Campiglia nel mirino del rapporto cave 2014 di Legambiente

Campiglia nel mirino del rapporto cave 2014 di Legambiente

Legambiente presenta il Rapporto cave 2014 e l’ebook fotografico L’Italia delle cave (qui sopra, il capitolo dedicato a Campiglia si trova a pagina 45)

Malgrado la crisi, quasi 6mila quelle attive e 17mila quelle abbandonate 9 regioni senza piani cava; 1 miliardo di Euro di fatturato ma in Sardegna e Basilicata si estrae gratis. Legambiente: “Subito regole per tutelare il territorio. Adeguare i canoni e puntare sul riciclo degli inerti per creare lavoro e nuove aziende della green economy” Leggi tutto…

Il Rapporto cave 2014  si occupa anche della Toscana e tra i casi più eclatanti a livello nazionale c’è quello che ci interessa in particolare:

LA DISTRUZIONE DELLE COLLINE A CAMPIGLIA MARITTIMA (LI)

Nel resto della Toscana la situazione rimane comunque di forte presenza di attività estrattive a causa delle 390 cave in funzione e circa 1.500 tra abbandonate e dismesse.

Continua ad essere uno dei casi più clamorosi, per la devastazione paesaggistica ed ambientale che ne deriva, quello delle cave sulle colline di Campiglia Marittima e di San Vincenzo, in Provincia di Livorno, con 5 cave presenti. L’area interessata ricade all’interno di un SIC (Monte Calvi di Campiglia) e di un’area naturale protetta istituita proprio dal Comune di Campiglia Marittima per la particolare importanza naturalistica del territorio. Ad aggravare il contesto è la presenza, messa a rischio, del Parco Archeo-minerario di San Silvestro e della Rocca medievale, entrambi siti culturali di notevole importanza ormai circondati dalle cave. La prima denuncia per questa condizione decisamente critica era arrivata già nel 2007 da parte dell’archeologo Riccardo Francovich: «La cava di Monte Calvi di Campiglia Marittima va chiusa, l´attività estrattiva non è più compatibile con la fruizione del Parco archeominerario di San Silvestro».

Si tratta di una battaglia aperta tra ambientalisti e fautori del Parco contro i piani di cava di Monte Calvi dell´Amministrazione, che prevedono che l´attività estrattiva del calcare per le acciaierie di Piombino prosegua fino al 2018. La cava in questione è contigua al perimetro del Parco, due attività giudicate incompatibili anche per le mine fatte brillare che – affermava ancora Francovich – «hanno provocato lesioni nell´antica Rocca di San Silvestro e, con la caduta dei sassi, messo a repentaglio il passaggio dei visitatori lungo itinerari del parco archeologico e minerario».

L’aspetto più assurdo è che la cava inizialmente sfruttata solo per le necessità all’interno del ciclo siderurgico delle fabbriche di Piombino, è cresciuta fino a oltre 1 milione di tonnellate di materiale all’anno dopo la decisione nel 1998 di liberalizzare la vendita del calcare da parte del Comune. Presidente della Società che opera nella cava è oggi l’ex Sindaco di Campiglia. La concessione prevede che l’attività estrattiva non si fermi prima del 2018, ma con i ritmi attuali è facile immaginare che la collina alle spalle di Campiglia per quella data non esista più.

(pagina 71 del Rapporto di Legambiente che puoi leggere integralmente cliccando qui – documento Pdf)

 e-book cave legambiente

Leggi anche:

L’Italia delle cave, a tutto gas nonostante la crisi. Legambiente: «Subito regole per tutelare il territorio. Adeguare i canoni e puntare sul riciclo degli inerti»  – Greenreport 29.4.2014

L’Italia che cava non se la cava. “La Repubblica fondata sul cemento, si nutre di cave” –  Altreconomia 29.4.2014

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