Aspettando il Piano Particolareggiato di Baratti e Populonia

Lettera del Comitato per Campiglia al sindaco di Piombino e al Garante della Partecipazione della Regione Toscana:

Dopo sei mesi dall’incontro al Rivellino a Piombino e dopo più di un mese che l’Amministrazione ha sottoposto ai consiglieri di Circoscrizione la versione “definitiva” del Piano di Baratti e Populonia, non risulta, almeno stando a quanto riportato dal sito del Comune, avere avuto luogo alcun atto amministrativo.

Questo silenzio preoccupa molto per cui ci sembra opportuno fin da ora, anche a rischio di parlare su una versione non definitiva del Piano, presentare alla attenzione del Comune e della Regione alcune considerazioni scaturite dalla analisi dei documenti che è stato possibile consultare.

Una prima lettura della nuova versione del Piano Particolareggiato di Baratti e Populonia non può che generare una qualche soddisfazione in tutti quelli, cittadini, comitati e forze politiche che hanno lavorato perché le previsioni della prima versione venissero riviste.

E’ grazie a tutti loro e al percorso partecipativo promosso dal Comune se oggi non si prevede più di costruire nella pineta del Centro Velico, se si prevede la demolizione dei ruderi lì presenti, se la così detta porta al Parco alle Caldanelle sarà fortemente ridimensionata, se si prevedono ampliamenti, anche se piccoli, delle aree archeologiche di proprietà pubblica, se non è più prevista la realizzazione di un bagno privato in adiacenza al complesso di Canessa e se nel complesso è stata recepito il concetto che alla base del Piano deve esserci la consapevolezza di operare all’interno di un patrimonio archeologico ed ambientale che non accetta soluzioni grossolane e non meditate.

Una lettura più approfondita fa però emergere le contraddizioni che ancora esistono nel progetto e che, se non risolte, renderanno incolmabile la distanza tra le intenzioni dichiarate di salvaguardia, tutela e promozione e i contenuti reali degli interventi.

Infatti viene mantenuta la scelta disgraziata di permettere una attività ricettiva al Casone, che viene ora indicata di supporto al patrimonio archeologico senza spiegare cosa vuole dire. Per altro nella Relazione si ripete quanto nel 1998 si scriveva circa la necessità di realizzare un sistema integrato costituito da centro restauro, centro studi, centro documentazione, ma non si dice che la collocazione più corretta sarebbe proprio al Casone.

Inoltre dall’approfondimento del Piano si conferma la scarsa validità dei confini dati al Piano stesso come dimostra la vista aerea dove le aree di parcheggio dietro il porto con relativi manufatti in legno, appaiono strettamente legati al tema delle sistemazioni lungo mare. Essi invece vengono misteriosamente lasciati da parte, costringendo ancora  a chiedersi il senso di un Piano Particolareggiato perimetrato molti anni fa quando certe modifiche non erano ancora avvenute e quando è in corso la redazione di un nuovo Regolamento Urbanistico  che di questi fenomeni dovrà tenere conto.

Le proposte del Piano prevedono soluzioni non approfondite e meno dettagliate di quelle che corredavano la prima versione del Piano. Tuttavia l’edificio di Canessa si configura come una vera e propria struttura ricettiva con demolizione di una parte e la realizzazione al suo posto di un edificio a due piani.

Tutte le sistemazioni esterne sono pensate con l’utilizzo di pavimentazioni in legno anche in prossimità dell’acqua. L’ipotesi sa di puro sogno visto che il mare si porterà via tutto a meno che non si tratti di percorsi e pavimentazione fortemente sopraelevate tipo pontili e quindi con un impatto inaccettabile. Al posto della spiaggia privata il Piano prevede percorsi in legno a bordo mare  e aree a verde. Per i percorsi in legno valgono le stesse considerazioni di irrealizzabilità e per il verde a pochi metri dal mare su quella che oggi è  un’area di sassi e sabbia battuti spesso dal mare, ci sono da esprimere altrettanti dubbi di realizzabilità.

Alle Caldanelle si prevede una forte riduzione dei volumi ma anche una forte riduzione dei parcheggi per auto e camper, senza che venga chiarita con dati certi una quantificazione definitiva dei parcheggi necessari, visto si continua a prevedere la scomparsa  di quelli esistenti.

La Scuola di vela scompare dalla pineta ma non si capisce dove sarà ricollocata.

L’elenco è lungo, ma a monte di tutti i dubbi che questo nuovo piano può far sorgere vi è la affermazione contenuta nella Relazione che precisa come il Piano Particolareggiato abbia funzione di Piano di Recupero.

Poiché il Piano Particolareggiato è totalmente carente nella documentazione dello stato dei luoghi e degli edifici singoli e non riporta le tipologie sulle soluzioni da adottare, esso non può essere assimilato ad un Piano di Recupero secondo la accezione di legge.

Questa affermazione di principio però significa che dal Piano Particolareggiato si potrà passare direttamente ai singoli permessi per realizzare le opere senza alcuna fase di approfondimento progettuale condiviso, indispensabile in un contesto così particolare .

Non è accettabile allora che il percorso partecipativo si consideri concluso visto che il Piano non ha un approfondimento tale da permettere a tutti di capire cosa avverrà effettivamente a Baratti e Populonia.

Occorre invece che nel Piano Particolareggiato vengano individuati progetti unitari da affrontare con proposte approfondite e veramente realizzabili, da sottoporre al percorso partecipativo.

Quindi tutti quelli che si sono dati da fare perché Baratti e Populonia conservino il loro valore archeologico, paesaggistico, storico e ambientale fanno bene ad essere soddisfatti del loro lavoro, ma devono rendersi conto che il percorso è ancora lungo.

Chiediamo allora all’Amministrazione di aprire un confronto pubblico sui  contenuti del nuovo Piano in modo da ottenere risposte ai dubbi e perplessità che sono stati e saranno sollevati dai cittadini e comitati prima di arrivare ad una adozione del Piano stesso.

Distinti saluti.

Alberto Primi

Campiglia Marittima  02-01-2012

Sulla stampa:

«Le contraddizioni del piano per Baratti» Il Comitato per Campiglia contesta le previsioni e scrive al garante della partecipazione
Con una lettera inviata al sindaco Gianni Anselmi e al garante regionale della partecipazione Massimo Morisi, l’architetto Alberto Primi, presidente del Comitato per Campiglia, critica la nuova versione del piano particolareggiato per Baratti e Populonia, che considera pieno di contraddizioni. «A mesi dall’incontro al Rivellino – dice Primi – e ad oltre un mese da quando l’amministrazione sottopose ai consiglieri di Circoscrizione la versione ‘definitiva’ del Piano di Baratti e Populonia, ancora non risulta, nel sito del Comune, alcun atto amministrativo». Secondo Primi, dal piano emergerebbe una netta distanza tra intenzioni dichiarate e contenuti. «Se le contraddizioni – sostiene Primi – non saranno risolte, la distanza tra intenzioni di salvaguardia, tutela e promozione e contenuti reali degli interventi sarà incolmabile. Viene mantenuta la scelta disgraziata dell’attività ricettiva al Casone, ora indicata di supporto al patrimonio archeologico, senza spiegare cosa voglia dire. Si conferma la scarsa validità dei confini dati al piano stesso. I manufatti in legno appaiono legati al tema delle sistemazioni lungomare. Essi, invece, vengono lasciati da parte». Secondo Primi, vi sarebbero altre lacune. «L’edificio di Canessa – sostiene l’architetto – si configura come struttura ricettiva, con demolizione di una parte e realizzazione al suo posto di un edificio a due piani. Le sistemazioni esterne sono pensate con pavimentazioni in legno anche in prossimità dell’acqua. Un’ipotesi irreale, visto che il mare si porterà via tutto a meno che non si tratti di pontili, e quindi con impatto inaccettabile. Al posto della spiaggia privata, il piano prevede percorsi in legno a bordo mare ed aree a verde, anch’essi irrealizzabili, e verde a pochi metri dal mare. Alle Caldanelle – prosegue Primi – si prevede una forte riduzione dei volumi e anche dei parcheggi per auto e camper, senza che si precisi la quantità definitiva di parcheggi necessari, pur continuando a prevedere la scomparsa degli esistenti. La scuola di vela scompare dalla pineta, ma non si capisce dove sarà ricollocata». Secondo Primi, questo non sarebbe un piano di recupero. «Poiché il piano – sostiene Primi – è carente nella documentazione dello stato dei luoghi e degli edifici singoli e non riporta le tipologie sulle soluzioni da adottare, non può essere assimilato ad un piano di recupero. Questo però significa che dal piano si potrà passare ai permessi per realizzare le opere, senza approfondimento progettuale condiviso. Non è accettabile – aggiunge – che il percorso partecipativo si consideri concluso, visto che il piano non permette a tutti di capire cosa avverrà effettivamente a Baratti e Populonia». Primi chiede infine all’amministrazione piombinese «di aprire un confronto pubblico sui contenuti del nuovo piano, in modo da ottenere risposte a dubbi e perplessità che sono stati e saranno sollevati da cittadini e comitati prima di arrivare all’adozione».
PAOLO FEDERIGHI – Il Tirreno 7.1.2012

CAMPIGLIA ALBERTO PRIMI, PRESIDENTE DEL COMITATO, SCRIVE AL SINDACO ANSELMI «Confrontiamoci sul Piano»
Al Comitato per Campiglia non convincono alcune “soluzioni” nella nuova versione, definitiva, del Piano particolareggiato di Baratti e Populonia, che dovrebbe essere approvato a breve. Il presidente Alberto Primi scrive al sindaco Gianni Anselmi e al garante regionale della partecipazione Massimo Morisi chiedendo l’apertura di un confronto pubblico sui contenuti del nuovo Piano «in modo da ottenere risposte ai dubbi e perplessità che sono stati e saranno sollevati dai cittadini e comitati prima di arrivare ad una adozione del Piano stesso». «Una prima lettura della nuova versione del Piano (che è stata sottoposta ai consiglieri di Circoscrizione) non può che generare una qualche soddisfazione in tutti quelli, cittadini, comitati e forze politiche che hanno lavorato perché le previsioni della prima versione venissero riviste – evidenzia Primi – una lettura più approfondita fa però emergere le contraddizioni che ancora esistono nel progetto e che, se non risolte, renderanno incolmabile la distanza tra le intenzioni dichiarate di salvaguardia, tutela e promozione e i contenuti reali degli interventi. Infatti viene mantenuta la scelta di permettere una attività ricettiva al Casone, che viene ora indicata di supporto al patrimonio archeologico senza spiegare cosa vuole dire. Inoltre dall’approfondimento del Piano – continua – si conferma la scarsa validità dei confini dati al Piano stesso e le proposte prevedono soluzioni non approfondite e meno dettagliate di quelle che corredavano la prima versione del Piano».
«L’edificio di Canessa si configura come una vera e propria struttura ricettiva con demolizione di una parte e la realizzazione al suo posto di un edificio a due piani. Tutte le sistemazioni esterne sono pensate con l’utilizzo di pavimentazioni in legno anche in prossimità dell’acqua. L’ipotesi sa di puro sogno visto che il mare si porterà via tutto. Alle Caldanelle si prevede una forte riduzione dei volumi ma anche una forte riduzione dei parcheggi per auto e camper, senza che venga chiarita una quantificazione definitiva dei parcheggi necessari. La Scuola di vela scompare dalla pineta ma non si capisce dove sarà ricollocata. L’elenco è lungo, ma a monte di tutti i dubbi che questo nuovo piano può far sorgere vi è l’affermazione contenuta nella relazione che precisa come il Piano Particolareggiato abbia funzione di Piano di Recupero. Poiché il Piano Particolareggiato è totalmente carente nella documentazione dello stato dei luoghi e degli edifici singoli e non riporta le tipologie sulle soluzioni da adottare, esso non può essere assimilato ad un Piano di Recupero. Questa affermazione di principio però significa che dal Piano Particolareggiato si potrà passare direttamente ai singoli permessi per realizzare le opere senza alcuna fase di approfondimento progettuale condiviso, indispensabile in un contesto così particolare. Non è accettabile allora che il percorso partecipativo si consideri concluso. Occorre invece che nel Piano Particolareggiato vengano individuati progetti unitari da affrontare con proposte approfondite e veramente realizzabili, da sottoporre al percorso partecipativo».
La Nazione 7.1.2012

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Un pensiero su “Aspettando il Piano Particolareggiato di Baratti e Populonia

  1. “viene mantenuta la scelta di permettere una attività ricettiva al Casone, che viene ora indicata di supporto al patrimonio archeologico senza spiegare cosa vuole dire”

    Si sa benissimo cosa vuol dire: trovare la scusa dell’archeologia per accontentare il maggior imprenditore immobiliare della Val di Cornia a creare un bel “pendant” alla sua Poggio all’Agnello. D’altra parte questi aveva minacciato ricorsi legali perché gli accordi scritti, una volta intercorsi tra lui e una precedente amministrazione comunale, garantivano che egli potesse costruire al Casone. Si cerca così di accontentarlo, dando a bere al popolo che si fa qualcosa per i beni culturali. Signori e signore, lo spettacolo continua. Per i locchi c’è un paradiso a parte.

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