ANALISI E CONSIDERAZIONI SUGLI ORIENTAMENTI PROGETTUALI DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI BARATTI E POPULONIA DEL 3 AGOSTO 2010

ANALISI E CONSIDERAZIONI SUGLI ORIENTAMENTI PROGETTUALI DEL PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI BARATTI E POPULONIA DEL 3 AGOSTO 2010

La prima osservazione nasce spontanea leggendo il titolo stesso.
Infatti il piano si preoccupa essenzialmente di un riordino del sistema di accesso veicolare , pedonale e ciclabile e di un riordino di fabbricati, di spiagge, di scuola di vela . Non si preoccupa minimamente di individuare precisi programmi di scavo, di tutela, di valorizzazione e protezione del patrimonio archeologico; non parla mai negli orientamenti progettuali di criteri di raccordo tra, Soprintendenze, Enti, Università italiane e straniere, che dovrebbero, proprio perché Parco Archeologico, essere a monte di qualunque progetto.

Di fatto si dovrebbe parlare di “Piano Particolareggiato delle frazioni di Baratti e Populonia” senza tirare in ballo la componente archeologica che non è minimamente trattata né presa in considerazione come variabile fondamentale del progetto. Sarebbe poi corretto conoscere gli estensori degli orientamenti progettuali e delle proposte i cui nomi non appaiono nel documento.

In genere i piani particolareggiati hanno, a monte delle ipotesi progettuali, una analisi di vari fattori significativi, (flussi di traffico nell’arco dei mesi dell’anno e nei giorni della settimana, analisi delle infrastrutture e loro potenzialità di assorbimento, vincoli archeologici, ambientali, paesaggistici sia a livello di suolo che di acque , ecc. ecc.) e degli obbiettivi che devono essere sempre verificati alla luce della necessità di tutelare il patrimonio ambientale che nel nostro caso è di altissimo livello e quindi degno di altissima attenzione.
Nel caso del Piano di Baratti e Populonia, almeno leggendo quanto messo in rete, non vediamo alcunché degli studi preliminari, né vediamo detti, in maniera organica, gli obbiettivi del Piano.

Questi li possiamo tuttavia ricavare dalle schede norma relative agli ambiti unitari e sinteticamente sono:
Porta al Parco
Lo scopo dichiarato è di proteggere i valori ambientali e paesaggistici diminuendo la pressione diretta del carico veicolare.
Area attrezzata per attività veliche
Gli scopi dichiarati sono la razionalizzazione delle funzioni ammissibili con il contesto paesaggistico (sarebbe bene aggiungere “archeologico”), delocalizzazione di quelle incompatibili, salvaguardia della duna attiva e consolidata.
Podere il Casone
Lo scopo dichiarato è la protezione dei valori ambientali e paesaggistici
Area per funzioni  diportistiche e sevizi connessi
Gli scopi dichiarati sono razionalizzazione e riordino dell’area occupata dal campo boe, diminuzione della pressione sull’integrità fisica e paesaggistica dell’area, incentivazione dell’incremento della qualità dei servizi nautici offerti.
Torre di Baratti
Gli scopi dichiarati sono riqualificazione architettonica della torre storica, incremento in quantità e qualità dei servizi ricettivi e di ristorazione.
Waterfront Torre Baratti
Gli scopi dichiarati sono la valorizzazione del fronte mare, la regolamentazione della fruizione, la valorizzazione di ambito, la riduzione dell’accessibilità veicolare.
Belvedere Populonia alta
Gli scopi dichiarati sono la valorizzazione della porta di accesso al nucleo storico di Populonia, la diminuzione della pressione diretta del carico urbanistico e antropico.
Edificio ex-croce rossa a Populonia alta
Gli scopi dichiarati sono il restauro del complesso edilizio, il divieto di alterazione dell’ambito di pertinenza,la  promozione di attività ricettive
Punti di ristoro e vendita di generi alimentari e non
Lo scopo dichiarato è l’allontanamento dalle aree più pregiate (pratone, area dunale)

Dalla sintesi dei vari punti risulta che il Piano vuole raggiungere il riordino di aree mal utilizzate, il riordino dell’attuale offerta turistica, il riuso di immobili esistenti vuoti o sottoutilizzati, il riordino delle attività veliche ed il riordino del sistema di accesso veicolare,  il tutto per evitare la compromissione di un’area particolarmente pregiata ma anche particolarmente fragile.

Analizzando poi le proposte che il piano fa per raggiungere gli scopi dichiarati vediamo:

Porta al Parco
Realizzazione di parcheggi alberati per 420 auto, realizzazione di 52 piazzole per camper, noleggio biciclette, biglietterie, informazioni turistiche, sevizi igienici e sala di attesa navetta in un edificio di mc. 900 (pari a tre appartamenti) – Commercio e servizi mc. 6.000,00 (pari a venti appartamenti)
Nota: la stagione turistica che determina situazioni insostenibili di traffico si prolunga al massimo per tre mesi e per i fine settimana di due – tre mesi.  Il creare un edificio di tale dimensione per commercio e servizi, consumerà suolo,  determinerà un impatto pesante in un contesto in aperta campagna e privo di edifici, non meno delicato quale è il retroterra di Baratti, e durante i periodi morti  sarà  probabilmente un guscio vuoto e inutile che darà l’effetto di città balneare abbandonata fuori stagione.

Area attrezzata per attività veliche
Realizzazione di nuovo edificio di mq. 248,00 per servizi , spogliatoi, refettorio, infermeria , ampliando le attrezzature attuali e utilizzando il volume di ruderi e  di costruzioni precarie e provvisorie esistenti su un’area di valore paesaggistico. Si prevedono nuovi parcheggi per manifestazioni veliche e rimessaggio di barche all’esterno in castelli.
Nota : Dato il pregio dichiarato del contesto della pineta sia da un punto di vista paesaggistico che, probabilmente, archeologico non ha senso consolidare una struttura ampliandola di fatto. L’azione più corretta sarebbe quella di demolire tutto, quanto meno i ruderi e la cabina non più in uso. L’ampliamento del fabbricato attuale, insieme alla previsione di gare veliche e a rimessaggi a castello delle barche, porterà ad un incremento degli utenti creando ancora più problemi al mantenimento di un luogo di cui si riconosce la fragilità. Inoltre la attività svolta non può essere chiamata scuola di vela, che può esistere solo nella sua localizzazione di origine: Piombino, per la posizione non adatta (sulla spiaggia e non in un porto protetto) e per il periodo di uso ridotto.

Podere il Casone
Realizzazione di un complesso alberghiero di “alta categoria” con previsione di restauro filologico del fabbricato e nessuna modifica esterna, con esclusione di parcheggi, piscina, spiaggia privata.
Nota : La prima cosa che salta all’occhio è la incompatibilità del termine “restauro filologico” con gli interventi indispensabili a realizzare un albergo. La realizzazione di nuove partiture interne inevitabili per realizzare servizi ecc, è in conflitto con il restauro filologico. Ma a monte sorgono grossi dubbi sulla possibilità di immettere sul mercato una struttura ricettiva vera e autonoma con meno di 30-34 camere (il minimo indispensabile per una corretta la gestione), senza resedi privati e senza tutta una serie di “comodità” che giustificano i prezzi di un albergo di “alta categoria”. In ogni caso anche questa previsione incrementa l’afflusso di persone e quindi un ulteriore pericolo per la fragilità del luogo.

Area per funzioni diportistiche e servizi connessi
Rimozione dei manufatti precari, rimozione del pontile di legno, rimodellazione degli specchi acquei, realizzazione di uno-due pontili galleggianti.
Nota : il progetto di riordino non deve necessariamente comportare che i sei corpi di fabbrica previsti e i 15 depositi per attrezzature siano in muratura ed anzi dovrebbero mantenere i caratteri della precarietà per meglio sottolineare quali sono gli edifici originari “stabili”. In ogni caso anche in questo caso la rimodellazione sembra comportare l’aumento dei posti barca e quindi degli utenti. Anche in questo caso abbiamo maggior numero di presenze con maggior rischio di distruzione del fragile contesto.

Water front Torre di Baratti
Realizzazione di spiaggia libera, realizzazione di belvedere attrezzato, zona ombrelloni ( 130)
Nota: Se ha un senso il riordino della Torre di Baratti, l’incremento di qualità e quantità dei servizi ricettivi e ristorazione e l’eliminazione di un parcheggio mal sistemato, non ha senso occupare tutta l’area esterna esistente con uno stabilimento balneare. Per migliorare la qualità dei servizi ricettivi bastano un numero di zone d’ombra pari o poco superiore al numero di camere, per altro già previsti in fronte alla Torre. L’immaginare di permettere di raggiungere fino a 400 presenze in un nuovo stabilimento balneare vuol dire che si vuole aggravare la presenza di persone, e mettere ancora più a rischio la fragilità del luogo. E’ poi scandaloso far finta di lasciare una spiaggia libera quando di fatto si tratta di una striscia di sassi grossi e scomodi sui quali è impossibile stendere un asciugamano.

Belvedere di Populonia Alta
Realizzazione di terrazza belvedere opportunamente pavimentata con arredi esterni
Nota : non si capisce per quale ragione si voglia pavimentare invece di lasciare l’area il più naturale possibile per mantenere il rapporto corretto tra le mura ed il fuori che era naturalmente sterrato,  anche in considerazione del fatto che per gran parte dell’anno questi spazi restano sottoutilizzati.

Il progetto prevede infine la sostituzione del traffico veicolare privato con servizi navetta in partenza dalla “Porta del Parco”. In questo modo avrebbero accesso veicolare i residenti di Populonia Alta, dei Villini di Baratti, dell’albergo al Casone e dell’Albergo-Ristorante a Torre di Baratti. Tutti gli altri utenti dei ristoranti e dei negozi di Populonia Alta, dei ristoranti di Baratti,  degli scavi e del parco archeologico, della “scuola di vela” e della spiaggia dovranno servirsi di un bus navetta con cadenza di 30 minuti almeno (sic!) nel periodo dal 15 giugno al 15 Settembre.
Nota : a parte alcune imbarazzanti dimenticanze tipo altre strutture ricettive a Baratti, residenti di Baratti, altre strutture ricettive a Populonia, ecc. Si osserva che tutto questo meccanismo viene immaginato per soli tre mesi l’anno e che è pura follia prevedere un bussino che passa ogni mezz’ora (speriamo sia un errore di stampa) con code di centinaia di persone e code di veicoli che cercheranno di entrare con le scuse più improbabili o di diritto ma imbottigliati tra gli altri.

In conclusione il piano dichiara di porsi come scopo la riduzione di una eccessiva presenza dell’uomo per non mettere a rischio un contesto delicatissimo e progetta un meccanismo di trasporto e di accessi che serve per tre mesi e che è equiparabile ai metodi permanenti di accesso ai grandi parchi archeologici e naturalistici del mondo. Nello stesso tempo ipotizza di creare nuovi punti di attrazione che nulla hanno a vedere con la vocazione archeologica del parco (alberghi, stabilimento balneare, centro velico) e che porteranno sempre più utenti aggravando i rischi di manomissione del contesto ambientale.

Alla base di questa contraddizione vi è la incapacità o la non volontà di decidere cosa devono essere Baratti e Populonia .  Visto che le strutture ricettive attuali (ristoranti o punti ristoro e alberghi o pensioni) non sembrano essere carenti di presenze nel periodo estivo e quindi non hanno bisogno di nuove utenze in quell’arco dell’anno, viene spontanea la domanda a cosa o a chi serva il piano ?
Quello che vediamo con chiarezza è la volontà di fare guadagnare alcuni con la rendita di posizione che Baratti , che è di tutti, permette. Vediamo anche che per la massa delle persone sarà più difficile godersi questo posto come hanno fatto fino ad oggi, vediamo che la mania di progettare tutto in maniera stabile e rigidamente preordinata porterà a fare assomigliare sempre più Baratti e Populonia a centri balneari.

Almeno fino ad oggi nei giorni di inverno, di autunno e di primavera, con la pioggia o con le nuvole o con il sole è possibile ancora vedere in Baratti e in Populonia veri tesori magici della Maremma con i suoi parcheggi vuoti e sterrati che mal si distinguono dai campi, nei quali le macchine sono provvisorie e lasciano il posto al mare, ai pini, ai campi, a vecchie costruzioni non rileccate, ai segni della povera gente che prima di noi ha vissuto questi luoghi e al “genius loci” che ancora faticosamente lì vive.
Gli Amministratori e gli architetti più bravi sono quelli che capiscono che certi luoghi magici non hanno bisogno di progetti ma di modesti piccoli gesti  come tenere pulito, piantare alberi e fiori, togliere le incongruenze, e che capiscono che ci sono sistemi più semplici per regolare il traffico tre mesi l’anno senza bisogno di costruire, costruire, costruire in un delirio di horror vacui in cui tutto deve essere definito, preordinato e in  fin dei conti, ingessato.

Campiglia Marittima 03-09-2010

Alberto Primi
Presidente del Comitato per Campiglia