Eccezionale scoperta archeologica a Baratti: è la sepoltura di due giovanetti

Eccezionale scoperta archeologica a Baratti: è la sepoltura di due giovanetti

Una necropoli villanoviana affiora sotto gli scavi alluvionati a novembre.

Dagli scavi di Baratti un ritrovamento eccezionale, un pezzo ancora sconosciuto di un passato che, poco a poco, torna alla luce nel Golfo di Baratti. Fortissima é la curiosità degli studiosi attorno al recente rinvenimento della ricca sepoltura di due giovanetti secondo un rituale sinora sconosciuto a Populonia.

Nel corso degli interventi per la sistemazione dei danni causati dall’alluvione del novembre scorso, la Soprintendenza Archeologia Toscana ha effettuato degli scavi di recupero in corrispondenza degli smottamenti lungo la falesia di Baratti. In località Ficaccio, dove in passato furono effettuati numerosi rinvenimenti di età arcaica, è venuta alla luce una porzione di una necropoli villanoviana costituita da numerose sepolture «a pozzetto».

Lo scavo di recupero, sul bagnasciuga come nel vicino caso del Fontino, sta procedendo con difficoltà, visto il continuo affioramento di acqua dovuto al mare e alla vicina falda , che allagano alternatamente l’area di intervento, costringendo gli operatori a lavorare nel fango. Gli archeologi hanno al momento individuato e recuperato diverse sepolture, lavorando senza interruzione per evitare danni da scavatori clandestini. Ma il rinvenimento che spicca sugli altri é quello avvenuto negli ultimi due giorni, quando è stata recuperata una straordinaria sepoltura a fossa.

«Contrariamente al tipico costume villanoviano attestato a Populonia – spiega Andrea Camilli, funzionario archeologo della Soprintendenza e responsabile dello scavo -, che prevede la deposizione dei resti dell’inumato in una urna-ossuario (il cosiddetto «vaso biconico»), a sua volta interrata in un pozzetto rivestito di lastre di arenaria, i due inumati, di giovanissima età, erano sepolti supini, uno sopra l’altro, inseriti in due vasi (un pithos ed un biconico) accostati per la bocca. 

La sepoltura – prosegue Camilli – già di per sé straordinaria, ha restituito un ricchissimo corredo di gioielli in bronzo, argento ed ambra, ora in attesa di restauro«. Terminata la fase di emergenza prosegue il recupero dei contesti archeologici coinvolti nelle frane e la loro messa in sicurezza e Camilli lancia un appello a usare il buon senso e a rispettare il lavoro degli archeologi e il contesto di scavo: «Invito chiunque a tenersi lontano dalla zona e ad evitare di venire sullo scavo a raccattare cocci». 

Eleonora Mancini – La Nazione 9.2.2016

   scavo baratti 2

  scavo baratti 4

Foto: http://www.quinewsvaldicornia.it

image_pdfSalva Pdfimage_printStampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *