Il caso Paradù in Cassazione

È fissata per il prossimo 15 aprile l’udienza della Cassazione per la vicenda Paradù. Mentre il primo luglio si terrà l’incidente probatorio richiesto dalla Procura. Nei giorni scorsi sono infatti stati incaricati i periti, già al lavoro, per definire la situazione del villaggio turistico. Ripartiranno dalla sentenza del Riesame dello scorso gennaio (che aveva negato il dissequestro).

La proprietà aveva annunciato che avrebbe ritirato il ricorso in Cassazione qualora la Soprintendenza, (che aveva sospeso, in autotutela, l’autorizzazione già rilasciata anni prima), si fosse espressa positivamente ma, ad oggi, niente è cambiato e la società MeDonoratico è andata avanti nell’iter.

Nel frattempo il dissequestro, autorizzato dal Gip (a seguito del nuovo parere favorevole della Commissione paesaggistica, del 24 febbraio) è solo parziale e riguarda l’area già operativa del villaggio e 193 casette mobili. In più è stato risolto il contratto in corso per la gestione tra la MeDonoratico e la società altoatesina dei Falkesteiner che ha sede a Varna.

La proprietà
«Non potevamo aspettare luglio – spiega Mariotti – tra l’altro ancora non è stato provato niente. Purtroppo però il 27 marzo è arrivato l’annullamento del contratto d’affitto d’azienda, stipulato con la Falkesteiner. Le prospettive di realizzazione sono cambiate (ricordiamo che se l’altra parte del villaggio verrà dissequestrata, comunque non vi si potrà realizzare le 650 casette previste nel progetto originario ma solo circa 400) e gli accordi sono saltati. Le richieste di rinegoziazione inoltre non sono andate a buon fine, eravamo troppo sacrificati dalle loro richieste e il contratto è stato risolto.

Un’altra occasione persa per il territorio –continua – il rammarico della nostra società è molto forte, si trattava di uno dei più grandi gruppi alberghieri a livello europeo che voleva fare del villaggio un progetto pilota da esportare in Europa. Il danno provocatici è gigantesco, siamo stati imputati di colpevolezza non per la nostra volontà e la situazione è irrecuperabile. Se domani ci riconoscessero l’estraneità totale chi ripagherebbe tutti i danni?». Un patto milionario quello che stringeva la società MeDonoratico agli investitori del nord Italia. Un affitto che avrebbe incrementato l’investimento di oltre 50 milioni di euro della MeDonoratico, per un totale di 38 milioni di euro da elargire in 7 anni, circa 6,5 milioni l’anno.

La vicenda
Lo storico ex Club Med è stato sequestrato, in maniera preventiva, lo scorso 3 dicembre, dopo l’inaugurazione tenutasi a giugno. A seguito del provvedimento, la società Medonoratico ha fatto ricorso al Tribunale del riesame. La sentenza del 23 gennaio scorso, aveva mantenuto la struttura sotto sequestro ma prosciolto la società dalle ipotesi di reato relative a lottizzazione abusiva con realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e il capo d’accusa per cui «si realizzava opere in assenza di titolo abilitativo». Un nuovo iter era così stato avviato per la riapertura, avvenuta seppur in maniera parziale, con un nuovo passaggio in Commissione paesaggistica ed integrazioni consistenti. Da qui anche la modifica sostanziale del progetto con la riduzione del numero complessivo delle strutture mobili.

Divina Vitale – Il Tirreno 2.4.2015