Appello di Marson per un percorso partecipativo sul futuro di Rimigliano

Chi si aspettava le prese di posizione di Anna Marson e Salvatore Settis su San Vincenzo, non è rimasto deluso. Durante la presentazione dell’ultimo libro di Settis, “Paesaggio costituzione cemento”, giovedì sera al Parco delle Sughere di Donoratico, alla festa organizzata da “Sinistra per Castagneto”, l’assessore all’urbanistica della Regione e l’ex direttore della Normale hanno espresso giudizi di estrema importanza sul futuro dell’assetto del territorio sanvincenzino.

«Voglio rivolgere un appello pubblico al sindaco Michele Biagi – ha detto l’assessore regionale Anna Marson – affinché la sua amministrazione attivi al più presto un percorso partecipativo sul piano della Tenuta di Rimigliano, percorso che sarebbe supportato dalla Regione. Che non vuole bloccare gli investimenti dei privati sull’area. I privati hanno il diritto di veder fruttare i loro investimenti. Ciò che vogliamo – ha aggiunto Marson – è che, col necessario intervento dei cittadini, si trovi un giusto equilibrio tra interessi privati e interessi della collettività. Mi spenderò totalmente per questo obiettivo».

Marson ha lanciato poi l’invito ai cittadini a proseguire la strada dell’impegno per la tutela del territorio e del paesaggio: «Purtroppo – ha detto – a causa della legge 1/2005, i Comuni hanno responsabilità sproporzionate sulle scelte relative all’assetto del proprio territorio. Puntiamo a rivedere questa legge, in modo che il peso decisionale fra enti e istituzioni possa essere più in equilibrio e la Regione possa contare di più sulle scelte relative all’assetto del territorio.

E’ possibile, per quanto concerne il piano della Tenuta, che la Regione, se non trovasse adeguate le controdeduzioni del Comune alle osservazioni presentate, chieda l’istituzione della Conferenza paritetica istituzionale, in cui soggetti rappresentanti la Regione, le Province e i Comuni deciderebbero il da farsi. Ci troviamo sempre più spesso – ha concluso Marson – davanti a istituzioni pubbliche che tutelano l’interesse di pochi e non quelli della collettività. Man mano che decresce l’interesse delle istituzioni verso i cittadini, aumentano le azioni popolari. Oggi, credo di poter essere utile, nel cammino per una giusta tutela e riproduzione del territorio, solo se ad accompagnarmi vi saranno le azioni della cittadinanza».

Il professor Salvatore Settis, dopo aver sostenuto che «il paesaggio è il volto della società e ciò che ci rappresenta, per questo ci meritiamo, ora, un paesaggio in continuo degrado», e dopo essersi appellato alla «capacità di sana indignazione dei cittadini», è intervenuto sulla questione San Vincenzo. «A San Vincenzo – ha detto vedo da anni sempre più case invendute e pezzi di pineta abbattuti per costruire qualcosa. Oltre 700 metri di spiaggia pubblica sono stati coperti con un orribile lastrone di cemento per la realizzazione di un nuovo porto. Qual è l’ideale, quello dei Briatore? Perché si deve ritenere che l’unico fattore di sviluppo dell’economia sia l’edilizia legata al turismo? Al contrario, è un suicidio per il territorio, per l’economia e per il turismo».

Settis ha poi lanciato un durissimo affondo al sindaco Biagi e all’amministrazione sanvincenzina: «Se si attacca il piano di Rimigliano – ha detto il professore – il sindaco Biagi, come sempre, si difende: un atteggiamento che fa persino simpatia, ma fa pena. Invece possiamo fare un passo in avanti, un po’ più in alto?

Il Comune di San Vincenzo – ha aggiunto – è criminalmente cementificatore, straordinariamente vizioso. Tuttavia, e nonostante sia stato cementificato quasi tutto, se da domani il Comune decide di cambiare rotta, possiamo ritenerci contenti. D’altronde, siamo cristiani, uno si può pentire».

Il professore ha aggiunto: «Sono sbalordito – ha detto – nel sapere che nello statuto del Comune di San Vincenzo esiste il divieto di referendum sulle questioni relative all’assetto del territorio. Lottare per la tutela del territorio e del paesaggio, significa lottare contro il degrado civile. Sopra sindaci, assessori e quant’altro, c’è sempre qualcosa di più alto: noi, i cittadini». Paolo Federighi – Il Tirreno 16.7.2011

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La Marson all’attacco: lì cemento seriale
“A Rimigliano le decisione sono ancora aperte: vogliamo capire cosa sarà costruito nel parco agricolo”
Corriere Fiorentino 16.7.2011

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«Neanche il referendum per dire no agli scempi»
Attacco della sinistra alla politica urbanistica sulla costa
Al’ordine del giorno è il dibattito sul libro dell’ex rettore della Normale di Pisa, Salvatore Settis (Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile) ma alla festa delle liste civiche di sinistra, per tutta la serata i riferimenti alla politica urbanistica dei comuni, e di quello di San Vincenzo in modo particolare, sono costanti.

Non solo l’ultimo ecomostro sulla duna all’interno del Park hotel I lecci, ma Rimigliano con il progetto di costruzione di hotel ed appartamenti, il porto («settecento metri – ha detto Settis – di spiaggia pubblica cementificata in ossequio all’idea per la quale è comunque da privilegiare il nuovo ricco con la barca»), Baratti «in una distorta visione – ha sottolineato l’ex sindaco di Suvereto Rossano Pazzagli – per la quale chi dice no va contro lo sviluppo e l’occupazione».

Anni di scelte «da condannare» e che hanno determinato a San Vincenzo un consumo di suolo che, come a suo tempo Settis ha evidenziato, supera il 10 per cento, ben oltre il doppio della media Toscana. E che sembra avere, per primo antico emblema, l’incredibile logo del campanile della vecchia chiesa a cui si aggrappano nuovi appartamenti. Una vetrina anche per il più occasionale dei passanti la quale più che l’indignazione, sollecitata da Settis, suscita prima sorpresa e poi quel riso amaro che da sempre in Maremma è la più spietata delle condanne.

E se per Massimo Zucconi, del Comune dei Cittadini, «l’aggressione al territorio diventa sempre più pericolosa perché propone oggi un’offerta a più alto livello» Rossano Pazzagli indica un possibile rimedio nella valorizzazione del contributo della società civile che si sta organizzando, che supplisce all’inerzia dei partiti i quali «predicano bene ma razzolano male» e che si propone come supporto essenziale alle istituzioni troppo spesso cedevoli verso «gli interessi di nuove lobby».

Una riaffermazione della partecipazione che incontra ostacoli. Un intervento dal pubblico ha generato bisbiglii e risolini anche in mezzo al tavolo oratori. Quale miglior strumento di un referendum per contrastare scelte che alla gente non piacciono? A Campiglia, a Suvereto, a Cecina lo statuto comunale permette una consultazione con poteri consultivo, abrogativo e perfino propositivo. A San Vincenzo, dove di questi tempi forse ce ne potrebbe essere più bisogno, «la partecipazione si ferma al referendum consultivo». Una vecchia scelta, forse davvero troppo vecchia.
FIORENZO BUCCI
La Nazione 16.7.2011 cronoca Cecina Rosignano

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