«Casone, struttura ricettiva per giovani e naturalisti» – L’identikit dei gruppi del percorso partecipato

Il Casone è l’identità di Baratti. Sì all’orto, no a piscina né a pannelli fotovoltaici». Partendo da qui i gruppi del percorso partecipato sul piano hanno “disegnato” un identikit di cosa dovrebbe diventare il Casone. Una sintesi che individua nella destinazione d’uso “polifunzionale”, una soluzione accettabile. E quindi il 3 marzo, nell’assemblea conclusiva, per il Casone si parlerà della «creazione di una struttura ricettiva non di lusso, di una struttura di accoglienza a prezzi contenuti che possa ospitare giovani, studenti, archeologi, turisti orientati all’esplorazione della natura (per esempio ciclo-turisti) o turismo culturale. Ma anche alla creazione di una struttura di accoglienza aperta, accessibile e che ben si integri con le peculiarità del luogo valorizzandone i pregi archeologici, naturalistici e paesaggistici».

I gruppi hanno anche individuato «all’interno del Casone spazi adibiti a servizi di tipo culturale – ad esempio riservando uno spazio per convegni e per seminari nel quale possano essere ospitati studiosi delle università e gruppi scuola – che valorizzino gli aspetti identitari del contesto di Baratti, contribuendo a favorire la destagionalizzazione del turismo». Si sono individuati anche criteri “rigorosi” per il restauro «in modo da conservarne le caratteristiche dal punto di vista estetico e strutturale».

Si chiede poi di «mantenere e valorizzare elementi costituenti l’identità del Casone quali ad esempio l’orto e i campi agricoli e di porre il vincolo di completa inedificabilità per tutta l’unità poderale compresi i terreni agricoli di pertinenza – oltre – a vietare l’accorpamento, il riutilizzo dei volumi eventualmente dimessi, l’installazione di pannelli solari e la costruzione di piscine (sia interne che esterne). E a vietare la realizzazione di parcheggi privati.

m. p.

La Nazione 23.2.2011