A proposito di R.T.A. (dopo le dichiarazioni dell’assessore Marson sui «sindaci-muratori»)

“CI SONO SINDACI CHE RITENGONO CHE ‘MURARE’ EQUIVALGA A PROMUOVERE NUOVO SVILUPPO ECONOMICO“

Con queste parole l’Assessore Regionale Anna Marson centra il problema della Val di Cornia (Il Tirreno, 1 marzo).

Problema culturale, sostiene l’assessore, ma anche si può aggiungere di mancata valutazione dei principali fattori scatenanti il tragico crollo economico che stiamo vivendo generato anche dai processi speculativi su case e nuove costruzioni sia negli Stati Uniti che in alcuni Paesi europei.

E anche di superficialità (?) se, per esempio, nel caso di Campiglia si continua ancora a parlare della sospesa realizzazione della RTA (residenza turistica alberghiera) alla Fonte di Sotto come un danno economico per il centro storico quando:

1) la struttura avrebbe comportato un limitato numero di addetti verosimilmente stagionali e gli ospiti dell’albergo avrebbero rappresentato  uno scarso vantaggio per il ripopolamento del centro antico con una presenza continuativa di soli due mesi e, come chi già abita stabilmente alle case nuove, difficilmente avrebbero usufruito degli esercizi commerciali del centro, risultando più comodo ed economico usare l’auto e cercare quelli esterni;

2) la residenza turistica alberghiera fino dall’inizio della campagna vendite è risultata, come dimostrato dalla pubblicità dell’agenzia immobiliare, un grimaldello per vendere seconde case, come già avvenuto nello stesso comune senza che nessuno sia mai intervenuto. Fenomeno segnalato senza successo al sindaco prima che alla magistratura;

3) di conseguenza se, senza l’intervento del Comitato per Campiglia, la struttura fosse stata costruita, avremmo 53 seconde case in più, vuote per 10 mesi l’anno come tutte le seconde case esistenti nel centro storico, con un giardiniere condominiale e stagionale e un bagnino stagionale per la piscina;

4) In compenso la loro costruzione avrebbe determinato la distruzione dell’unica parte rimasta del territorio dove è ancora percepibile dal medioevo in poi il rapporto antico tra città e campagna e che fino al 1995, nel P.R.G. era giustamente destinato a verde pubblico. Un degrado paesaggistico che concorrerebbe a ridurre l’appetibilità turistica del borgo;

5) Ci sarebbe stato quindi solo un guadagno momentaneo per la proprietà e per gli addetti ai lavori.

Motivi tutti questi per cancellare definitivamente il progetto cementificatorio alla Fonte di Sotto e, come viene giustamente affermato dal sindaco e dal capogruppo del PD, darsi da fare per portare avanti l’ipotesi dell’albergo diffuso, con un progetto gestionale ed economico che mantenga gli ospiti all’interno delle mura cittadine a diretto contatto con i servizi ed i negozi esistenti, e per il ritorno di giovani coppie, cittadini italiani e stranieri a vivere nel centro storico.

2 marzo 2011

Comitato per Campiglia

SULLA STAMPA:

Comitato: «Stop al cemento a Fonte di Sotto e avanti con l’ipotesi dell’albergo diffuso»

Il Comitato per Campiglia torna sulla Rta alla Fonte di Sotto – di cui è sospesa la realizzazione – citando l’assessore regionale Anna Marson: «Centra il problema della Val di Cornia sostenendo che è si tratta di una questione culturale».

Prosegue il Comitato: «Ma anche, si può aggiungere, di mancata valutazione dei principali fattori scatenanti il tragico crollo economico che stiamo vivendo. E anche di superficialità se, per esempio, nel caso di Campiglia si continua ancora a parlare della sospesa realizzazione della Residenza turistica alberghiera alla Fonte di Sotto come un danno economico per il centro storico».

«La struttura avrebbe comportato – si ricorda – un limitato numero di addetti verosimilmente stagionali e gli ospiti dell’albergo avrebbero rappresentato uno scarso vantaggio per il ripopolamento del centro antico».

«L’Rta fino dall’inizio della campagna vendite è risultata, come dimostrato dalla pubblicità dell’agenzia, un grimaldello per vendere seconde case. E la costruzione avrebbe determinato la distruzione dell’unica parte rimasta del territorio dove è ancora percepibile dal medioevo in poi il rapporto antico tra città e campagna».

«Solo un guadagno momentaneo per la proprietà e per gli addetti ai lavori… Motivi tutti questi per cancellare definitivamente il progetto cementificatorio alla Fonte di Sotto e, come viene giustamente affermato dal sindaco e dal capogruppo del Pd, darsi da fare per portare avanti l’ipotesi dell’albergo diffuso» si conclude.

Il Tirreno 3.3.2011