Baracca del polpo a Baratti: “Cerchiamo una soluzione che accontenti tutti”

Baracca del polpo a Baratti: “Cerchiamo una soluzione che accontenti tutti”

La petizione procede, sfiora quota 250 firme digitali. In settimana ci sarà anche un tentativo di trovare un accordo con Tito Verrocchi, il vincitore del bando per la vendita del polpo lesso a Baratti. Vincitore che, si affretta a sottolineare il vicesindaco Stefano Ferrini, «ha tutto il diritto di stare tranquillo». Perché la gara è stata fatta, la concessione di 12 anni è regolare e Verrocchi è libero di costruire (come ha appena cominciato a fare) il proprio chioschetto da aprire in vista dell’estate.

Il problema, secondo molti, è la collocazione del chiosco: nella piazzetta dei Villini, cioè nel cuore del golfo di Baratti, da dove l’occhio può spaziare tra il parco, i pini e il mare compreso tra Populonia e la villa del Barone. Oddio, il panorama lo si apprezza di più nelle giornate invernali, quando la piazzetta non è invasa da auto e camper. Ma questo è un altro discorso.

Ora c’è da risolvere questo problema piuttosto sentito, a giudicare dallo stesso numero dei firmatari e dai commenti su Facebook dove il chiosco del polpo ha scatenato una specie di guerra tra chi difende la baracchetta, chi ironizza sull’offerta culturale (povero polpo, nemmeno la dignità di un’orata), chi si batte per l’integrità di un vero gioiello naturalistico e archeologico, chi teme che sia solo il primo passo per una speculazione edil-commerciale.

Baratti porchettaE poi c’è anche chi punta il dito contro il “porchettaro”, ovvero il venditore di panini che da anni staziona nel pratone, accanto ai bagni, con il suo camper e i tavolini. A proposito del porchettaro, o meglio della famiglia Procopio (titolari del Casotto di Baratti), questa dovrebbe essere l’ultima estate nel pratone. Lo conferma Ferrini: «Dalla prossima estate verrà trasferito nella pineta tra piazza dei Villini e la strada, più indietro insomma rispetto al mare e al pratone. Lo prevede proprio il piano particolareggiato di Baratti e Populonia».

Il problema, secondo Ferrini, è che non c’è posto per tutti: se ci va il paninaro non ci può andare anche il polpaio. «Abbiamo fatto un sopralluogo in effetti lì non è possibile» dice Ferrini. Il giro lo ha fatto con Andrea Camerini, il regista e disegnatore che ha lanciato la petizione e che continua a raccogliere adesioni.

Anche sul fronte politico, visto che il consigliere piombinese Massimiliano Santini (M5s) ha preannunciato un’interrogazione. «In settimana parlerò anche con il vincitore del bando – dice Ferrini – per vedere se riusciamo a trovare una soluzione che accontenti tutti. Sia nell’immediato che soprattutto per il futuro».

In realtà ogni soluzione possibile è stata già scartata. La prima, lo spiazzo sul pratone dove anni fa c’era già un bar, è quella che sarebbe piaciuta di più a Ferrini. Anche perché sarebbe stata una posizione molto ridossata e fuori dallo skyline del golfo. Ma il piano particolareggiato vieta qualsiasi struttura all’interno del parco.

La seconda ipotesi, la rotonda della piazzetta dove c’è il punto di informazioni turistiche, sulla carta è già occupata da una carrozza a cavalli per i turisti. Carrozza che l’anno scorso è slittata e di cui Ferrini anche per quest’anno non ha saputo niente: «In ogni caso lì nel mezzo sarebbe impattante».

Impossibili anche le altre collocazioni, a ridosso del muretto dove ci sono gli stalli per gli scooter o del muretto dell’altra proprietà privata vicina. E quindi siamo alla collocazione attuale, tra gli stalli dei parcheggi e al confine con il prato.

Per trovare una soluzione i casi sono due, anche se Ferrini non lo dice. O si arriva addirittura a una variante al Piano, oppure ci si sposta tutti ancora più fuori: sulla strada, dove già ci sono i parcheggi, l’edicola e il verduraio. Per molti sarebbe l’ideale, anche in prospettiva. Magari con un ampliamento del parcheggio, la contestuale chiusura di quello ai Villini e i collegamenti garantiti da un servizio navetta continuo.

Fantascienza? Mica tanto, considerando che ancora più indietro, cioè alle Caldanelle, c’è già un parcheggio per auto e camper che, proprio secondo le previsioni del piano particolareggiato, avrebbe dovuto diventare un parcheggio scambiatore con servizi, navette, spazi commerciali, bagni.

«Le previsioni ci sono ancora – conferma Ferrini – diciamo che il progetto è rimasto indietro e che gli uffici devono lavorarci. E’ chiaro che servirebbe l’intervento dei privati con un project financing. Questo, lo dico subito, non significherebbe chiudere Baratti ma alleggerirebbe parecchio la pressione del traffico».

Alessandro De Gregorio – Il Tirreno 26.4.2015

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