Comune Unico e fusioni: in Val di Cornia si distrugge quello che viene raccomandato

Comunicato:

Recentemente è stata diffusa una bozza della modifica della legge regionale 1/2005 (norme per il governo del territorio).

Uno degli aspetti da sottolineare è la promozione della redazione di piani strutturali e regolamenti urbanistici unitari su territori omogenei e quindi comprendenti comuni della stessa provincia o di provincie confinanti.

Vengono cioè riaffermati i criteri seguiti per tantissimi anni in Val di Cornia. Qui infatti furono istituiti il Circondario della Val di Cornia, la redazione di Piani regolatori generali unitari   riguardanti i comuni di San Vincenzo, Campiglia Marittima,  Piombino, Suvereto e Sassetta e la fondazione della Società Parchi della Val di Cornia.

In questi ultimi anni i sindaci si sono mossi in senso del tutto contrario. Infatti allo scioglimento del Circondario, malgrado le promesse, non è seguita la formazione di nessuna istituzione equivalente : il Comune di San Vincenzo si è guardato bene dal fare un Piano Strutturale insieme a Campiglia Marittima, Suvereto e Piombino, il Comune di Piombino ha ultimamente “scippato “ i contributi dovuti alla Società Parchi mettendone in crisi il funzionamento e lo sviluppo futuro.

Possiamo allora dire che, mentre la Regione promuove un modo di fare urbanistica che supera i semplici confini comunali, i sindaci dei comuni della Val di Cornia si sono affannati in questi anni a  distruggere quello che oggi viene promosso e raccomandato..

Secondo il Comitato per Campiglia, l’attuale fregola di Piombino di andare in Provincia di Grosseto quando si sa che le provincie, almeno nella forma attuale, scompariranno, il desiderio di San Vincenzo di proiettarsi su Castagneto Carducci, la proposta di fusione dei Comuni di Campiglia e di Suvereto non sono altro che gli strascichi del miope municipalismo esaltato nell’era dell’assessore regionale Conti.

I presunti vantaggi di queste proposte, ormai fuori del tempo e lontani da processi culturali più attuali, sono tutti da verificare.

Certo è che i minori costi si fanno con la riorganizzazione dei servizi e non con il risparmio sugli stipendi del Sindaco e degli assessori di un Comune piccolo come Suvereto, che ha diritto di mantenere una sua identità nella rappresentatività dei cittadini.

Che questa nuova legge regionale vada ad intaccare gli interessi particolaristici delle amministrazioni locali, lo dimostra il giudizio nettamente negativo dato dall’ANCI toscana alla bozza di legge che, tra l’altro, è accusata di “ingessare il territorio”.

Questa frase fatta vuole solo dire che forse non sarà più tanto facile portare avanti speculazioni edilizie disastrose per il paesaggio e che i sindaci sperano ancora in un sistema economico andato totalmente in crisi a livello europeo.

I sindaci e i partiti politici che li hanno espressi, devono ormai fare i conti con una realtà complessa dove  è fondamentale la capacità di progettare nuovi modelli di vita e non  di affidarsi  alla vendita dei beni comuni.

In questo senso forse non farà male un poco di ingessatura proprio per permettere ad un territorio al quale sono state rotte molte ossa, di rimettersi in salute.

Campiglia Marittima 29 Aprile 2013.

Comitato per Campiglia

Alberto Primi

Sulla stampa:

Corriere Etrusco 29.4.2013

Il Tirreno 3.5.2013:
FUSIONI E POLITICHE COMUNI
A proposito di Comune unico e fusioni. Recentemente è stata diffusa una bozza della modifica della legge regionale 1/2005 (norme per il governo del territorio). Uno degli aspetti da sottolineare è la promozione della redazione di piani strutturali e regolamenti urbanistici unitari su territori omogenei e quindi comprendenti comuni della stessa provincia o di provincie confinanti. Vengono cioè riaffermati i criteri seguiti per tantissimi anni in Val di Cornia. Qui furono istituiti il Circondario, la redazione di Piani regolatori generali unitari riguardanti i comuni di San Vincenzo, Campiglia, Piombino, Suvereto e Sassetta e la fondazione della Società Parchi della Val di Cornia. In questi ultimi anni i sindaci si sono mossi in senso del tutto contrario. Allo scioglimento del Circondario non è seguita la formazione di nessuna istituzione equivalente: San Vincenzo si è guardato bene dal fare un Piano strutturale insieme a Campiglia, Suvereto e Piombino; Piombino ha “scippato” i contributi dovuti alla Società Parchi mettendone in crisi il funzionamento e lo sviluppo. Mentre la Regione promuove un modo di fare urbanistica che supera i semplici confini comunali, i sindaci della Val di Cornia si sono affannati a distruggere quello che oggi viene promosso. Secondo il Comitato per Campiglia, l’attuale fregola di Piombino di andare in Provincia di Grosseto quando si sa che le provincie, almeno nella forma attuale, scompariranno, il desiderio di San Vincenzo di proiettarsi su Castagneto, la proposta di fusione di Campiglia e Suvereto non sono altro che strascichi di miope municipalismo. I presunti vantaggi, ormai fuori tempo, tutti da verificare. Certo è che i minori costi si fanno con la riorganizzazione dei servizi e non col risparmio su stipendi di sindaco e assessori di un Comune piccolo come Suvereto, che ha diritto di mantenere una sua identità. Che questa nuova legge regionale vada ad intaccare gli interessi particolaristici, lo dimostra il giudizio negativo dato dall’Anci Toscana alla bozza di legge che, tra l’altro, è accusata di “ingessare il territorio”. Questa frase fatta vuole solo dire che forse non sarà più tanto facile portare avanti speculazioni edilizie disastrose per il paesaggio e che i sindaci sperano ancora in un sistema economico in crisi a livello europeo. I sindaci e i partiti che li hanno espressi, devono fare i conti con una realtà complessa dove è fondamentale la capacità di progettare nuovi modelli di vita e non di affidarsi alla vendita di beni comuni. In questo senso forse non farà male un poco di ingessatura proprio per permettere ad un territorio al quale sono state rotte molte ossa, di rimettersi in salute.
Alberto Primi (Comitato per Campiglia)

La Nazione 5.5.2013:
CAMPIGLIA «I MINORI COSTI SI FANNO CON LA RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI»
Il Comitato dice no alla fusione
Il presidente Alberto Primi: «I vantaggi sono tutti da verificare»

Il Comitato per Campiglia contro la fusione con Suvereto e accusa le istituzioni di aver perseguito in questi anni un «miope municipalismo». «E’ stata diffusa una bozza della modifica della legge regionale 1/2005 (norme per il governo del territorio) — dice il presidente Alberto Primi — uno degli aspetti da sottolineare è la promozione della redazione di piani strutturali e regolamenti urbanistici unitari su territori omogenei e quindi comprendenti comuni della stessa provincia o di provincie confinanti. Vengono cioè riaffermati i criteri seguiti per tantissimi anni in Val di Cornia. Qui infatti furono istituiti il Circondario della Val di Cornia, la redazione di Piani regolatori generali unitari riguardanti i comuni di San Vincenzo, Campiglia, Piombino, Suvereto e Sassetta e la fondazione della Società Parchi della Val di Cornia».
«In questi ultimi anni — aggiunge — i sindaci si sono mossi in senso del tutto contrario. Infatti allo scioglimento del Circondario, malgrado le promesse, non è seguita la formazione di nessuna istituzione equivalente: il Comune di San Vincenzo si è guardato bene dal fare un Piano Strutturale insieme a Campiglia, Suvereto e Piombino, il Comune di Piombino ha ultimamente “scippato “ i contributi dovuti alla Società Parchi mettendone in crisi il funzionamento e lo sviluppo futuro. Possiamo allora dire che, mentre la Regione promuove un modo di fare urbanistica che supera i semplici confini comunali, i sindaci dei comuni della Val di Cornia si sono affannati in questi anni a distruggere quello che oggi viene promosso e raccomandato».
Secondo il Comitato per Campiglia, «L’attuale fregola di Piombino di andare in Provincia di Grosseto quando si sa che le provincie, almeno nella forma attuale, scompariranno, il desiderio di San Vincenzo di proiettarsi su Castagneto Carducci, la proposta di fusione dei Comuni di Campiglia e di Suvereto non sono altro che gli strascichi del miope municipalismo esaltato nell’era dell’assessore regionale Conti. I presunti vantaggi di queste proposte, ormai fuori del tempo e lontani da processi culturali più attuali, sono tutti da verificare. Certo è che i minori costi si fanno con la riorganizzazione dei servizi e non con il risparmio sugli stipendi del sindaco e degli assessori di un Comune piccolo come Suvereto, che ha diritto di mantenere una sua identità nella rappresentatività dei cittadini».
«Che questa nuova legge regionale — conclude Primi — vada ad intaccare gli interessi delle amministrazioni locali lo dimostra il giudizio negativo dell’Anci toscana alla bozza di legge che, tra l’altro, è accusata di “ingessare il territorio”. Non sarà più tanto facile portare avanti speculazioni edilizie disastrose per il paesaggio e che i sindaci sperano ancora in un sistema economico andato totalmente in crisi a livello europeo. I sindaci e i partiti politici che li hanno espressi, devono ormai fare i conti con una realtà complessa dove è fondamentale la capacità di progettare nuovi modelli di vita e non di affidarsi alla vendita dei beni comuni».