Cave, il sindaco di Campiglia si schiera con Enrico Rossi e replica al CxC

Cave, il sindaco di Campiglia si schiera con Enrico Rossi e replica al CxC

Rossana Soffritti: “Le attività estrattive sono un tema complesso: vanno valutati gli impatti che generano, ma anche le possibilità di lavoro e i bisogni che soddisfano”

“Sono perfettamente d’accordo con il presidente Enrico Rossi nel considerare le attività estrattive come un tema complesso che non può essere ricondotto all’analisi di un singolo aspetto, ma che deve essere governato, tenendo conto degli impatti che genera insieme alle possibilità di lavoro che produce e ai fabbisogni che soddisfa».

È questa la posizione del sindaco Rossana Soffritti, invitata a dire la sua circa la querelle che a livello regionale ha coinvolto il governatore Enrico Rossi e il suo assessore Anna Marson, “madrina” del piano paesaggistico (al voto il 10 marzo) su cui il maxiemendamento del Pd regionale ha aperto lo scontro tra i due. Il punto di tensione riguarda le norme per l’attività estrattiva delle cave: le proposte di modifica del partito di maggioranza trasformerebbero le iniziali prescrizioni in semplici indicazioni, indebolendo il Pit.

Al vaglio in queste ore un compromesso tra le parti, che, come spiegato da Rossi, verterebbe intorno a tre punti: stop ai prelievi selvaggi, ampliamenti condizionati e nessuna apertura sopra i 1.200 metri. Ma intanto, le associazioni ambientaliste si sono scagliate contro le variazioni presentate dai democratici. Tra queste, Legambiente, che parlando di negative conseguenze delle attività estrattive, ha fatto cenno a Campiglia come zona in cui «la devastazione paesaggistica e ambientale è clamorosa».

«Questo piano paesaggistico – sottolinea il sindaco – ci inserisce tra le regioni che per prime si sono dotate di uno strumento simile che affronta molti temi importanti, fissa linee di demarcazione precise rispetto alla tutela dei territori, delle risorse, parla dell’immagine del futuro della Toscana. Tuttavia, quando si arriva a dover integrare l’analisi dovendo considerare ambiente e necessità di reperire materiali, tutela del paesaggio e sviluppo economico, si devono trovare le migliori soluzioni possibili, non senza dover rinunciare a qualcosa, a volte».

E poi approfitta per replicare al Comitato per Campiglia, che sulla realtà estrattiva campigliese ha di recente accusato il Pd locale di «essere interessato esclusivamente a proteggere gli utili dei proprietari delle cave proponendo di non mettere limiti temporali o quantitativi alle concessioni di coltivazione».

«Che il presidente di un comitato – si riferisce all’architetto Alberto Primi – si possa permettere di fermarsi a valutare un solo aspetto, rientra nella natura di questi organismi che, generalmente si occupano di aspetti limitati dei temi. Questo di per sé potrebbe aiutare nell’approfondimento di una discussione, salvo poi quasi sempre assistere a una degenerazione perché, come in questo caso, il presidente si eleva a sedicente tutore della questione di cui si occupa, e a ritenersi detentore della verità assoluta, sino a formulare accuse delle quali spero se ne assuma la responsabilità. Chi fa politica e chi governa, partiti e amministratori devono operare in un modo diverso».

Due sono le concessioni per i piani di coltivazione in scadenza nei prossimi anni: su monte Calvi (carbonato di calcio) quella alle Cave finirà nel 2018, mentre quella alla Sales su Monte Valerio (inerti) nel 2020.

Come pensa di affrontare queste scadenze? «Da qui ai prossimi mesi – spiega Soffritti -, le nostre azioni, così come indicato dal consiglio comunale, saranno quelle che tenderanno, insieme anche alla Regione, a valutare tutti gli aspetti sopra detti allargando il più possibile la discussione».

C’è già un voto per andare oltre le scadenze

Lo scorso dicembre, il parlamentino cittadino ha approvato a maggioranza un ordine del giorno presentato da Campiglia Democratica che aveva come tema il futuro dell’attività estrattiva, alla luce, anche, delle nuove prospettive aperte dalla siderurgia piombinese e in vista della futura pianificazione regionale.

Il documento, firmato dal capogruppo di maggioranza Stefano Sicurani, chiedeva sostanzialmente di aprire un tavolo istituzionale, con Provincia e Regione, per confrontarsi sulla possibilità di sfruttare i giacimenti esistenti anche oltre le scadenze, all’interno di un piano regionale condiviso. A condizione che il distretto estrattivo di Campiglia diventi un luogo di riconosciuto interesse strategico. Come poi sottolineato dalla giunta nel fare propria questa impostazione, «se per Provincia e Regione le attività estrattive in loco sono importanti e tali da incidere sull’industria nazionale, allora queste specificità devono rappresentare un valore per il territorio e per la cittadinanza in termini di lavoro, ricchezza e tutela ambientale».

«Rivedere tempi e quantità del materiale escavato – aveva detto la giunta – non significa andare incontro a una stagione di rapina del territorio. Un orizzonte possibile potrebbe essere quello rivedere i piani e gli strumenti attraverso i quali consentire

Annalisa Mastellone

Tratto da Il Tirreno on line

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