Ferita, dimenticata. Povera Rocca di Campiglia…

I tanti visitatori della Rocca di Campiglia si trovano di fronte ad una situazione di qualità molto al di sotto delle potenzialità del monumento, sia per quanto riguarda la gestione che la manutenzione.

Il sentiero di accesso è dilavato dalle piogge, non esiste un sistema per rendere accessibile il monumento a persone disabili. L’illuminazione è carente e spesso assente, gli spazi verdi presentano un manto erboso trascurato e semidistrutto. A parte i gabinetti non esiste alcun altro servizio.

Il Museo è chiuso per una presunta impossibilità di utilizzare l’uscita di sicurezza in quanto in presenza di un cantiere di restauro.

   

Inoltre manca una qualunque persona in grado di dare informazioni ai visitatori.

Quello che colpisce è il disinteresse di chi ha la responsabilità della manutenzione, gestione e promozione dell’importante monumento: occorrerebbe risistemare i prati, sostituire il sistema di illuminazione inadatto e mal funzionante, realizzare un percorso provvisorio protetto con paraschegge per proteggere l’uscita di sicurezza del Museo che va tenuto aperto e supportato da un personale competente, almeno qualche giorno alla settimana e in occasione di visite guidate.

Sarebbe utile inoltre realizzare una tettoia in legno tra l’attuale blocco servizi e le mura per ospitare un punto protetto di ristoro, anche solo stagionale, di supporto per concerti ed altri eventi:

Sarebbe consigliabile anche reinstallare le riproduzioni delle macchine da guerra medioevali, distrutte dal tempo e dall’incuria, per essere godute da tutti: adulti, bambini, persone di culture diverse. Senza evocare certi cartelli informativi diventati illeggibili:

Ma fondamentalmente occorrerebbe una gestione unitaria della rete di spazi monumentali, storici e archeologici. Oggi vediamo che mentre a San Silvestro, Populonia, Piombino vengono realizzati incontri, eventi, spettacoli, alla Rocca di Campiglia non accade mai nulla, se si escludono i cinque giorni di “ApritiBorgo” e qualche rarissima altra occasione.

È indispensabile allora abbandonare l’attuale criterio di gestione e rivolgersi ad una struttura pubblica intercomunale come la Società Parchi Val di Cornia specializzata nel settore e in grado di inserire in una più ampia rete turistica la Rocca e il Museo della Rocca.

Simona Lecchini Giovannoni
Comitato per Campiglia