro della cava di San Carlo – a est – e i confini della cava di Monte Calvi – a nord – con quest’ultima che dovrebbe espandersi nel territorio comunale di San Vincenzo.

«Nessuno ha intenzione di cancellare la Val di Cornia dalle mappe geografiche o far perdere risorse e attrattiva al territorio – afferma Roventini -. Le delibere recepiscono le richieste dei soggetti proponenti attivando il complesso iter procedurale previsto e disciplinato da norme molto chiare.

Opere del genere devono avere un consenso pressoché unanime da parte di Regione, Ministero dell’Ambiente, Provincia, Comune e che, alla luce dei piani esistenti e delle proposte progettuali, devono trovare un punto di incontro all’interno della Conferenza dei servizi».

Per Roventini si tratta di polemiche a fini elettorali. «Come amministrazione abbiamo a cuore le sorti dei nostri concittadini e dei lavoratori di San Vincenzo che in quelle cave ci lavorano. Abbiamo il dovere di ascoltare sia i cittadini sia le realtà che investono e che hanno sempre investito in questo settore, evitando che le polemiche di pochi possano in futuro far fuggire dalla Val di Cornia chi oggi ha fiducia in questi lavoratori e crea opportunità per questo territorio».

Che conclude: «Le proposte fatte dai privati sono integrate da relazioni che analizzano le ricadute economiche e le compatibilità ambientali. In questa prima fase procedurale, saranno valutati tutti gli effetti ambientali dei piani e dei progetti proposti attraverso la valutazione ambientale strategica».

Resta ferma la critica di Gruppo 2019. «Siamo convinti che la Val di Cornia abbia grandi potenzialità per ricostruire un tessuto economico oggi in ginocchio a causa della crisi. Può farlo solo partendo dalle ricchezze uniche e non riproducibili e costruendo una strategia sovra comunale per promuoverle e valorizzarle – sostiene -.

La decisione del Comune di San Vincenzo è distante anni luce da questa prospettiva. Se un simile piano si concretizzasse l’intero massiccio del Monte Calvi sarebbe irrimediabilmente perduto. Qualsiasi ipotesi di sviluppo turistico dell’area, legato al patrimonio naturale, archeologico e paesaggistico, sarebbe compromessa in modo irreparabile mentre il settore estrattivo, che garantisce ricadute occupazionali sempre più scarse ed è in profonda crisi, diventerebbe l’unica attività contemplata finché ci sarà qualcosa da scavare.

Questo anche grazie alla decisione del Comune di Campiglia che ha cancellato dalle colline le protezioni ambientali e ha già deciso nel 2017 di rinnovare le concessioni estrattive senza un limite temporale, ampliando di altre tre ettari la cava di Monte Calvi».

Il Tirreno 9.11.2018

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