Baratti, intervento anti erosione atto primo

Baratti, intervento anti erosione atto primo

I 43 moduli in geotessuto, previsti per il salvataggio della chiesina di San Cerbone e confinanti scavi, sono in spiaggia. Ma l’operazione per mettere in sicurezza questa parte del golfo di Baratti potrebbe non essere ancora finita.

«I tecnici della Regione hanno fatto un sopralluogo e sono rimasti soddisfatti dei risultati – conferma l’assessore all’ambiente, Marco Chiarei – Ho già incontrato Pacini e il consenso della Provincia è già assicurato. C’è accordo per proseguire coi grossi sacchi almeno fino al muro, verso il porto, dove c’è la fonte».

I moduli di circa 6 metri, alti un metro e mezzo, larghi tre (della ditta Geosystem di Parma in associazione d’impresa con la Ge.Co. e Medita di Cagliari) riempiti di sabbia dalla cava Rondelli di Follonica, si sono già formattati alla costa e coprono 270 metri lineari. Sono attaccati alla falesia e il poco spazio “libero” tra falesia e geotessuto è stato coperto perché non entri il mare. È così che la chiesina di San Cerbone nuovo con gli scavi del cimitero Medievale (lato porticciolo) e area fonte (Casone) sembra in salvo dalla furia delle future onde.

«Quanto fatto ha dato buona risposta in occasione delle ultime, violente mareggiate – ricorda Chiarei – ma l’area più aggredita dall’erosione non finisce qui». Questa prima parte d’intervento è costata circa 290mila euro che il Comune ha anticipato ma che saranno reintegrati (all’80%) col finanziamento regionale; sono i fondi già stanziati dalla Regione e legati al maxi progetto per la protezione e il ripascimento di Baratti. «Proprio per questo, per proseguire, era necessaria completa condivisione – spiega Chiarei – Dopo il positivo incontro con l’assessore provinciale all’ambiente, abbiamo già fatto domanda in Regione per altri 130mila euro, stornati ancora dagli stessi fondi del maxi progetto».

Insomma moduli non bellissimi, ma validi. Sulla riva, presentano un colore in linea con la natura. Secondo Geosystem « la risacca provvederà a coprire i moduli con la posidonia». Sono le due “pance” che si formano in ciacun saccone che risultano fatte apposta per fronteggiare il mare in burrasca; se l’onda non si frange sulla prima si ferma sulla seconda, senza più arrivare alla scarpata. Buoni i primi risultati, la situazione sarà monitorata continuamente. «Stavolta non è importante l’aspetto estetico – sottolinea Chiarei – è prioritario salvare la spiaggia e poi vediamo come i bagnanti accoglieranno la scelta». Magari accomodarsi con l’asciugamano sui “tuboni” potrà risultare addirittura più comodo.
Cecilia Cecchi -Il Tirreno 30.03.2012

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