Dopo le polemiche dell’anno scorso il Comune di San Vincenzo chiama il professore Settis per il piano strutturale
«Col nuovo porto solo effetti positivi»
Biagi replica alle critiche: centro sempre più grande con l’inclusione dell’area del silo
Nel dibattito sulla cementificazione che si è sviluppato in queste ultime settimane sul Tirreno, si aggiunge la voce del sindaco di San Vincenzo Michele Biagi, che annuncia una novità inaspettata: il coinvolgimento del professor Settis, con cui c’era stata una forte polemica l’anno scorso, nella redazione del nuovo piano strutturale.
Dal piano strutturale partecipato è emerso il no dei cittadini ad altro cemento. Che decisioni prenderà l’amministrazione?
«Valuteremo attentamente il lavoro svolto da tutti – risponde il sindaco – e in special modo il quadro conoscitivo, le linee guida, le attività dei laboratori e il parere della Regione, con cui stiamo collaborando. Il percorso partecipato è uno strumento importante per la redazione del piano strutturale. A mio avviso, però, nei laboratori i cittadini non hanno espresso un netto stop al cemento. Direi piuttosto che è stato un confronto tra opinioni diverse che ha portato all’individuazione di indirizzi importanti come, ad esempio, evitare un ulteriore consumo di suolo aperto, crescere con regolarità e sostenibilità, far diventare San Vincenzo una realtà all’interno del sistema toscano. Le linee guida dell’amministrazione vanno in questa direzione».
San Vincenzo risulta uno dei Comuni più cementificati della Toscana negli ultimi 10 anni. Si sente di ammettere degli errori?
«Non so se San Vincenzo sia uno dei Comuni più cementificati della regione. E’ innegabile che, quando si decide di intervenire su qualcosa, si possano commettere errori, ma su questo argomento preferirei basarmi su dati reali e verificabili. Come sindaco, ho sempre approvato atti che andassero verso una pianificazione d’area circondariale e regionale: sensibile riduzione di consumo del suolo – come è successo nelle aree agricole – destinazione d’uso del realizzato a fini produttivi e residenza stabile, con poche realizzazioni di seconde case, riduzione delle volumetrie previste nei piani precedenti, incentivi alla bioarchitettura e alla bioedilizia. Negli ultimi 55 anni, a San Vincenzo, si riscontra un costante aumento delle aree artificiali (aree urbane, case sparse, viabilità e attività produttive) che rallenta negli anni ’90, per poi riprendere a crescere, con un picco in questi ultimi anni dovuto soprattutto alle aree artigianali e industriali, all’area Solvay e al nuovo porto. Il consumo medio annuo di suolo è di 6,6 ettari».
Ci sono, a San Vincenzo persone o imprese che dettano e guidano la corsa al cemento?
«Abbiamo sempre lavorato con legalità e trasparenza, applicando questi principi al pubblico, non al privato. Non c’è stata alcuna corsa al cemento. Nessuno è qui per distruggere, ma per dare un futuro positivo a tutti i cittadini».
La gente chiede tutele per Rimigliano. Cosa accadrà?
«Continueremo a valorizzare il parco di Rimigliano, importante risorsa ambientale e naturale del nostro Comune. Stiamo procedendo, infatti, alla definizione dell’ultimo tratto di esproprio, e stiamo valorizzando la Principessa con una nuova pista ciclabile che arriverà fino all’ultima entrata di Rimigliano. Mi auguro in futuro di vedere il sistema dei parchi della Val di Cornia come un nuovo Parco regionale della Toscana. Relativamente alla tenuta, spero che a breve si possa attuare la variante al piano strutturale, molto ben dettagliata».
Molti criticano già il porto. Lei continua a pensare che porterà vantaggi o ha cambiato idea?
«Non critico il porto e mi impegnerò affinché esso rappresenti un valore aggiunto del nostro centro urbano, il quale dovrà possedere sempre più servizi di controllo, arredo, manutenzione, pulizia, accoglienza, intrattenimento. Il centro si sta allargando con le nuove strutture del porto e le due piazze. Domani non mi dispiacerebbe vederlo ancora più ampio, con l’inclusione dell’area del silo come spazio immerso nel verde, che serva per parcheggi e tempo libero, con un ulteriore collegamento pedonale e ciclabile al centro urbano. E il porto turistico produrrà effetti positivi».
Ha avuto occasione di parlare col professor Settis nell’ultimo anno?
«Il progettista del piano strutturale lo ha incontrato nelle settimane scorse. In questo mese, inoltre, incontreremo il professore in Comune».
PAOLO FEDERIGHI
Il Tirreno 6.7.2010