Caso cave di Campiglia – I partiti non facciano barricate – dixit Udc

Sulla vicenda della cava di Campiglia sicuramente sono stati fatti degli errori, purtroppo questa è la storia dell’economia locale, invece di intraprendere nuove opportunità di sviluppo, sono state sfruttate le poche risorse a disposizione fino all’osso, in alcuni casi compromettendo il territorio. Riteniamo che anche per la cava sia successa la stessa cosa, ora però si è arrivati ad un punto di non ritorno, la politica deve fermarsi, fare autocritica e capire quali interventi di risanamento possano essere intrapresi.

E’ chiaro che qualcuno ha delle responsabilità maggiori di altri, è bene che questo sia chiaro. I partiti ne prendano atto, senza fare inutili barricate.

La cava è stata sfruttata più del dovuto e questo è inconfutabile. Che qualcuno ne abbia tratto legittimamente beneficio anche questo è inconfutabile, ora si deve capire cosa fare.

A nostro avviso si deve limitare al massimo la capacità estrattiva (solo per la Lucchini) ed incominciare a programmare il recupero di quell’area ancora prima della scadenza della concessione, soprattutto di fronte ad una scelta di sviluppo del Parco che è ovviamente incompatibile con la cava. E’ inaccettabile che qualcuno tenti di strumentalizzare la vicenda utilizzando lo scudo dei lavoratori. Chi di dovere si dovrà accollare la riconversione di tutto il personale, coinvolgendo anche coloro che finora hanno usufruito dei benefici prodotti dallo sfruttamento dell’impianto.

C’è bisogno di soluzioni alternative per uscire dalla staticità, auspichiamo che ciò possa avvenire in un clima più disteso, che favorisca l’ingresso di nuovi imprenditori disponibili ad investire autonomamente.

Luigi Coppola (segretario Udc Piombino)

21.07.2008

Il Tirreno

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