Il direttore Cna persiste: «Le bellezze paesaggistiche non pagano gli stipendi»

«Rimigliano: con i no ed i discorsi gli stipendi non si pagano». A sostenerlo è il direttore della Cna Marco Valtriani che risponde a Nicola Bertini, il quale aveva sostenuto che le scelte urbanistiche segnata da una eccessiva cementificazione hanno creato problemi allo sviluppo.

«La Cna è per un uso sensato e sostenibile del territorio se questo può portare lo sviluppo di cui c’è assoluto bisogno: sviluppo sostenibile quindi — afferma Valtriani — ma deve essere sviluppo, cioè investimenti con creazione di posti di lavoro e miglioramento delle condizioni di benessere collettivo. E’ allucinante che ci possa essere qualcuno che possa pensare che il livello di occupazione, già ai minimi per questa zona e con previsioni di ulteriore ribasso, possa essere incrementato come per incanto semplicemente dalla presenza delle bellezze paesaggistiche, senza creare quelle opportunità che ne permettano il godimento nel pieno rispetto dell’ambiente. Il turismo mordi e fuggi non lascia nulla sul territorio, anzi.

Nel caso di Rimigliano, la salvaguardia del paesaggio ed il mantenimento della tenuta agricola, saranno proprio i punti di forza per attrarre quel target di turisti attenti a questi fattori e che desiderano vivere le vacanze in un luogo dove si percepisce che la natura è rispettata».

La Cna prosegue: «Chi ha dei dubbi in proposito basta che vada a visitare la tenuta di Poggio all’Agnello: è quello il modello di recupero e valorizzazione del territorio di cui c’è bisogno per creare nuova occupazione (62 dipendenti fissi)».

«A Rimigliano — aggiunge Valtraini — rispetto alla previsione urbanistica legata al progetto originario targato Parmalat e vigente quando la nuova cordata ha acquistato la tenuta, è stata diminuita la superficie edificata di circa 8.000 metri quadrati (sui precedenti 30.500), concentrandola in meno di 8 ettari anzichè sugli iniziali 50 ettari: questo significa minor consumo di territorio, recupero dei poderi esistenti, riduzione delle dimensioni dell’albergo, mantenimento della tenuta agricola, utilizzo delle fonte rinnovabili ove possibile e consentito dal contesto naturale; un progetto che prevede un investimento di 65 milioni di euro, circa 6 anni di lavoro per 130 addetti del settore costruzioni appartenenti a ditte esclusivamente locali, 60 nuovi posti di lavoro a regime fra parte recettiva e parte agricola. Questo è sviluppo sostenibile, il resto sono chiacchiere che lo rallentano o addirittura lo impediscono».

La Cna chiude: «Ci sono progetti veri per le ristrutturazioni ed il recupero di patrimonio immobiliare esistente? Bene, altrimenti perchè la Cna si sarebbe battuta a livello nazionale per il mantenimento degli sgravi fiscali? C’è da sviluppare l’impiego delle fonti rinnovabili? Certo, altrimenti perchè la Cna avrebbe protestato con tanta forza contro l’abolizione degli incentivi? Ma non è un’alternativa ci vogliono tutte queste azioni di sviluppo per contrastare la crisi dell’industria manifatturiera, anch’essa ovviamente da salvaguardare».
m. p. La Nazione 21.7.2011

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2 pensieri su “Il direttore Cna persiste: «Le bellezze paesaggistiche non pagano gli stipendi»

  1. Curiosa schizofrenia di amministratori che criticano la rozza ignoranza di chi governa il paese per riproporre poi nei loro territori la stessa incultura.

    E poi vogliamo ricordare a questo ostinato signore un testo chiamato “costituzione”, probabilmente non ne ha mai sentito parlare, occupato com’era con le buste paga.

    Art. 9

    La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

    Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

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