La Toscana del cemento – Dopo la denuncia di Asor Rosa tornano le polemiche

Dopo la Val d’Orcia, le pungenti critiche del professor Alberto Asor Rosa, hanno ieri colpito anche lo sviluppo urbanistico dei paesi della di Cornia. Dal porto alle previsioni del piano strutturale di San Vincenzo che prevede 500mila metri cubi di nuovi edifici – oltre alla tanto discussa ristrutturazione dell’azienda agricola di Rimigliano – fino alla ferite inferte alle colline campigliesi dalle Cave di Monte Calvi e Monte Valerio. Nel mirino di Asor Rosa anche la Rta “Borgo Novo”, 51 unità abitative per 10mila mc su circa 27mila mq di superficie, giardini e pertinenze comprese, di cui la commissione urbanistica sta per autorizzare il primo stralcio.

Borgo Novo, cantieri in vista
Il Comitato: c’è un’inchiesta

La zona prescelta è quella delle “Fonti di Sotto”, una valle tra il borgo medievale di Campiglia e la zona archeologia etrusca di Madonna di Fucinaia. Alle spalle un sentiero, la cosiddetta “via delle fonti”, che collegava il Temperino con la Rocca medievale.

E’ proprio per opporsi a questo progetto che nell’agosto 2007 è nato il Comitato per Campiglia, che poi ha esteso la sua attività di denuncia alle cave e si è schierato contro la realizzazione di un impianto per la trasformazione di inerti nella campagna di Venturina e la centrale a biomasse a Cafaggio. Un’opposizione vivace condotta con assemblee, volantini, siti internet, ma anche attraverso esposti alla magistratura, che – secondo il comitato – sul caso della Rta alla “Fonte di Sotto” avrebbe ancora in corso un’inchiesta.

«Un villaggio di 51 casette – ha scritto Asor Rosa – che il turista, osservando i dintorni dall’alto della Rocca, non potrebbe far a meno di trovarsele sbattute davanti al naso».

Sull’onda delle proteste del Comitato – finite sulle pagine dei quotidiani nazionali – la vicenda della Rta finì anche tra le mani dell’allora ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli. «Nella documentazione allegata al progetto si parlava di vendita per “godimento esclusivo”. Appartamenti dunque – ribadisce Simona Lecchini, una delle animatrici del Comitato – e non una residenza turistica che ha come presupposto l’indivisibilità della proprietà».

Il progetto comunque, salvo alcune revisioni, è andato avanti. La Cogero, società costruttrice dell’imprenditore romano Luca Olivetti, ha già ritirato la concessione per realizzare opere di urbanizzazione e ha presentato il primo dei quattro stralci del progetto, in via di autorizzazione, per aprire il cantiere.

«Dopo le prime polemiche – sostiene il sindaco di Campiglia Silvia Velo – abbiamo avuto incontri al ministero dei Beni culturali, che ha ritenuto il progetto compatibile. Personalmente, nonostante che la zona non sia soggetta a vincoli paesaggistici, ho coinvolto anche la Sovrintendenza, che ha dato il nullaosta definitivo. Ma chiariamo un equivoco: non si tratta di villette, ma di unità abitative in linea, una accanto all’altra, su due fronti di una strada. Anzi, è stata proprio la Sovrintendenza a suggerire una maggiore separazione tra gli edifici».

«La Rta alla Fonte di Sotto – continua il sindaco – era già prevista del Prg dell’architetto Viviani del 1995. Scontato che c’era la necessità di incrementare la ricettività turistica, la zona è sempre stata indicata dai tecnici come la migliore localizzazione possibile per la costruzione di un complesso che esteticamente corrispondesse alle caratteristiche dell’antico borgo. Il piano attutivo è stato tra l’altro approvato all’unanimità nel 2005 e nessuno in consiglio comunale si mai opposto».

Giorgio Pasquinucci

9 maggio 2009 Il Tirreno

Cave, confermata la definitiva chiusura nel 2018

Le cave hanno raggiunto e deturpato la vetta del Monte Calvi, creando un enorme cratere. Più in basso la Sales ha scavato Monte Valerio su un fronte altrettanto impressionante. Certo non poteva che notarle Asor Rosa. Ferite che si vedono dalla ferrovia, dall’Aurelia e che stanno in bella vista ai turisti che percorrono la 398 di ritorno dall’Elba.

Anche il Comitato per Campiglia ha sviluppato la sua azione, raccogliendo l’adesione di personaggio come Marco Travaglio, Pancho Pardi e Sergio Staino. E tuttora sono al centro di una campagna elettorale che si preannuncia vivace.

Quelle di Monte Calvi erano da sempre asservite all’industria siderurgia, che di calcare ha bisogno per i processi di fusione. Per questo sono state nelle mani dell’Italsider, poi delle Afp, dell’Ilva e infine della Lucchini, che nel 1999 ottenne una nuova concessione per scavare 4 milioni e 865mila mc di materiale entro il 2016. Ma nel 2002 la Cave di Campiglia subentrò alla Lucchini e ottenne una proroga fino al 2018 con la possibilità di scavare 8 milioni e 507mila mc. Già da 1997 il Comune aveva autorizzato la commercializzazione libera del calcare e degli scarti.

Sulle cave la polemica si è accentuata soprattutto dopo l’istituzione del parco archeominerario di San Silvesto. La rocca e il villaggio medievale scavato da Riccardo Francovich sono a due passi dalla cava. E sul parco sono stati investiti diversi soldi pubblici per realizzare un ostello a “Palazzo Gowett” e centri di accoglienza e ristoro al “Temperino”.

Una convivenza, quella tra cave e parco, che molti ritengono impossibile, ma che il Comune pensa ancora di poter conciliare. I più radicali vorrebbero l’interruzione delle escavazioni. Ma la convenzione su Monte Calvi scade nel 2018 e quella di Monte Valerio nel 2020.

Il sindaco di Campiglia Silvia Velo riconosce il danno ambientale e accetta anche il termine di “deturpazione”. «Nel 2002 abbiamo concesso la proroga e il raddoppio dell’estrazione. Ma in quel momento al centro della mia valutazione c’è stato il problema della sicurezza, la necessità di ampliare i gradoni per consentire il passaggio di camion. Insieme al piano di coltivazione abbiamo però firmato anche quello del contestuale ripristino. Un ripristino che è attualmente in corso sulla vetta, mentre le escavazioni stanno avanzando verso la base del monte. Ho sempre detto, come ha scritto nel suo programma anche il candidato sindaco Rossanna Soffitti, che alla scadenza del 2018 non ci saranno proroghe. Di quel materiale certo c’è bisogno, ma le nostre colline hanno già dato».

G.P.

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