Botta e risposta sulle cave di Campiglia dopo il confronto aperto dal consigliere provinciale Maila Landi (PDL)

Botta e risposta sulle cave di Campiglia dopo il confronto aperto dal consigliere provinciale Maila Landi (PDL)

«Mi hanno fanno dire cose che invece non ho mai detto»

«La lista civica mi attribuisce cose che non ho detto«. L’assessore Gianfranco Benedettini replica al partito del capogruppo Zucconi sulla questione cave. «Il Comune dei Cittadini enumera una serie di “poco importa se” che comprendono tutto il dibattito di questi ultimi dieci anni e dico poco. Non so davvero come facciano a buttar dentro cose reali e cose virtuali, possibili e impossibili. Riconosco loro questa capacità ma rimane difficile seguirli su questa strada. Sono un comune mortale. Rispondo solo sulle cave, il resto è cosa detta e ridetta. “Ce le terremo”, mi fanno dire. Forse, intendono tenerle loro, io ho indicato anche le date. Le ripeto: 2018 e 2020. Prendere o lasciare. Mi fanno dire altre cose seguendo un metodo che perseguono da tempo: a parlar male qualcosa resta».

«Dedicano — aggiunge Benedettini — due-righe-due alla difesa dei posti di lavoro, degli occupati delle cave, ma non illustrano alcuna proposta circa questa “difesa” chiedendola a me, alla Giunta e alla maggioranza. Stiamo vivendo una crisi spaventosa che ha riflessi pure sulla nostra zona e loro ripetono frasi fatte. Le ultime notizie provenienti dalla maggiore nostra industria sono drammatiche ma, a loro, interessa solo il “destino” delle cave buone per alimentare polemiche. Affermano che per me “tutte le occasioni sono buone, compreso l’ampliamento del porto di Piombino”. Confermo e mi piacerebbe conoscere se per il Comune dei Cittadini, l’occasione è buona oppure no».
La Nazione 6.9.2013

 

Comunicato della lista civica Comune dei Cittadini

La risposta di Benedettini a Maida Landi, consigliere provinciale del PdL, esprime benissimo la posizione del nostro Comune sulle cave: ci sono, ci sono sempre state e ce le terremo. Per sostenerlo scomoda anche gli etruschi, omettendo di dire però che le loro erano miniere e non cave.

Poco importa se, come ricorda lo stesso Benedettini, il piano urbanistico che lui stesso dovrebbe attuare ha previsto la chiusura della cava di Monte Calvi al 2018 e quella di Monte Valerio (SALES) al 2020. Poco importa se nelle nostre colline è stato realizzato un parco minerario d’interesse europeo (solo in parte valorizzato) che attrae migliaia di visitatori. Poco importa se i ripristini ambientali non sono avvenuti contestualmente alle escavazioni, come disposto dai piani di coltivazioni originariamente approvati dal Comune, lasciando per decenni giganteschi fronti di cava visibili da decine di chilometri. Poco importa se, per favorire il massimo sfruttamento della cava di Monte Calvi, sono state approvate varianti che hanno raddoppiato le escavazioni e accentuato le pendenze dei gradoni rendendo più difficile l’attecchimento della vegetazione. Poco importa se, anche per queste negligenze, oggi abbiamo gravi impatti  ambientali che non favoriscono lo sviluppo del turismo e aumentano i rischi idrogeologici, in collina e in pianura.

Per rendere ancora più chiaro il proprio pensiero aggiunge che lui sta “dalla parte di chi intende salvaguardare il posto di lavoro finchè non si trovano soluzioni alternative”. Peccato che Benedettini e la Giunta di cui fa parte non abbiano fino ad oggi fatto nulla di nulla per favorire le soluzioni alternative di cui parla, quelle necessarie a creare nuove attività e nuovi posti di lavoro. A pochi anni dalla scadenza delle concessioni non esiste nessuna ipotesi di riconversione delle cave e  nessun progetto per il patrimonio culturale ancora da valorizzare. Non esiste neppure una seria valutazione del rapporto tra cave e fabbisogni effettivi del territorio (che probabilmente andranno garantiti nel tempo) a partire da quelli del calcare destinato all’industria siderurgica di Piombino. Oggi si scava per il mercato, senza vincoli di destinazione. Per Benedettini tutte le occasioni sono buone, compreso l’annunciato ampliamento del porto di Piombino. Poco importa se per contenere le escavazioni dalle colline e favorire il recupero dei rifiuti industriali è stato costruito con soldi pubblici l’impianto TAP  che, a detta della società ASIU, è oggi in condizione di fornire i materiali necessari per le opere portuali.

La Giunta attende la scadenza delle concessioni per constatare che, non essendo stato fatto nulla, altro non resta che rinnovarle per molti anni ancora.

Anche noi vogliamo la difesa dei posti di lavoro, degli occupati nelle cave come di coloro che operano in altri settori della nostra economia, turismo compreso. La differenza sostanziale è che noi vorremmo un maggiore impegno dell’amministrazione per orientare il futuro coniugando lavoro, ambiente e interessi generali. Per Benedettini e la maggioranza a decidere il “destino” delle nostre colline saranno invece solo le imprese estrattive.

Comune dei Cittadini 3.9.2013

Benedettini difende le cave: «E’ il destino delle nostre colline»

In difesa della cave perchè danno occupazione: l’assessore Gianfranco Benedettini replica al consigliere provinciale PdL, Maida Landi. «Landi – afferma – si dichiara stupita del mio “tono” circa la presenza e l’attività secolare delle cave a Campiglia. Confermo. Nella cava di Monte Valerio si scava fin dal tempo degli Etruschi. Penso che migliaia e migliaia di persone vi abbiano trovato lavoro e sostentamento». «Nella cava di Monte Calvi, – prosegue l’assessore – l’escavazione è più recente ma, anche qui, si tratta di qualche migliaia di persone. Oggi sono diverse centinaia direttamente o indirettamente. Pensando a quanto accade intorno è bene tenercele care». La difesa continua con la strategicità, a livello nazionale, del prodotto ricavato in un’altra cava. «E’ il destino dei Monti di Campiglia», afferma Bendettini . Che prosegue: «Siamo in attesa del piano provinciale delle cave e invito la consigliera a dare una sveglia ai suoi colleghi perché sia presentato e discusso al più presto. Io sto dalla parte di chi intende salvaguardare il posto di lavoro finché non si trovano soluzioni alternative». « Il materiale delle cave – sottolinea ancora l’assessore – è servito per lo sviluppo della zona e per la produzione della nostra maggiore fabbrica. Oggi serve per costruire tante cose, anche l’adeguamento del porto di Piombino al quale sono legate molte speranze. Concordo che intervenire sulle cave è “tesi scomoda e che ci vuole coraggio”. In attesa del piano provinciale, il Comune ha previsto la loro chiusura al 2018 e al 2020. Questo è coraggio ma, ogni tanto, qualcuno se lo dimentica e critica».
Il Tirreno 1.9.2013

«Le cave deturpano un paesaggio prezioso»

Il consigliere provinciale del Pdl Maida Landi apre il confronto su le cave di Campiglia.
«Turismo e agricoltura sono due voci complementari tra sé che hanno retto alla crisi e che hanno al loro interno ancora spazio per crescere purchè si sappia fare i conti con la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio». È questa la premessa da cui parte il consigliere provinciale del Pdl Maida Landi per riproporre un tema che le sta a cuore, quello delle cave di Campiglia e del loro impatto sul paesaggio. « Il potere che l’uomo esercita sulla natura – sostiene Landi – dimostra tutta la sua forza distruttiva a spese di esso specialmente con l’attività di cava. Osservando ciò che rimane delle nostre colline, tutti possono capire che “coltivare” una cava non è soltanto una operazione di impiego di manodopera o di scritture commerciali e bancarie, bensì impone le sue esigenze sfigurando in maniera irreversibile il territorio con danni che vanno oltre il comune che le ospita».

L’esponte del Pdl si dichiara quindi stupita del tono con cui un assessore del Comune di Campiglia, in un intervento di questi giorni commenta, con la consueta apparente bonomia, questa attività: «“…quanto alle cave, faccio presente che sono là da secoli e danno lavoro a migliaia di persone» «Poiché secondo i dati diffusi dall’Irpet (quindi attendibili) – insiste il consigliere Landi – nel 2011 i lavoratori impegnati in tutta la nostra area, tra cave e miniere, ammontavano a circa 150 unità, cui vanno sommati circa 200 unità dell’indotto, i conti non ci tornano». «Se l’assessore intendeva dire che queste centinaia sono tanti e vanno protetti come fossero migliaia ci trova d’accordo. Se invece intendeva far passare il concetto che poiché le cave sono qui da secoli (e anche qui ci sarebbero da fare tanti distinguo) e ci possono stare altri secoli ancora, magari fino a spianare le nostre colline e conseguentemente rendere legittimo l’attacco alla piattaforma di granito che le sostiene, allora sappia che non ci trova per niente d’accordo». «Il paesaggio – conclude Landi – è un bene inestimabile e non riproducibile, è la prima voce che aiuta a fare turismo, influisce sul benessere psico-fisico migliorando la qualità della vita, detiene nella sua cassaforte una biodiversità ignorate da chi le dovrebbe difendere, è determinante nel creare economie pulite». Gli enti locali, a qualsiasi livello, secondo il consigliere «hanno il dovere di studiare e introdurre filosofie nuove in merito al costo dei materiali lapidei, alla fonte, correlandoli al danno paesaggistico e ambientale che produce la loro estrazione, e non al loro valore effettivo, e giungere ad un valore reale. Sono tesi scomode da sostenere ma bisogna trovare il coraggio di farlo»
Il Tirreno 27.8.2013

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