Dopo la distruzione delle Laverie, ora si teme per l’Etruscan Mines

Contro la ormai avvenuta distruzione delle vecchie laverie di Monte Valerio e di tanto altro

Alla voce “Preservare” il dizionario informa: Tenere lontano da pericoli o danni, difendere, proteggere.

Sembra però che ormai sia diventato impossibile difendere il nostro patrimonio archeologico industriale, memore di una storia altrimenti parzialmente sconosciuta. In una società dove gli interessi economici e personali la fanno da padrone,  proteggere  la memoria storica di avvenimenti industriali che hanno cambiato il modo di produrre non sembra più importante, tantomeno necessario.

Cosa potranno osservare i nostri posteri quando vorranno vedere con i loro occhi i segni industriali di una storia economica ricca come quella del Campigliese? Solamente alcuni edifici ristrutturati che poco recano in sé dei segni industriali del passato.

I veri monumenti industriali, quelli che hanno al loro interno macchinari magari non più in produzione, sintomatici di un’epoca che fu, non ci saranno più, saranno stati mangiati dall’avido appetito di coloro per cui rappresentano solo un intralcio alla loro normale attività lavorativa e lucrativa, soprattutto.

Oltre alla Cava di Monte Valerio e alle infrastrutture a lei annesse, vorrei però attirare l’attenzione su tutti gli altri importanti monumenti di archeologia industriale, che narrano da soli la storia mineraria del territorio Campigliese: il primo fra tutti a mio parere è il villaggio minerario chiamato Etruscan Mines, dalla società inglese che lo ha costruito nei primissimi anni del XX secolo.

Per adesso la mole straordinaria del villaggio industriale è rimasta intatta e, visibile dalla strada provinciale che porta da San Vincenzo all’abitato di Campiglia, crea soggezione con la sua monumentalità e imponenza: una ricca e quasi perfetta tecnica costruttiva lo rende affascinante, oltreché interessante. Dall’alto della sua posizione, appoggiato dolcemente al crinale del Monte Rombolo, domina il mare e il golfo di San Vincenzo, e resta eretto nella sua solennità, nonostante la cava  soprastante non gli dia tregua. La proprietà della maggior parte degli edifici è infatti di proprietà della Società Cave di Campiglia, e questo ha fatto sì che il villaggio non abbia potuto trasformarsi in un’attrattiva insegnante la storia locale, ma comunque per adesso è rimasto allo stato di rudere; solamente un immobile è invece di altri proprietari che, vista la bellezza del luogo e il significato che reca in sè, hanno ben pensato di ristrutturarlo e crearci una bella abitazione, con cancello e cane alla guardia. Alla voce “Scempio” il dizionario informa: atto di crudele violenza, strazio, rovina, distruzione, orrore, disastro.

Dalla mia esile posizione di laureata in archeologia con una tesi di archeologia industriale, vorrei provare a lanciare l’ennesimo grido di allarme, che come una sirena in un luogo vuoto e vasto, si propaghi come un’eco, e raggiunga, grazie all’adesione di molti, chi possa fare qualcosa.

Lo studio che ho intrapreso sulla società inglese Etruscan Copper Estates Limited e sul villaggio da essa costruito mi ha portato a conoscere una parte di storia mineraria Campigliese interessante e degna di essere, come l’eco, propagata, ma mai avrei potuto avvicinarmi e interessarmi all’Etruscan Mines se non avessi potuto vedere quello che rimane della densa e ricca storia delle miniere del Campigliese, riflessa dai monumenti industriali, che mai devono essere distrutti, semmai tutelati e valorizzati, tutt’al più lasciati in situ. Alla voce “Valorizzare” il dizionario informa: mettere in risalto qualcosa, evidenziarne le qualità; a quella ancora più importante di “Tutelare” il dizionario insegna: difendere, salvaguardare.

Dott. Elisa Carli
Università di Pisa

Guarda le foto dell’Etruscan Mines sul sito di Leonardo Topi

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