«Baratti fra parole e scempio» Il comitato «Giù le mani da Baratti» interviene nella polemica

«Valorizzazione, riqualificazione, razionalizzazione. Sono parole dietro le quali in questi anni è passata la devastazione del territorio, Val di Cornia compresa.

Quando si parla di «valorizzazione» l’esperienza ci porta alle narici un inconfondibile odore di cemento.

La «riqualificazione» in genere consiste nel togliere di mezzo pezzi di storia e di cultura e di società: la piccola nautica di San Vincenzo divorata dai mega yacht dei ricchi nel nuovo superporto privato, il glorioso altoforno di Piombino demolito come un ferrovecchio, le case che spuntano ovunque a costi esorbitanti, l’agricoltura in via di espulsione da Rimigliano per fare posto alle villozze con spiaggia riservata come quella che, forse all’insaputa degli amministratori piombinesi, viene pubblicizzata sul sito del resort Poggio all’Agnello.

Il termine «razionalizzare», poi, è un capolavoro di ipocrisia. Non c’è niente di più razionale del paesaggio costruito nei secoli dalla laboriosa azione della natura e dell’uomo. Baratti è una specie di «summa» di questa storia millenaria. Perciò non lasciamoci inebriare dalla finta sorpresa di chi dice che Baratti non è in pericolo. E che sono mai 10 alloggi di lusso al Casone? La Torre poi si «riqualifica» mettendoci una dozzina di turisti facoltosi. E con una poderosa sbarra all’ingresso eliminiamo anche il turismo mordi e fuggi, come lo chiama qualcuno con evidente disprezzo per chi magari non può permettersi più lunghe vacanze e affitti esorbitanti. Perché l’antico Casone e la Torre non potrebbero essere destinati ad usi diversi?»

E ancora: «Qualcuno dei tanti sapienti che ci governa, sorriderà di fronte a queste idee strampalate di un gruppo di cittadini sprovveduti che non ha capito cosa significa razionalizzare, riqualificare e valorizzare.

Allora, visto che ci siamo, vogliamo proprio sprofondare nel ridicolo. Sapete cos’è che fa di Baratti un luogo speciale? Baratti è autentica. Perché Baratti ci fa sentire che in questo mondo è possibile scampare alla foga divoratrice del consumismo. E’ questa autenticità — è la conclusione — che vogliamo difendere perché ci appartiene. Baratti ha solo bisogno di essere mantenuta, preservata e a disposizione della collettività».

Giù le mani da Baratti

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