DIRITTO D’ACCESSO: Comunicato del Comitato dopo il veto del Comune alle sue richieste

AL COMUNE DI CAMPIGLIA PIÙ CHE LA TRASPARENZA REGNA LA NEBBIA

Il 2 gennaio 2008 abbiamo chiesto al Comune di Campiglia il piano di coltivazione della cava di Monte Calvi, quello che da mesi è oggetto di discussione pubblica per gli effetti negativi che ha prodotto nel parco di San Silvestro.

Vista la rilevanza dell’argomento,e le molte polemiche, ci aspettavamo dal Comune la massima trasparenza. Lo richiede il buon senso e lo impone la legge. Riportiamo in merito un breve stralcio della legge n.241/90: “L’ accesso ai documenti amministrativi, attese le sue rilevanti finalità di pubblico interesse, costituisce principio generale dell’attività amministrativa al fine di favorire la partecipazione e di assicurarne l’imparzialità e la trasparenza, ed attiene ai livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione.”

Al Comune di Campiglia questi principi costituzionali sembrano ignorati.

Per interrompere i termini di consegna dei documenti (30 giorni) il dirigente arch. Alessandro Grassi, con raccomandata in data 28 gennaio 2008,  ci ha richiesto le motivazioni della domanda e la natura giuridica del Comitato al fine di valutare il nostro diritto di accesso. Valuteremo la correttezza e la legittimità di quanto richiesto  e, in ogni caso, provvederemo ad integrare la domanda.

Quello che ci sconcerta, invece, è il messaggio contenuto nella nota del dirigente che riportiamo integralmente:

“ Si ritiene, comunque, opportuno evidenziare come l’accesso agli atti in oggetto sia consentito solo a coloro ai quali gli atti stessi, direttamente o indirettamente, si rivolgono, che se ne possono avvalere, eventualmente, per la tutela di posizioni soggettive, le quali, anche se non devono necessariamente assumere la consistenza del diritto soggettivo o dell’interesse legittimo, devono però essere giuridicamente tutelate dall’ordinamento oltre che collegate agli atti per i quali l’accesso stesso è richiesto e non possono, in alcun caso, essere identificate con il generico ed indistinto interesse di ogni cittadino al buon andamento dell’attività amministrativa. Il diritto d’accesso, infatti, non può atteggiarsi come una sorta di azione popolare diretta a consentire una forma di controllo generalizzato sull’amministrazione, giacchè da un lato l’interesse che legittima ciascun soggetto all’istanza, da accertare caso per caso, deve essere personale, concreto e ricollegabile al soggetto stesso da uno specifico nesso, dall’altro la documentazione richiesta deve essere direttamente riferibile a tale interesse. Colui che richiede l’accesso non può, infine, pretendere che l’amministrazione compia funzioni di ricerca, d’indagine o di ricostruzione storica analitica di interi procedimenti esauriti.”

Ai lettori il commento su forma e contenuto.  Quello che ribadiamo al Comune sono pochi e chiari concetti:

Il Comitato per Campiglia è sorto per tutelare paesaggio e patrimonio culturale, ossia beni d’interesse pubblico generale tutelati dalla Costituzione;

Non abbiamo nessun interesse a controlli generalizzati sull’amministrazione, ma bensì a conoscere un ben preciso documento: il piano di coltivazione della cava di Monte Calvi autorizzato dal Comune di Campiglia;

Per fornirci i documenti richiesti non occorrono certamente  indagini storiche in quanto quel piano è tutt’oggi vigente: la sua scadenza è fissata al 2018.

COMITATO PER CAMPIGLIA

RISPOSTA DEL COMUNE:

C’è la privacy sui contenuti del piano cave

Perché è stato negato al Comitato per Campiglia l’accesso al piano di coltivazione delle cave. Sull’argomento torna il dirigente l’architetto Alessandro Grassi, responsabile dell’ufficio urbanistica del Comune. «Il Comune – sostiene – non ha respinto la richiesta d’accesso, ma ha chiesto un’integrazione della richiesta, attenendosi esclusivamente a quanto prevede la normativa più aggiornata in materia».

«Integrazioni – sostiene – che trovano fondamento giuridico nel fatto che la documentazione di cui si chiede copia non attiene ad un piano pubblico e pubblicato all’albo, ma ad un’autorizzazione privata che coinvolge anche il diritto alla privacy».

 

Dimostrerebbe che non è volontà del Comune di negare l’accesso agli atti, il fatto che «in passato sono state fornite copie ad una associazione ambientalista che ha chiesto documentazione relativa alle cave indicando le motivazioni e facendo richiesta specifica di atti relativi all’interesse che si supponeva leso».

Il dirigente del Comune al contrario sottolinea che: «La formulazione della richiesta pervenuta dal Comitato è secondo la normativa, contraddittoria, infatti la motivazione della finalità di studio approfondito sulle procedure adottate non è congrua con la richiesta di copie conformi di documenti che vengono richieste qualora debbano essere presentate di fronte ad un pubblico ufficio o all’autorità giudiziaria».

«Siamo in attesa, per procedere – conclude – di conoscere a quale titolo il Comitato ha eventualmente diritto di accesso a questi atti e la motivazione, che deve essere inerente ad uno specifico interesse concreto del soggetto richiedente e che non può configurarsi in un generico approfondimento di studio».

9 febbraio 2008

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