Cave, oggi il tavolo di crisi con i sindacati e l’azienda

Cave, oggi il tavolo di crisi con i sindacati e l’azienda

Sia i lavoratori che la proprietà chiedono una proroga delle concessioni: «La chiusura dell’attività sarebbe un dramma per questo territorio»

Alle ore 9:30 primo incontro con i sindacati, poi alle 11 con la società. Regione e Comune in municipio questa mattina al tavolo di crisi convocato per fare il punto sull’annuncio di Cave srl di mettere in mobilità 10 dipendenti a causa del mancato rinnovo della concessione estrattiva su Monte Calvi.

Cave di Campiglia

Così il cda dell’azienda aveva motivato la decisione, prospettando la chiusura definitiva dell’attività con la scadenza del piano di coltivazione il 31 dicembre 2018. Lavoratori e sindacati avevano quindi chiesto l’attivazione di un tavolo di trattativa con le istituzioni, a cui parteciperanno Rossana Soffritti e Gianfranco Simoncini.

«La decisione della società di licenziare 10 dipendenti non può essere collegata al Comune» aveva precisato nei giorni scorsi la sindaca, sottolineando che «il ritardo nell’attuazione del piano di coltivazione, quindi la disponibilità ancora di molti metri cubi da scavare, permette a Cave srl di continuare praticamente in automatico almeno fino alla fine del 2022. Quindi ancora sei anni. Non si comprende perché oggi si afferma di non poter lavorare».

Lo scorso anno Cave srl aveva proposto di allungare le escavazioni su Monte Calvi per ulteriori 20 anni, ricevendo il diniego dell’amministrazione comunale perché «i nostri strumenti urbanistici e la politica di questo territorio – aveva ribadito Soffritti – da vent’anni affermano che le attività estrattive a Campiglia devono andare ad esaurimento con questi piani vigenti», ed essere in linea col Piano delle Cave che la Regione elaborerà entro la fine del 2017. Nell’ottica, aveva più volte detto, di un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, per scavare in base ai fabbisogni verosimili dei prossimi anni.

Ma adesso, quello che chiedono i lavoratori di Cave srl e i sindacati è avere garanzie sul futuro, ovvero un rinnovo della concessione che dia prospettive a lungo termine all’azienda scongiurando così i licenziamenti previsti, in una prima fase, e infine la chiusura della produzione. La loro speranza è che, dal tavolo di confronto aperto oggi, emergano soluzioni a breve termine. «La chiusura delle cave oltre a mettere in discussione i lavoratori e l’indotto, potrebbe inoltre avere conseguenze occupazionali per le grandi aziende – hanno sottolineato – che si sono insediate nelle province vicine anche grazie alla nostra produzione».

Annalisa Mastellone – Il Tirreno 30.11

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