Finalmente una voce fuori dal coro “made in PD”

Jessica Pasquini lascia “Suvereto Democratica”. Ecco le sue motivazioni:
«Il bilancio personale degli ultimi due anni come consigliere comunale mi ha portato a riflettere e condividere questo stato delle cose:  il ruolo del gruppo di maggioranza è di mera ratifica delle decisioni della giunta, non c’è partecipazione alle decisioni, gli incontri si riducono frettolosamente ai preconsigli, non c’è informazione né coordinazione. Il gruppo ha sostenuto il sindaco con un programma, ma un programma elettorale non annovera tutte le decisioni che nel corso di un mandato vengono prese.

Non mi sembra che tutti abbiano chiara la responsabilità che l’incarico comporta, sembra che sia sufficiente partecipare ai consigli, alzare la mano e il compitino è svolto. Non c’è mai stata una iniziativa autonoma, mai una discussione critica, mai la capacità di incidere sulle scelte finali dell’amministrazione.

La mia riflessione non coinvolge giunta e sindaco ma il gruppo, che dovrebbe promuovere partecipazione e coadiuvare l’amministrazione con proposte e anche critiche, mentre vedo che c’è sovrapposizione tra attività politica e amministrativa e l’atteggiamento dominante è di chiusura nei confronti delle critiche e delle diversità. Quasi sempre ne risulta un pensiero unico e un allineamento a prescindere verso le decisioni sostanzialmente già prese, come nella questione del Regolamento Urbanistico dove non sono state neanche prese in considerazione le osservazioni da me fatte, quasi non fosse lecito farle.

Il mondo intorno sta cambiando, la nazione è in fermento, i giovani hanno sempre meno speranze  nel futuro e tutto il paese vuole una ripulita di questo sistema politico in cui la direzione delle democrazia ha preso il verso contrario, dall’alto verso il basso e non viceversa:
le decisioni sono prese in base alle esigenze e agli affari di pochi e poi si usano i canali della politica per istruire la gente che le decisioni sono giuste.  Purtroppo anche il livello locale sembra riflettere le tendenze generali, aggravate dalla mancanza di spessore culturale. Bisogna conoscere le cose prima di pronunciarsi o di votare.

I canali di informazione vera sono pochi ed è proprio in un contesto come questo che una forza politica, un partito, deve informare la gente e capire da dove iniziare per cambiare questo sistema fallimentare sul piano della rappresentatività popolare. Non abbiamo la bacchetta magica e non si cambia dall’oggi al domani,ma si prova e lo si fa nel proprio piccolo, guidando e sostenendo le battaglie quotidiane locali, che attraverso il sistema dei partiti e del loro confluire fino ai piani provinciali, regionali e poi nazionali possano avere una voce e un impatto su chi governa.

Il più grande dei problemi del nostro tempo è che le persone si sono rassegnate, l’idea dominante è che non contiamo niente, non si può fare niente e decidono sempre i soliti nelle stanze chiuse. Nei giovani, in particolare, questa sensazione di impotenza è notevolmente diffusa.

Non dovrebbe essere così in democrazia, la voce dei cittadini si deve sentire, soprattutto attraverso le forze politiche che li rappresentano che al contrario non devono obbedire come fanno ora a livelli superiori, nella speranza che la fedeltà sia ripagata.

Oltre ai riferimenti locali, prendiamo ad esempio in sintesi la questione autostrada tirrenica che è di attualità: Nonostante che il PD abbia organizzato tempo fa una manifestazione contro il pedaggio, ora accetta un progetto che trasforma una superstrada pubblica gratuita, realizzata con i soldi dei cittadini, in una infrastruttura privata a pagamento. In cambio di lievi adeguamenti alla carreggiata, aumenterà così il costo dei trasporti e di tutti i servizi e prodotti correlati, riducendo il diritto alla mobilità e danneggiando l’economia della zona. Anche in questo caso si ha l’impressione che gli ordini dall’alto non si discutono, e basta.
Per tutti questi motivi, di carattere locale e generale, non mi riconosco in questo modo di fare politica. Pertanto non posso più rimanere nel gruppo di Suvereto Democratico, guidato da un partito che ragiona così e che rimane immobile nelle battaglie stando sempre dalla parte della politica, spesso a sfavore della gente .

Nel rispetto degli elettori continuerò comunque il mio impegno in consiglio comunale in modo indipendente e cercando di rappresentare chi ha creduto in me, sostenendo di volta in volta ciò che la mia coscienza e i valori in cui credo ritengono giusto. Non è una presa di posizione contro l’amministrazione, non rinnego le decisioni che ho sostenuto e che continuerò a sostenere, ma ritengo necessario distaccarmi da questo sistema ed affrontare le cose con serenità, indipendenza e autonomia di pensiero.
Mantengo la stima per chi l’avevo, al di fuori di ogni personalizzazione, e sottolineo che il mio pensiero è esclusivamente sul piano politico.

Auspico davvero  che l’intelligenza di ognuno possa favorire toni pacati e un rispetto reciproco delle posizioni come si conviene in un consesso democratico che pur nelle diversità deve lavorare per rispondere prima di tutto agli interessi collettivi e alle esigenze di un paese e di una cittadinanza».
Pasquini Jessica

Questa lettera è tratta dal sito del Corriere Etrusco

Commento della lista civica Comune dei Cittadini (Campiglia M.ma):

Quello di Jessica è sicuramente un atto di coraggio politico che dovrebbere essere ascoltato, prima di tutto, dal gruppo politico di Suvereto in cui è stata eletta.
Ancora prima delle scelte, denuncia la frustrazione di chi percepisce l’inutilità del ruolo di consigliere comunale. Noi, dall’opposione, a Campiglia percepiamo l’inutilità del Consiglio Comunale, dove non esistono margini per il confronto tra le opinioni e la ricerca delle soluzioni più avanzate, nell’interesse comune. Ma il problema non è solo delle opposizione. Il deficit di democrazia riguarda le stesse maggioranze.
Quello di Jessica è un grido d’allarme per chiunque viva la politica come impegno civile.  E’ un invito a riscoprire la buona politica  e le ragioni profonde della democrazia, gravente svilita anche laddove a governare sono partiti e coalizioni che fanno della democrazia un valore fondante.
Comune dei Cittadini

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2 pensieri su “Finalmente una voce fuori dal coro “made in PD”

  1. spero che questo atto di dignità, critica intelligente, speranza in una politica migliore e soprattutto CORAGGIO sia di spinta a quanti, soprattutto giovani, si sentono umiliati in un partito diventato ormai ingessato e autoreferenziato.
    Da insegnante e militante un tempo in un partito che mi sembrava migliore, mi congratulo per la tua onestà intellettuale.

  2. EVVIVA! Sono pochi i ragazzi del PD (e partiti in genere) che sanno distinguersi in questo modo. La quasi totalità è fatta da giovani ‘ostaggi’ dei partiti che spesso si limitano ad… alzare pateticamente a comando la manino nei consigli comunali e niente più. Queste arcaiche rappresentazioni partitiche (basta vedere che succede a San Vincenzo) sono lontani anni luce da ciò che vuole e sempre più pretende la gente. Brava Jessica!

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