Il Comitato per Campiglia risponde al PD sul futuro della cava di Monte Calvi

Fa un certo effetto leggere che per il PD il problema principale della la cava di Monte Calvi è quello di garantire nel tempo la fornitura di calcare all’industria siderurgica piombinese. Questo dovrebbero dirlo agli amministratori del Comune di Campiglia che hanno prima liberalizzato la vendita del calcare e poi, in aperto contrasto con programmi amministrativi e atti della Regione e del Circondario, hanno raddoppiato i volumi da scavare a favore della Società Cave di Campiglia di cui, a quanto pare, faceva già parte ASA (la società a partecipazione pubblica per la gestione dell’acqua). Su questa commistione tra l’ASA e le cave non hanno mai fornito spiegazioni, né quando l’ASA è entrata, né quando è uscita. Al momento della vendita della cava dalla Lucchini alla Società Cave di Campiglia presieduta dall’ex sindaco di Campiglia,  non sembra che il Comune si sia posto particolari problemi circa l’utilizzo del calcare di Monte Calvi. Non è mai stata fatta luce sulla vendita della cava da parte di Lucchini alla società presieduta dall’ex sindaco di Campiglia.

La verità è che hanno lasciato ingigantire una cava, assecondando gli interessi degli azionisti della Società Cave di Campiglia, senza considerare minimamente il problema delle forniture all’industria, gli impatti sul paesaggio collinare, le conseguenze negative sul parco di San Silvestro. Questi sono i fatti, emersi pubblicamente solo grazie al lavoro fatto dal Comitato per Campiglia. E se solo oggi si torna a discuterne è perché tutta questa vicenda è stata a lungo oscurata, nascosta ai cittadini e forse anche ai rappresentanti dei partiti nelle istituzioni: ci risulta che pochi (anche tra i consiglieri comunali) prima delle nostre iniziative erano a conoscenza delle autorizzazioni rilasciate dal Comune fin dal 2002 per il raddoppio della cava, dei piani di coltivazione, degli obblighi di ripristino ambientale disattesi, del ruolo di ASA.

In tempi di questione morale, è singolare che i dirigenti del PD considerino i comitati dei cittadini come un disturbo e un danno per la democrazia. In questo caso il Comitato per Campiglia ha semplicemente reso un servizio alla comunità, ricostruendo la vicenda a partire dagli atti e dai documenti forniti dallo stesso Comune e consentendo a chiunque di farsi un’opinione. Purtroppo “il degrado della politica che ogni partito dovrebbe combattere”, come afferma il PD, a noi pare che discenda innanzitutto dai comportamenti dello stesso ceto politico. Non li sfiora neppure l’idea che la sfiducia nella politica nasce proprio dal loro modo di agire, dall’assenza di trasparenza e dal potere dei soliti gruppi. A fronte di prese di posizione possibiliste sull’allungamento delle escavazioni a Monte Calvi, espresse dallo stesso PD e dal Partito socialista, stupisce infine il silenzio assoluto dell’amministrazione comunale di Campiglia, che ormai appare sorda ad ogni dibattito. Nell’interesse del territorio, dei lavoratori e della cittadinanza sarebbe bene che il sindaco confermasse gli impegni presi sul 2018, in modo da consentire a tutti una adeguata programmazione del periodo che ci resta.

6 gennaio 2008

Il Comitato per Campiglia

Comunicato pubblicato su Il Tirreno del 09.01.2008 e su Corriere  Etrusco

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