Caso Ecomostro dei Lecci: il blitz a San Vincenzo, quello a Milano (sede Ferrero) e le voci di dimissioni

Caso Ecomostro dei Lecci: il blitz a San Vincenzo, quello a Milano (sede Ferrero) e le voci di dimissioni

Ecomostro” ai Lecci: voci di dimissioni in maggioranza dopo il blitz della Forestale negli uffici del Comune
Dopo l’intervento delle forze dell’ordine su mandato della Procura di Livorno, coi sequestri di computer e documenti dagli uffici tecnici comunali e da alcune abitazioni, e il sequestro penale del cosiddetto “ecomostro” – la palazzina parzialmente nel bosco de “I Lecci” – le voci di dimissioni da parte di consiglieri di maggioranza e assessori si sono rincorse, ieri, durante tutta la giornata.

Situazione normale in una piccola realtà: dopo la tempesta, pian piano prendono corpo ipotesi su possibili futuri scenari politici. Il blitz in Comune da parte dei carabinieri locali e della Forestale di Venturina – corpo di polizia che ha denunciato per primo gli abusi e che ha sempre seguito la vicenda – ha scatenato la fantapolitica locale, che si è sbizzarrita nel presentare scenari di crisi in giunta e consiglio.

Ma alcuni dei protagonisti di tali voci popolari – il vicesindaco Fabio Camerini, il consigliere di maggioranza Antonio Russo, gli assessori alle politiche giovanili e ai lavori pubblici Sara Tognoni ed Elisa Cecchini – hanno smentito categoricamente l’eventualità di dimissioni.

Gli assessori non vogliono dire nulla sulla vicenda. Tutti tranne Russo (Psi), unico a sbilanciarsi: «Spero – dice Russo – che la giustizia faccia il proprio corso e che chi eventualmente ha sbagliato ne paghi le conseguenze. Faccenda, quella dell’ecomostro, che si trascina da troppo tempo. Non mi quadra che per un manufatto dichiarato abusivo non si sia provveduto alla demolizione e al ripristino dei luoghi nonostante le ordinanze emesse».

A considerare l’amministrazione responsabile della vicenda – non giuridicamente, ma politicamente – Nicola Bertini del Forum e l’avvocato Davide Lera di San Vincenzo per tutti. «Abbiamo sempre sostenuto – dichiara Bertini – che la delibera numero 213 del 2007 costituisce la prima pecca. In essa si permetteva che l’edificio raggiungesse 106 mq di superficie, mentre se ne potevano consentire solo 46. Ci aspettiamo ora un’ammissione di responsabilità dell’amministrazione. Tutti – prosegue – conoscevano i dettagli del caso, che abbiamo discusso molte volte in consiglio. Non si sogni l’amministrazione di scaricare e abbandonare al proprio destino tecnici e dirigenti che fino a ieri stimava e appoggiava».

Per Lera, che ha chiesto e ottenuto da Biagi e Bertini una conferenza dei capigruppo sul caso nei prossimi giorni, le responsabilità dell’amministrazione sarebbero evidenti. «Non vorrei – sottolinea l’avvocato – che ci si limitasse all’aspetto tecnico, sottacendo la responsabilità politica del caso. C’è una delibera del 2007 che lo testimonia, molti i consigli in cui ne abbiamo parlato. Devo dare grande merito a Bertini, che ha inciso in modo importante sulla vicenda. Scaricare le colpe sui tecnici – prosegue Lera – mi pare un gesto semplicistico da parte dell’amministrazione, che deve chiarire quella che è stata una scelta politica. La gravità del comportamento politico – conclude – sta soprattutto nel fatto che si sia dovuti arrivare al punto di far intervenire la Procura e le forze dell’ordine quando esisteva da tempo un’ordinanza di demolizione mai attuata».
di Paolo Federighi -Il Tirreno 16.03.2012

Blitz a Milano nella sede della «Ferrero». San Vincenzo: proseguono i colpi di scena sull’inchiesta per l’«eco-mostro»
Enorme eco per la notizia del blitz in Comune disposto dall’autorità giudiziaria nell’inchiesta sull’eco-mostro, coordinata dal pm Luca Masini che si è avvalso dei carabinieri di San Vincenzo e del comando provinciale della Forestale.

Il blitz in considerazione delle numerose interrogazioni politiche e dei riflessi sulla stampa era da più parti previsto. E’ stato un «atto dovuto», conseguenza anche dalla mancata osservanza di una ordinanza di demolizione per una costruzione ritenuta «abuso edilizio» realizzato sulla duna nel parco dell’Hotel «I Lecci» lungo la via della Principessa.
Insomma in Comune nessuna meraviglia da parte dei dipendenti, anzi sono veramente pochi coloro che paiono disponibili a mostrare solidarietà nei confronti dei «colleghi» oggetto di questa indagine che, ormai pubblica, finisce per toccare l’aspetto giuridico penale.

Un atteggiamento che la dice lunga circa le diatribe, soprattutto per quanto riguarda il piano urbanistica, da molto tempo oggetto di aspre discussioni tanto che sono state formulate denunce reciproche anche fra altri tecnici oltre i due indagati. Intanto, è bene dirlo, anche la componente politica (che con il sindaco e assessore si dichiara estranea alla vicenda scaricando il tutto sulle spalle della componente tecnica) ha la sua parte di responsabilità.
La componente amministrativa ha, comunque, la sua parte di responsabilità e se non è giuridica finisce per essere sicuramente «morale» se messa di fronte a dettagliate e puntuali denunce scaturite pubblicamente, anche in consiglio comunale, in relazione ad una ordinanza non eseguita.

Sotto il profilo giudiziario in contemporanea al blitz in Comune è scattato anche nella la sede di Milano della ditta «Ferrero» proprietaria e nello stesso tempo costruttrice del manufatto. Così anche gli atti cartacei ed il computer della proprietà dell’area Park Hotel i Lecci sono stati sequestrati. La ditta costruttrice che è anche la proprietaria, e il tutto fa capo all’ingegner Augusto Ferrero.

Abbiamo anche cercato il sindaco Michele Biagi. Il primi cittadino ha risposto telegraficamente: «Seguiremo il percorso giuridico nel rispetto della trasparenza degli atti senza con questo voler entrare nel merito della questione che rimane squisitamente tecnica e meno politica».

Il geometra Daniele Bettini a sua volta non si sbilancia e dice: «Ho nominato l’avvocato Renzo Grassi quale mio difensore di fiducia, e, per questo, chiederò come previsto, il patrocinio legale al comune di San Vincenzo».

Intanto alla Torretta o meglio all’«ecomostro», manufatto in corso di realizzazione sulla duna all’interno de «I Lecci», sono stati messi i sigilli «sigilli» che gli investigatori hanno apposto alla presenza della proprietà. Al centro degli accertamenti della Procura la legittimità della concessione edilizia. Ora saranno spulciati tutti i documenti sequestrati.
di Piero Bientinesi -La Nazione 16.03.2012

«Rispettate le famiglie»
Premesso che ne abbiamo viste molte, di «clamorose» indagini su presunte irregolarità urbanistiche finire poi nel nulla e con tante scuse per gli indagati, la vicenda dell’«ecomostro» ha dell’incredibile.

Qualsiasi comune mortale che abbia avuto la ventura di avere a che fare con la macchina amministrativa pubblica per licenze edilizie, ristrutturazioni, rifacimento di una facciata, scendendo fino all’installazione di una caldaia, una cassetta della posta e magari anche per una mensola nel ripostiglio, sa che bisogna chiedere permessi e permessini, con quintali di documentazione in quadruplice copia, allegare pareri di stimatissimi professionisti ed essere disposti ad aspettare quei due o tre anni per la risposta.

Così, il cittadino che paga le tasse prova un leggero fastidio quando scopre che per qualcuno la situazione è molto diversa. Talmente diversa che nonostante le ripetute segnalazioni e denunce politiche di comitati e liste di opposizione, non solo le ordinanze di demolizione di manufatti ritenuti irregolari restano lettera morta, ma ci sono dei dipendenti pubblici pronti ad «immolarsi» e farsi sottoporre ad indagini pur di difendere il principio della libertà di costruire, il diritto ad edificare una villetta sulle dune.

Diritti, che nell’esperienza di ognuno di noi non paiono così visceralmente a cuore del burocrate di turno col quale ci scontriamo quando vorremmo chiudere con una vetrata il terrazzo sul retro per recuperare un po’ di spazio per la lavatrice, dato che lo stipendio è quello e acquistare una casa più grande è come vincere al totocalcio. In fondo la questione giudiziaria ci interessa fino ad un certo punto. Quello che ci interessa è sconfiggere l’arroganza della burocrazia e dei soliti furbetti. E’ troppo chiedere di vivere in un mondo più civile e rispettoso dei problemi veri delle famiglie?
Luca Filippi -La Nazione 16.03.2012

Sequestrati a San Vincenzo computer e documenti su ordine della Procura che da mesi ha aperto un fascicolo sul caso.
Blitz delle forze dell’ordine, ieri mattina, negli uffici tecnici comunali di via Alliata. Sono stati sequestrati alcuni computer e vari documenti relativi al caso del cosiddetto “ecomostro”, la palazzina situata nel bosco di pertinenza dell’hotel “I Lecci”, in via della Principessa, a pochi passi dall’arenile.

A presentarsi negli uffici sono stati funzionari della Procura di Livorno, i carabinieri di Campiglia e San Vincenzo e uomini della Forestale di Venturina, intervenuti dopo il sequestro penale della palazzina effettuato dai carabinieri di San Vincenzo e dalla Forestale di Venturina su ordine del Gip (Giudice indagini preliminari) il 7 marzo scorso.

Il sindaco Michele Biagi, raggiunto telefonicamente, ha preferito non rilasciare, al momento, alcuna dichiarazione sul caso. Sta di fatto che la situazione, a seguito della prima denuncia di abuso edilizio effettuata dalla Forestale nell’aprile scorso, sembra essersi fatta molto delicata. La palazzina in questione, denominata “Torretta”, doveva essere l’abitazione del guardiano dell’hotel. A fronte, tuttavia, dei 46 metri quadrati esistenti prima dei lavori (iniziati nel novembre 2010), gli interventi sulla struttura sembrano non aver portato ad un recupero a parità di superficie dell’edificio, ma ad un suo ampliamento fino a circa 150 metri quadrati, con un consistente danno alla duna e la costruzione di uno stradello abusivo nel bosco per permettere la circolazione dei mezzi di lavoro.

Durante l’estate scorsa il Comune, attraverso due ordinanze, decise prima di sospendere i lavori e, in seguito, di procedere alla demolizione parziale della struttura. Le indagini della Procura sono mirate anche a capire a chi sia oggettivamente ascrivibile la responsabilità degli abusi edilizi e paesaggistici commessi in quel tratto di bosco.

L’ordinanza di demolizione emessa dal Comune nel settembre 2011 sanciva la rimessa in pristino dei luoghi originari, ma, ad oggi, pare non essere accaduto ancora niente. Anzi, in questi sei mesi molte sono state le segnalazioni di vari blog, del Forum, di cittadini e comitati (il più agguerrito dei quali ha il nome di “Robin San”) a proposito di alcune attività edilizie apparentemente irregolari quali, ad esempio, la copertura in cemento dello scantinato. Il caso è finito da mesi nelle mani della Procura di Livorno, che tutt’ora indaga sulla vicenda.

Nel consiglio comunale del 12 marzo scorso, la maggioranza ha approvato una mozione del Forum in cui si chiedeva all’amministrazione, data l’avvenuta scadenza dei termini, di procedere alla demolizione della struttura. Il sindaco Biagi e l’assessore all’urbanistica Alessandro Bandini avevano già dichiarato, nei consigli comunali precedenti, di volere la demolizione completa, e non parziale, del manufatto.

Bertini, durante il consiglio, ha denunciato l’esistenza di nuovi lavori sulla strada abusiva d’accesso al cantiere, con ammasso di grandi quantità di forati per la realizzazione dei muri. La mozione era stata inviata nei giorni scorsi alla Procura, alla Forestale di Campiglia e Livorno, alla presidenza della Regione Toscana e all’assessorato all’urbanistica regionale.
di Paolo Federighi -Il Tirreno 15.03.2012

Una clamorosa mozione del Forum aveva «anticipato» l’azione della Magistratura.
Blitz ieri mattina in Comune coordinato dalla Procura della Repubblica di Livorno, titolare delle indagini il pm Luca Masini, che ha delegato i carabinieri di San Vincenzo ed il comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato.

L’intervento è scattato fin dalla mattina quando gli investigatori sono andati negli uffici tecnici comunali ed in particolare nella sezione urbanistica privata. Sono stati sequestrati faldoni di documenti ed anche computer (due negli uffici comunali e due prelevati nelle abitazioni di due tecnici) e proprio perché si è trattato di un sequestro e non «acquisizione» di atti è presumibile ritenere che siano in itinere gli avvisi di garanzia, atti dovuti per il sequestro della documentazione. Gli investigatori sono rimasti negli uffici per molte ore e l’indagine potrebbe anche allargarsi ad altri soggetti.

Stretto riserbo sul blitz e sulle indagini. Ma sicuramente, la questione dell’ormai conosciuto «ecomostro» (costruzione sulla duna nel parco de «I Lecci »), che «La Nazione», per prima, portò alla ribalta nell’estate scorsa, sembra essere al centro del blitz.

L’Ecomostro, comunque, non sembra essere l’unica questione al vaglio dell’autorità giudiziaria. In ogni caso, proprio nel consiglio comunale di lunedì a seguito di una mozione presentata dal gruppo consiliare «Forum del centrosinistra» con oggetto «Attività edilizia presso l’edificio Torretta all’interno del recinto dell’hotel I Lecci» è emerso come anche per l’amministrazione occorra procedere a demolire e rimettere in ripristino l’area tanto che la mozione è stata approvata all’unanimità. Già in altre occasioni, lo ricordiamo, dove la questione è stata oggetto di discussione, il dirigente Andrea Filippi parlava di demolizione parziale.

In ogni caso, è stato detto, che è stata sospesa l’ordinanza di demolizione per «acquisire un parere legale». E’ inutile nasconderlo, in consiglio comunale è emersa chiara soddisfazione da parte del gruppo di opposizione «Forum del Centrosinistra» per la posizione intransigente della stessa maggioranza di voler demolire il manufatto. Insomma, è evidente che il blitz di ieri assume un carattere «squisitamente tecnico» con sequestro di documenti nell’ufficio del dirigente geometra Andrea Filippi e dell’edilizia privata geometra Daniele Bettini.

In effetti, la «mozione» del Forum discussa ed approvata ad unanimità dal consiglio comunale è molto eloquente.
«Considerato che nonostante la rilevazione dell’abuso effettuata nell’aprile del 2011, e nonostante siano già abbondantemente scaduti i termini per eseguire l’ordinanza di ripristino dei luoghi emessa dal Comune, l’immobile già ribattezzato “ecomostro” è ancora al suo posto; visto che recentemente sono stati eseguiti nuovi lavori alla parte esterna del piano seminterrato e alla strada, puntualmente denunciati a codesta amministrazione attraverso un’interrogazione ad hoc presentata dal Gruppo scrivente (Forum) con discussione pubblica in consiglio comunale; considerato che neppure dopo tale discussione si è proceduto a far eseguire l’ordinanza pur avendo riconosciuto e verbalizzato come i termini per procedere alla demolizione fossero ormai trascorsi; rilevato come siano ulteriormente avanzati i lavori persino nei giorni scorsi quando, oltre a migliorare la strada d’accesso al cantiere, siano stati altresì ammassati grandi quantità di forati comunemente usati per la realizzazione dei muri; ricordato che tali attività edilizie vengono svolte in su un manufatto dichiarato in buona parte abusivo, realizzato con sostanziali pesanti variazioni rispetto a quanto autorizzato dal permesso di costruire, e che avrebbe già dovuto essere abbattuto; ricordato quanto dispone il Dpr 380/11 (Testo Unico sull’edilizia) a proposito dell’inerzia nel far eseguire le demolizioni in seguito ad «Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali”; il consiglio comunale richiama al rispetto dell’ordinanza; impegna gli uffici competenti a far eseguire i lavori di demolizione e rimessa in pristino dei luoghi con effetto immediato; invia la mozione alla Procura della Repubblica, agli Uffici di Campiglia e di Livorno del Corpo Forestale dello Stato, alla presidenza della Regione Toscana e all’assessorato all’urbanistica regionale».
di Piero Bientinesi -La Nazione 15.03.2012

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Un pensiero su “Caso Ecomostro dei Lecci: il blitz a San Vincenzo, quello a Milano (sede Ferrero) e le voci di dimissioni

  1. FIN TROPPO FACILE RIPOSTARE QUELLO CHE AVEVO GIA’ SCRITTO:

    “ASTUTO CACCIATORE scrive:
    19 gennaio 2012 alle 20:37

    Figuriamoci se verrà demolito “l’ecomostro” !!! Si cercherà, in tutti i modi, di rinviare aspettando che salti fuori qualche cavillo, qualche condoncino, qualche proposta (strumentale) di riutilizzo e ristrutturazione per altri fini, che verrà sollecitamente appoggiata. Figuriamoci se chi ha costruito non aveva gli appoggi giusti nelle sedi giuste per farlo. E allora,dopo questo piccolo aperitivo, avanti popolo, con Rimigliano e Paradisino !!!”

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