I dubbi e la perplessità di Luciano di fronte alle scelte dell’amministrazione di Campiglia

Commerciante in Via Buozzi, a Campiglia, Luciano Quarati interviene nella polemica suscitata dalla chiusura annunciata di una sezione delle scuole materne del centro storico:

“Mala tempora currunt” (corrono tempi bui) diceva Cicerone più di duemila anni fa e mai come adesso questa frase sembra rispecchiare meglio i tempi in cui viviamo. Tempi in cui in nome del rigore e del risparmio si tende ad accorpare ed a riunire scuole, ospedali ed altri servizi pubblici di primaria importanza. La cosa più singolare è che tutto ciò viene fatto passare come un miglioramento facendo finta di dimenticare che troppo spesso i disagi arrecati alla cittadinanza superano di gran lunga i riscontri positivi.

Siamo passati da “Lo vuole l’Europa” a “Basta con l’Europa del rigore” ma i risultati per noi cittadini sono sempre gli stessi, mille idee per toglierci servizi e prestazioni e nemmeno una per darci qualcosa in più e di migliore.

Il nostro territorio da questo punto di vista è emblematico, negli anni, piano piano, quasi in punta di piedi, scuole sono sparite, ospedali (come quello di Campiglia) sono stati chiusi, servizi sono stati accorpati, l’ultima e forse più grave perdita si è verificata quando è stato spento l’altoforno a Piombino (con le nefaste conseguenze che oggi tocchiamo con mano).

La politica ci sa fare, riesce spesso ad imporre le proprie scelte con eleganza, con una grazia tale che spesso alla popolazione sembra che le venga fatto un piacere, una concessione.
Anche la “riorganizzazione della scuola dell’infanzia” qui a Campiglia va esattamente nella stessa direzione, si comincia togliendo una sezione della scuola materna così, quando i bambini che la frequenteranno, saranno pochi, si passerà alla chiusura ma sembrerà inevitabile e quindi nessuno ne avrà la responsabilità diretta.

I nostri amministratori negli ultimi tempi giustificano tutto con la mancanza di mezzi e di fondi e probabilmente spesso è davvero così, ma io credo che in certe situazioni e per certi luoghi si dovrebbe quanto meno provare a usare altri parametri.

Campiglia e il suo centro storico dovrebbero essere il fiore all’occhiello, il valore aggiunto del nostro comune, meriterebbero tutti gli sforzi per essere incentivati e potenziati anche a costo di qualche scelta coraggiosa, controcorrente, ma non mi pare che ultimamente la volontà politica vada in questa direzione.

Capisco che chi viene eletto debba in qualche modo rendere conto ai propri “superiori” e al proprio partito di appartenenza e non so quali direttive gli arrivino in tal senso, anche se posso immaginarle, ma non dovrebbe mai dimenticare chi li ha effettivamente eletti e, soprattutto le esigenze del territorio che sono chiamati ad amministrare.

Siamo sicuri che togliere risorse e accorpare servizi sia davvero la strada giusta da percorrere? Io spesso ne dubito, specialmente nelle ultime settimane quando, di fronte a tragedie e accadimenti di portata nazionale si scopre che certe cose si sarebbero potute evitare o quanto meno circoscrivere se ci fosse stata un’organizzazione migliore, depotenziare la Protezione Civile, togliere le province, dividere i poteri senza redistribuirli nella giusta maniera non mi pare che abbia portato ad un miglioramento.

La politica si sta sempre più allontanando dalla gente, anche partiti che debbono la loro stessa esistenza al popolo, al contatto e al confronto continuo con esso sembrano non accorgersene, se questo a livello nazionale può essere deleterio e controproducente, a livello locale a lungo andare può rivelarsi addirittura letale e dare via libera a formazioni politiche che fanno del populismo la loro arma vincente, forse siamo ancora in tempo per evitare che ciò accada, ma è bene che i nostri amministratori si diano da fare prima che sia troppo tardi e che la loro stessa sopravvivenza politica sia seriamente messa in discussione.

Non abbiamo bisogno di rappresentanti che accettino supinamente ordini e direttive che gli arrivino dall’alto, ma persone che si confrontino con la gente e che abbiano a cuore il territorio che sono chiamati ad amministrare, solo così avremo una piccola possibilità, forse l’ultima, per provare, insieme, a fare qualcosa che porti dei reali benefici per il nostro territorio.

Luciano Quarati

Commento inserito su questo sito in seguito al nostro comunicato “Campiglia e le politiche strane, anzi stupefacenti” 26.1.2017