«Ora la Val di Cornia rischia il degrado» – L’incontro con Settis e De Lucia su Il Tirreno

L’accusa: «Alle scelte urbanistiche da cui è nato il sistema dei Parchi si sta sostituendo una politica di negoziazione tra pubblico e privato». Gli esempi negativi dello sviluppo edilizio di Campiglia e San Vincenzo

Saletta comunale gremita, lunedì sera, in occasione dell’incontro “La politica del cemento. La Toscana tra sviluppo e cultura del territorio.” Con il professor Rossano Pazzagli, docente all’Università del Molise, in veste di moderatore, l’urbanista Vezio De Lucia ed il professore di archeologia greca e romana Salvatore Settis hanno illustrato la situazione non incoraggiante in cui versa l’urbanistica in Italia. Verso la quale pare indirizzarsi – ad avviso dei due esperti – anche la Toscana.

De Lucia è stato membro del Consiglio superiore dei Lavori pubblici e consulente scientifico dei piani strutturali dei Comuni di Piombino, Campiglia e Suvereto. Settis è da dieci anni direttore della Normale di Pisa e si imposto all’attenzione della cronaca per la denuncia sullo sviluppo edilizio di San Vincenzo, che a suo avviso ha assunto aspetti preoccupanti.

«Prima la Val di Cornia veniva portata ad esempio – ha detto il professor Pazzagli nell’introduzione – oggi è finita anch’essa sul banco degli imputati. Si è generalizzata la politica delle varianti al piano strutturale, ridotto progressivamente il potere dei consigli comunali, quasi azzerata la programmazione coordinata e creato un divario tra cultura e politica».

Vezio De Lucia: dati proccupanti

L’urbanista Vezio de Lucia ha tratteggiato la storia dei migliori esempi di urbanistica. «Quando questa scienza non solo si faceva carico della tutela, ma ne era elemento fondativo», ha affermato, ricordando gli esempi della preservazione delle colline fiorentine e dell’Appia Antica a Roma nel 1965 per merito del ministro Giacomo Mancini.

A questi De Lucia ha aggiunto quello della Val di Cornia ed i piani coordinati della Provincia di Livorno Questa tendenza lodevole è sbocciata nella nostra zona nella nascita del sistema dei Parchi, «che non ha confronti in nessuna parte d’Italia e probabilmente d’Europa». L’urbanista ha citato anche esempi da non seguire «l’obliterazione dell’urbanistica milanese», mentre per Roma «si sta per esaurire il più grande patrimonio archeologico».

Il dato preoccupante è che anche la Val di Cornia, secondo De Lucia, sembra inserirsi in questa fase di degrado, in cui agli atti autoritarivi dello Stato si va sostituendo la «negoziazione tra pubblico e privato, coi risultati che sono sotto gli occhi di tutti».

Salvatore Settis: «una bomba destinata ad esplodere»

Poco incoraggiante è stato anche l’esame del professor Settis, che nel 2003 ha dato alle stampe “Italia Spa. L’assalto al patrimonio culturale”, vincitore del premio Viareggio. «Il paesaggio è il grande malato d’Italia – ha esordito, citando dati Istat sul territorio – progressivamente divorato dall’edilizia». In Toscana, nell’ultimo anno, il 17,7% di territorio sarebbe stato inghiottito dal cemento, col risultato di avere 70mila ettari coltivati in meno e la scomparsa del 7% di piccole aziende agricole.

«Come è possibile che l’Italia ci sia il più basso tasso di crescita demografica e i più alto tasso di urbanizzazione? Questa è una bomba – ha sostenuto Settis – destinata ad esplodere».

«La spinta lodevole della Val di Cornia nasceva dalla concezione del paesaggio come bene comune – ha sostenuto il professore – oggi invece i Comuni stanno svendendo il territorio. E non è accettabile la linea difensiva di chi minimizza la situazione in Toscana prendendo a esempio le regioni in uno Stato peggiore».

Interventi e testimonianze

Molti gli interventi e le testimonianze degli aspetti critici del cambiamento della nostra zona, dalla persistente vicinanza dell’industria a Piombino, al problema delle Cave campigliesi. Sono intervenuti anche due candidati sindaco. Massimo Zucconi, che concorre a Campiglia per la lista “Il Comune dei cittadini”, ha ricordato il coraggio dell’amministrazione piombinese che eliminò 180 ettari di costruzioni abusive, che interessavano 10mila persone, dalla Sterpaia e di quanto il sistema dei Parchi sia debitore degli stralci ai piani regolatori che hanno salvato il territorio dove quel sistema è sorto.

Nicola Bertini, candidato per il “Forum di centrosinistra” a San Vincenzo, ha lamentato elasticità del concetto di interesse pubblico, che pare aggiustarsi ad incastro, a suo dire, ai progetti di provenienza privata.

Un pubblico numeroso, ma composto solo in piccola parte da campigliesi. Qualcuno tra gli intervenuti ha fatto notare tra l’altro la completa assenza di amministrativi e consiglieri comunali: «Non vengono mai a queste serate di approfondimento».

Francesco Rossi

3 giugno 2009 Il Tirreno

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