Il caso Ecomostro dei Lecci: gli sviluppi

San Vincenzo il caso dell’«ECOMOSTRO». Indagati per abuso d’ufficio due dipendenti comunali.
Abuso d’ufficio (art.323) è il reato ipotizzato a carico dei due tecnici del comune di San Vincenzo (geometra Andrea Filippi dirigente, e geometra Daniele Bettini). Questo, in relazione alla vicenda della costruzione sulla duna di un fabbricato all’interno dell’area del Park Hotel «I Lecci» lungo la via della Principessa.

Il caso, conosciuto come «l’ecomostro», è stato pubblicato per la prima volta da La Nazione la scorsa estate, poi a seguito di molte vicissitudini costellate da interrogazioni, esposti, culminati con un’ordinanza di demolizione mai eseguita, è letteralmente scoppiato.
Un blitz attuato dalle forze dell’ordine presso gli uffici comunali (La Nazione 15 marzo) e la «pratica» è approdata sui tavoli della Procura. Il sequestro, lo ricordiamo, avvenuto all’interno del Comune di San Vincenzo ed attivato congiuntamente dalla Procura della Repubblica coordinato dal Magistrato Luca Masini in sintonia con i Carabinieri di San Vincenzo ed il comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato, ha visto impegnare le forze dell’ordine negli uffici tecnici comunali ed in particolare presso la sezione urbanistica privata.

Furono sequestrati faldoni di documenti ed anche computer (due dagli uffici comunali e due prelevati nelle abitazioni private dei due tecnici) oltre che presso la sede milanese della proprietà (Costruzioni Ferrero) e, proprio perché trattasi di sequestro e non «acquisizione» di atti, sono state avviate, e tutt’ora in corso, procedure che seguono avvisi di reato. Protagonisti gli uffici tecnici del comune con sequestro di documenti nell’ufficio del dirigente Andrea Filippi e dell’edilizia privata. Daniele Bettini. Il blitz è stato anche conseguenza della mancata osservanza di una ordinanza di demolizione emessa per una costruzione ritenuta «abuso edilizio».
La Nazione 06.04.2012

Ecomostro, indagine complessa. Voci su un avviso di garanzia al sindaco Biagi ma poi il procuratore De Leo chiarisce: solo un equivoco .
Mentre proseguono le indagini sull’ecomostro, la palazzina di cemento sulle dune del bosco dell’hotel “I Lecci”, i cui lavori sono interrotti da un anno, ieri è circolata in Procura la voce che per questa vicenda il nome del sindaco Michele Biagi fosse stato iscritto nel registro degli indagati . E’ stato poi il procuratore della repubblica Francesco De Leo, a precisare a fine mattinata che si era trattato di un equivoco.

Poco prima della precisazione del procuratore, raggiunto telefonicamente il sindaco Biagi aveva mostrato tranquillità, pur sorprendendosi certo che il suo nome possa essere accostato all’indagine della Forestale: «Guardi, lo dico dall’inizio, in questa storia la politica non c’entra – afferma il sindaco – ma comunque la magistratura faccia pure tutte le sue verifiche, non ci sono problemi». Sulla vicenda della palazzina ai Lecci si indaga ancora, questo è certo, ma è facile immaginarsi tempi molto lunghi per la chiusura dell’inchiesta.

La Forestale infatti ha sequestrato un’ingentissima quantità di materiale legato alle autorizzazioni, la cui verifica richiederà un grande impegno. Il caso dell’ecomostro dei Lecci, su cui pende un’ordinanza di demolizione da parte del Comune, era stato aperto la scorsa scorsa da una durissima polemica innescata dal professor Salvatore Settis, ex direttore della Normale di Pisa: nella zona dove era iniziata la costruzione della palazzina era stato consentito un ampliamento di 700 metri cubi per realizzare un edificio a servizio del personale dell’hotel, ma dopo le prime polemiche e l’arrivo della Forestale era stato verificato che l’ampliamento era tre volte quello previsto della concessione. Così si era arrivati all’ordinanza di sospensione dei lavori e poi da un’altra che prevedeva la demolizione dell’opera oltre al ripristino della situazione preesistente.
Cristiano Lozito -Il Tirreno 06.04.2012