«Accessi ridotti sulla Costa Est per difendere la duna»

«Accessi ridotti sulla Costa Est per difendere la duna»

L’assessore Chiarei replica alle critiche sui varchi obbligati per gli arenili in Costa Est

“Spiagge meno accessibili…”. “Troppe difficoltà sulla Costa Est, mentre prima…”. “Parcheggi che costano troppo, senza servizi…”. Ecco un riassunto delle lamentele standard che vengono ricevute dalla redazione via telefono da sedicenti turisti, nella maggior parte dei casi abitanti della zona, magari abituati anni or sono a parcheggiare la Panda sulla duna per scaricare ombrellone e sdraio (inciviltà italica). O forse gli stessi che, dopo aver lasciato cartacce, bottiglie, cicche di sigaretta in spiaggia o in pineta, riescono a non stupirsi se, la mattina dopo, quando arrivano a Perelli trovano pulito (servizi invisibili) potendo pure usare, secondo necessità, toilette anch’esse pulite.

Da rilevare che, ogni weekend, la Costa Est accoglie ventimila persone (per un totale, stimato di 900 mila). E ad occuparsi della salvaguardia di questi 10 km di costa (più gli altri due di Baratti) ci sono, insieme alle forze dell’ordine, una quindicina di guardie ambientali che si occupano dei fuochi, del rispetto della duna e di parecchio altro. «Il costo dei parcheggi – sottolineano alla Parchi Val di Cornia – serve a finanziare anche questo.».

Riduzione degli accessi. Considerando che in spiaggia si scende bene, cos’è cambiato? «C’è stata – risponde l’assessore all’ambiente di Piombino, Marco Chiarei – la riduzione degli accessi, uno degli interventi indispensabili, necessari all’interno del maxi progetto di ripristino di tutto il cordone dunale della Costa Est. Perché proprio la creazione di numerosissimi varchi sulla duna è una delle ragioni del degrado e dell’indebolimento del sistema dunale».

SterpaiaDifesa della spiaggia. «Il rispistino della duna – prosegue Chiarei – è condizione basilare per difendere l’arenile. Quindi, qualsiasi intervento futuro di ripascimento della spiaggia, non si può fare se a monte non c’è un cordone dunale in grado di trattenerne l’integrità. Siccome c’è ormai, da anni, un generale riconoscimento dello stato di forte stress della Costa Est, in termini di riduzione dello spessore della spiaggia, questo progetto è la base, il mattone su cui si poggia qualunque tipo di intervento futuro». «Essenziale, quindi, la riduzione del numero dei varchi più la protezione della duna alla base. Il disagio è dover fare qualche metro in più per accedere all’arenile? – ribatte Chiarei – Questo desta stupore, rispetto all’obiettivo di difendere la costa. Se non si è disposti a modificare, neppure in minima parte, i propri comportamenti individuali, non esisterà nessuna politica pubblica in grado di risolvere problemi come questo».

Danni. «Chi oggi aggira, in qualche modo, questo nuovo riordino degli accessi – sottolinea l’assessore – arrecando danno, compie un atto gravissimo, danneggiando un patrimonio pubblico sul quale si stanno investendo milioni di euro. Lo stesso vale per chi ha lamentato, in alcuni tratti, una riduzione dell’arenile dovuta alla messa in opera delle difese al piede della duna: avere piccoli disagi, oggi, vuol dire avere enormi benefici nel futuro. Una sensibilità culturale che deve radicarsi nei cittadini perché intervenire in ambienti delicati e complessi come la nostra costa richiede, non solo, una progettazione ben fatta per l’intervento, ma la collaborazione di tutti quelli che sono fruitori. Lamentele irricevibili, dimostrazioni di immaturità».

Progetto condiviso. Per Luca Sbrilli, presidente della Parchi Val di Cornia bisogna ricordare come «insieme alla Provincia e all’amministrazione di Piombino, sia stato fatto un progetto di consolidamento del sistema dunale attraverso un percorso partecipativo a cui, chiunque, poteva dare il contributo: dalle associazioni di categoria, agli imprenditori della Costa Est, alle associazioni ambientaliste, cittadini e consiglieri comunali. Tutti coloro che hanno partecipato – ricorda Sbrilli – hanno condiviso le finalità del progetto e Parchi ha fatto da collegamento tra Provincia e territorio. Tant’è che la Provincia ci porta come esempio d’esperienza di partecipazione».

Salvaguardia. «Nessun soggetto – aggiunge Luca Sbrilli – si è espresso in modo contrario, condividendo le finalità e l’obiettivo di salvaguardare l’esile sistema dunale che resta. Tra i mezzi studiati a questo scopo, la riduzione degli accessi e opere d’ingegneria naturalistica che possono aiutare a contenere l’impatto del mare sulla duna stessa. Ciascuno – conferma Brilli – deve sacrificarsi un minimo per permettere a questo sistema dunale di durare ancora nel tempo. Se non si ha neppure la voglia di fare dieci metri in più, non ci si deve lamentare del resto. In alcuni punti – conclude il presidente Sbrilli – la duna è praticamente scomparsa e se noi non mettiamo in pratica nuovi comportamenti e validi interventi, in tempi non lunghissimi, il mare rischia di raggiungere il fosso Cervia e i campi restrostanti».

Cecilia Cecchi – Il Tirreno 1.8.2013

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