Consorzio Agrario di Venturina: l’incontro pubblico sulla stampa

Consorzio agrario da riqualificare «Non si deve stravolgere la storia»
Le sei idee del Comitato sono state illustrate in un incontro pubblico

SEI IDEE per riqualificare il complesso del Consorzio agrario di Venturina senza distruggere le testimonianze storiche e architettoniche, con un forte invito al Comune di tenerne conto nella definizione del nuovo regolamento urbanistico. È stato questo il senso dell’incontro pubblico organizzato dal Comitato per Campiglia a cui hanno partecipato storici, architetti e semplici cittadini. Le sei proposte, raccolte sulla base di un concorso lanciato qualche mese fa dallo stesso Comitato, sono state presentate da singole persone o da gruppi e consistono in progetti di recupero degli edifici e degli spazi del vecchio Consorzio agrario per finalità di interesse collettivo: un centro giovani, un centro di formazione agraria superiore, un luogo di commercializzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari, un centro visite a servizio dell’intera Val di Cornia, un centro d’arte di livello nazionale e internazionale; infine la proposta di trasferirvi il Museo della civiltà del lavoro attualmente depositato presso un capannone dell’area fieristica.

A QUESTA IDEA, illustrata da Silvia Ghignoli del gruppo Guide Costa Etrusca, corrisponderebbe un allestimento più fruibile dell’importante collezione di reperti del mondo agricolo.

PRIMA della presentazione delle idee, l’architetto Massimo Cionini ha illustrato il piano urbanistico del Comune che risale al 1999 e che prevede la demolizione della quasi totalità del complesso per costruirvi appartamenti in edifici residenziali fino a quattro piani, mentre l’architetto senese Chiara Veneri ha mostrato alcuni casi di riuso a scopi pubblici di strutture produttive in altre parti della Toscana, come gli ex macelli di Prato e quelli di Siena.

IL DIBATTITO che è seguito ha portato l’attenzione sulla necessità di tenere conto anche degli aspetti economici della riqualificazione, di prendere il Consorzio come un’occasione per ripensare una parte importante di Venturina per la qualità della vita, l’aggregazione e il commercio, prevedendo in quest’area qualcosa di utile per tutti, anziché un’operazione vantaggiosa per pochi.

DIVERSI interventi hanno stigmatizzato l’abitudine ormai inveterata di trasformare tutto in appartamenti, come a Venturina è già successo per gli ex mulini, per molte scuole, per il cinema, per l’ex delegazione comunale, ecc., con l’invito che il nuovo regolamento edilizio riconsideri il destino del Consorzio agrario, studiando meglio la sua storia ed approfittando dell’occasione per un cambio di rotta nella pianificazione urbanistica locale.

La Nazione 22.12.2009

«Appartamenti? No grazie»
Architetti sul piede di guerra: cancellerebbero la nostra storia

Un appello accorato per la difesa della struttura del Consorzio Agrario. Questo l’esito dell’incontro di venerdì scorso al quale hanno preso parte numerosi architetti e professionisti della Val di Cornia. In ballo c’è il futuro dei fabbricati storici che, secondo gli addetti ai lavori, non necessariamente deve tradursi in una trasformazione degli immobili a fini residenziali. «Una scelta semplicistica» secondo l’architetto Alberto Primi, del Comitato Per Campiglia promotore dell’incontro, dal quale è arrivata la prima condanna al provvedimento. «La trasformazione in appartamenti – afferma Primi – significa rifiutare e non capire il proprio passato, impedendo così di gettare le basi del futuro. E’ vero che il Consorzio non ha un valore architettonico particolare, ma un grande valore storico per Venturina».

Secondo Primi la trasformazione del consorzio «è la strada più facile per chi non intenzione di perdersi a studiare una soluzione che valorizzi la storia delle persone. Ci si limita a valutare lo stato di conservazione, quello di utilizzo e la compatibilità della struttura con il contesto in cui è inserita. Seguendo questo parametro quindi, dovremo abbattere anche il Colosseo».

Ma forse non tutto è perduto. «Il fatto che il progetto di abbattimento sia in tutti questi anni rimasto sulla carta fa ben sperare – conclude Primi – è ovvio che l’imprenditore preferisce acquisire terreni su cui è possibile costruire subito, mentre nel caso del Consorzio ci sarebbe da abbattere questa grossa struttura; ma prima che ciò avvenga, vogliamo confutare che la scelta operata dall’amministrazione comunale sia inevitabile».

I Consorzio – come ricordato da Rossano Pazzagli – fu realizzato su un terreno della fattoria Antonio Boldrini, nel 1937, quale centro di deposito degli “ammassi”, la cui nascita fu finanziata dal ministero dei lavori pubblici. L’architetto Massimo Cionini ha curato la parte tecnica del progetto sul Consorzio che, sulla base di un Piano Particolareggiato del 1999, prevedeva un volume di progetto di 9200 metri cubi, corrispondenti sulla carta a 28 alloggi. Per Cionini, più verosimilmente, si dovrebbe parlare di 50 alloggi. Il piano del 1999 è stato ripreso dal piano strutturale del 2006 senza sostanziali modifiche. «C’è la previsione della delocalizzazione delle attività commerciali ed artigianali – spiega Cionini – il che significa spostare il cuore pulsante della città alla periferia di questa. Dei centri commerciali di media grandezza sarebbero previsti solo nelle aree attualmente occupare dai distributori. Sono in programma inoltre parcheggi a piano terra, il che conferma quanto detto sopra, perché esclude la nascita di attività commerciali ed uffici». Tra gli aspetti più critici, poi, la mancanza di spazi di aggregazione ed il fatto che «gli alloggi che verranno costruiti – continua Cionini – non sono computati nelle previsioni generali del piano strutturale».

Ma non è tutto. Secondo Silvia Ghignoli, del Centro Guida Costa Etrusca, risulta critica anche la collocazione del Museo del Lavoro. Infine l’architetto Chiata Veneri, ha descritto vari casi in Toscana di come sono stati riqualificati vecchi fabbricati storici significativi.

FRANCESCO ROSSI

Il Tirreno 24 dicembre 2009

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