Il dibattito su Rimigliano: scontro Pd val di Cornia – Regione


La Regione Toscana ha infatti stoppato il progetto di sviluppo turistico (120 case, un albergo da 75 camere) che il municipio vuole realizzare in quel di Rimigliano, parco naturale, assecondando le richieste dell’assessore all’Urbanistica, la dipietrista Anna Marson, che giudica eccessive le volumetrie dell’intervento. Il governatore ha fatto approvare in una giunta lampo una conferenza paritetica comune-regione per trovare un punto di mediazione sull’insediamento.


Italiaoggi.it 15.03.2012

«Rimigliano, la rivolta del pd. Altro che avanti tutta».
I costruttori e i
democrat della costa livornese lo ripetono come un mantra: «Per fortuna che lo slogan era “Toscana avanti tutta”…». Lo ripetono sottovoce, ma il mantra, essendo tale non se ne va. Perché per chi ha comprato la tenuta di Rimigliano ormai 8 anni fa — 30 milioni tutto compreso con già la possibilità di edificare — si aspettava meno lungaggini, meno intoppi, meno comitati.

Si aspettava di mettere in pratica il progetto, non quello di Tanzi con tanto di maxialbergo e parcheg- gio multipiano, ma un progetto più soft con un albergo da 75 camere, 120 appartamenti e un’azienda agricola. Un progetto che il costruttore Maurizio Berrighi sperava di aver già messo in pratica perché ripete da sempre «conserva i vecchi poderi e consuma 8 ettari su un totale di 560». 

E invece è arrivato l’ennesimo stop. Imposto dal fuoco amico, dalla Regione, dalla giunta di Enrico Rossi (eletto sotto lo slogan «Toscana avanti tutta») che non senza conflitti interni ha deciso per la conferenza paritetica che ora rischia di ridimensionare il piano approvato dal Comune di San Vincenzo.

E allora il mantra è diventato corale venerdì sera durante la direzione territoriale del Pd Val di Cornia a cui ha partecipato anche il segretario regionale Andrea Manciulli. Da quella riunione, qualcuno nel Pd — in primis il sindaco di San Vincenzo Michele Biagi — si aspettava che dopo lo sgambetto, ne uscisse un documento bomba contro la Regione. E invece quel documento è meno detonante del previsto (non nella sostanza) ma tiene dentro il mantra, quasi a sottolineare che il caso Rimigliano rischia di essere l’emblema di una Toscana se non indietro tutta ferma al solito punto.

democrat.

Ma dopo Rimigliano, dice il Pd della Val di Cornia, è necessario un «cambiamento» che «non potrà che avvenire attraverso un confronto ampio tra le forze politiche e nella società toscana e non certo attraverso forzature nè tantomeno con l’apertura di conflitti istituzionali (il riferimento è all’attivazione della conferenza paritetica, ndr). Sette anni per approvare un piano ci appare un tempo sufficiente e forse eccessivo per una regione che nei programmi elettorali si pone obiettivi ambiziosi di efficienza e trasformazione».

Il Pd conferma l’appoggio al sindaco Biagi che sta valutando se ci siano margini per un ricorso al Tar contro la Regione e lo stop al piano. E mentre i soci della Rimigliano srl nei prossimi giorni decideranno il da farsi (in 7 anni di «immobilismo» raccontano di aver già perso 4 milioni) c’è da capire bene perché è stato deciso il blocco della variante. Un perché tutto tecnico che sta nella relazione che motiva la delibera con cui la Regione ha impugnato il piano di Rimigliano: nella variante «permangono profili di contrasto con i contenuti del Pit», il piano integrato territoriale (la Bibbia regionale che stabilisce dove e come modificare il territorio) che ha definito quasi intoccabile Rimigliano.

Secondo la Regione i volumi previsti nella variante, anche se ricavati dal recupero dell’esistente «alterano in maniera sostanziale l’impianto originario dei nuclei poderali» e «le ipotesi planimetriche prodotte appaiono sovradimensionate e fuori scala rispetto al- la consistenza dei singoli nuclei poderali». Quel piano insomma rischierebbe di snaturare la specificità rurale di Rimigliano.

Per il Pd piombinese non è cosi. Venerdì, al termine della direzione democrat qualcuno rifletteva: «Dobbiamo scegliere tra il giustizialismo radicale del cachemire e una moderna politica pubblica per gli investimenti, altrimenti gestiremo una Regione dove la sinistra rischia di perdere riferimenti nella società essendo percepita come forza di conservazione».


Alessio Gaggioli -Corriere Fiorentino 11.03.2012

San Vincenzo, caso-Rimigliano: Crepe in maggioranza.
«La storia infinita» di Rimigliano, potrebbe essere destinata ad avere non solo strascichi pesanti per gli imprenditori che hanno investito nell’operazione, ma anche sull’assetto politico dell’amministrazione comunale.

Un governo cittadino che inizia a far acqua da troppe parti. In effetti, la nuova questione «Rimigliano» pare che sia la classica goccia per far traboccare il vaso provocare una spaccatura proprio all’interno della coalizione di maggioranza formata oltre che dal Pd anche dai socialisti e dall’Idv. Se così fosse, ricomporre tutto non sarebbe così semplice come potrebbe apparire.
Insomma, nel «partitone» qualche scricchiolio inizia a farsi sentire anche fuori dalle segrete stanze. Rimigliano è l’argomento «clou» della legislatura.

Intanto vediamo come è composta la commssione partitetica interistituzionale chiamata alla verifica. E’ presieduta dall’assessore regionale Anna Marson e compiosta da una maggioranza Pd con i consiglieri regionali Vincenzo Ceccarelli e Andrea Agresti, i presidenti delle Province di Pisa e Grosseto Andrea Pieroni e Leonardo Marras, l’assessore al territorio della Provincia di Prato Alessio Beltrame, il sindaco di Scandicci Simone Gheri e gli assessori dei Comuni di Grosseto e Viareggio Moreno Canuti e Roberto Bucciarelli.
P. B. La Nazione 11.03.2012

Il Pd della Val di Cornia contro la Regione «Il Comune fa bene a valutare gli atti». «Sette anni tempo sufficiente per approvare un piano».
La direzione del Partito Democratico della Val di Cornia è a fianco del Comune di San Vincenzo contro la decisione della Regione Toscana che ha detto sì alla Commissione paritetica bloccando ancora il piano di Rimigliano.
«Le scelte di pianificazione sulla tenuta di Rimigliano sono indubbiamente legate all’autonomia e agli indirizzi dell’amministrazione comunale di San Vincenzo che si è misurata su questo tema da anni che, fra le altre cose, sono stati attraversati da due elezioni amministrative dove il centrosinistra ha mantenuto larghi livelli di consenso — afferma il documento votato all’unanimità — queste scelte sono state anche il frutto di una elaborazione territoriale a cui il Pd e le amministrazioni della Val di Cornia hanno partecipato attivamente.

Attraverso anni di lavoro intenso sul piano di Rimigliano sono stati rimessi in discussione diritti edificatori acquisiti da parte della proprietà, cancellate le edificazioni che andavano ad occupare suolo nuovo, trasformata una Rta in albergo e portata ad un terzo delle volumetrie precedenti, sancita l’indivisibilità della proprietà che è il principale strumento con cui si può impedire un processo realmente speculativo.

Sono state scelte pubbliche, trasparenti, nonché suffragate da due elezioni che hanno determinato questo nuovo orientamento. Aldilà di Rimigliano ci preme sottolineare un punto politico di fondo. La Toscana si è sempre caratterizzata per un modello di governo fondato sulla cooperazione tra i livelli istituzionale. Questo è stato il solco nel quale si è mossa anche una cultura politica, forte di un rapporto virtuoso con il mondo del lavoro dipendente e autonomo, nel rispetto di un principio inderogabile quale quello dell’autonomia della politica rispetto alla rendita fondiaria così come da quella cultura anti industriale che spesso trova sede in quei comitati portatori di interessi particolari e non certo generali.

Crediamo fermamente che lo slogan “La Toscana avanti tutta”, con cui ci siamo presentati alle elezioni del 2010, si possa concretizzare rinnovando quel rapporto tra istituzioni e società che ha caratterizzato la storia della nostra Regione. In questo senso la vicenda di Rimigliano non è che un piccolo esempio di un fenomeno più ampio e che drammaticamente rischia di ingessare ulteriormente una programmazione che già sconta le difficoltà legate alla crisi e alla mancanza di investimenti e che mette in luce la necessità di aggiornare profondamente il modello di governo della Toscana. Questo cambiamento non potrà che avvenire attraverso un confronto ampio che chiediamo venga aperto fra le forze politiche e nella società toscana e non certo attraverso forzature né tantomeno con l’apertura di conflitti istituzionali.

Sette anni per approvare un piano, che nel frattempo è cambiato radicalmente all’insegna dell’ambiente e del corretto uso del territorio, ci appare davvero un tempo sufficiente e forse eccessivo per una regione che nei programmi elettorali si pone obiettivi ambiziosi di efficienza e di trasformazione. Come il Comune di San Vincenzo anche il Pd ritiene che il Piano di Rimigliano sia in linea con il PIT della Regione Toscana. Il Comune, nella sua autonomia, fa bene a valutare gli atti al fine di tutelare il buon operato di amministratori onesti che hanno sempre agito nell’interesse generale».
La nazione 11.03.2012

Nicola Bertini del Forum«Ridicole le minacce di azioni legali». «La verifica del progetto è più che giustificata»
Nicola Bertini, capogruppo del Forum del Centrosinistra, non si è fatto attendere su un argomento che spesso lo ha visto esprimere critiche all’amministrazione comunale.

«La Conferenza paritetica si farà — inizia Nicola Bertini — controllando le competenze di questo organo non è chiaro il motivo di tanto scalpore da parte dell’amministrazione che arriva a minacciare improbabili denunce alla Regione. Detto in estrema sintesi si tratta di capire se quanto approvato dal Consiglio Comunale sia coerente con gli indirizzi di pianificazione territoriali della Regione. Cosa può mai esserci di illegittimo in questo?

Una verifica che, dopo le lunghe polemiche e dopo le circostanziate critiche di cittadini e forze politiche, avrebbe dovuto richiedere in primo luogo l’amministrazione comunale. L’atteggiamento di chiusura dimostrato nei confronti delle proposte alternative alla tradizionale operazione edilizia di costruzione nella Tenuta, ha determinato Sono infatti convinto che quanta più condivisione e apertura a nuove concezioni di pianificazione territoriale vi sia nei piani, tanto più semplice e rapido sia l’iter di approvazione degli stessi. Per ottenere simili risultati però occorre ferma intransigenza su di un punto essenziale: la pianificazione del territorio deve perseguire l’interesse pubblico.

Quando al contrario si mischiano interesse collettivo e particolare, modelli di crescita del tessuto edilizio e progetti di tutela paesaggistica, obiettivi di potenziamento dell’agricoltura con destinazioni dei suoli contraddittorie, si finisce col punire tutti i soggetti coinvolti. Si puniscono le future generazioni a cui lasciamo un territorio più povero di risorse e compresso nei suoi caratteri essenziali, si puniscono le generazioni presenti private di reali e durature prospettive di lavoro, si puniscono gli imprenditori che vengono tratti in inganno nel perseguire per anni progetti irrealizzabili.

Se si vuole rimediare a tutto questo, non serve minacciare ridicole denunce alla Regione per aver fatto né più né meno quanto era tenuta a fare. Dichiarazioni simili isolano sempre di più l’amministrazione sanvincenzina e, a prescindere dalle divergenze che da sempre ho con la maggioranza, questo può produrre solo danni al nostro Comune. Occorre il classico passo indietro, riconoscere l’errore politico e promuovere un altro tipo di confronto per dare nuove prospettive e potenzialità al nostro territorio in un quadro economico profondamente mutato».
La Nazione 11.03.2012

Rimigliano, il Pd sostiene la giunta sanvincenzina «Il Piano è in linea col Pit della Regione. Apriamo un confronto senza forzature, ma sette anni per decidere sono un tempo sufficiente e forse eccessivo»
«La vicenda di Rimigliano è un esempio di un fenomeno più ampio che drammaticamente rischia di ingessare ulteriormente una programmazione che già sconta le difficoltà legate alla crisi e alla mancanza di investimenti mettendo in luce la necessità di aggiornare profondamente il modello di governo della Toscana».

Così si esprime la direzione del Pd Val di Cornia-Elba, riunitosi dopo la decisione della Regione di porre all’esame della commissione paritetica interistituzionale la variante urbanistica della Tenuta di Rimigliano. Con uno stop all’ultimo tuffo al progetto per la realizzazione di 120 appartamenti e un hotel di 6.000 metri quadrati per 75 camere. Una difesa dell’operato della giunta sanvincenzina contenuta in un documento votato all’unanimità dalla direzione del Pd, che spiega come «le scelte di pianificazione su Rimigliano sono indubbiamente legate all’autonomia e agli indirizzi dell’amministrazione comunale sanvincenzina che si è misurata su questo tema da anni, con due elezioni amministrative dove il centrosinistra ha mantenuto larghi livelli di consenso».

La direzione dei democratici spiega poi che «queste scelte sono anche il frutto di un’elaborazione territoriale a cui il Pd e le amministrazioni della Val di Cornia hanno partecipato attivamente, con l’obiettivo di aprire un nuovo corso nella vicenda urbanistica comprensoriale attraverso il contributo attivo del Comune di San Vincenzo e delle sue politiche urbanistiche che si stanno progressivamente riallineando e integrando con la pianificazione del resto del territorio».

Insomma, secondo il Pd si è trattato di un «cambio di strategia a cui la Regione ha partecipato attivamente: attraverso anni di lavoro intenso sul piano di Rimigliano sono stati rimessi in discussione diritti edificatori acquisiti da parte della proprietà, cancellate le edificazioni che andavano a occupare suolo nuovo, trasformata una Rta in albergo e portata a un terzo delle volumetrie precedenti, sancita l’indivisibilità della proprietà che è il principale strumento con cui si può impedire un processo realmente speculativo». Se dunque c’è un problema con la Regione, allora occorre «rinnovare quel rapporto tra istituzioni e società che ha caratterizzato la storia della nostra regione, facendo le scelte utili per rilanciare la modernizzazione di un territorio regionale che altrimenti rischia sempre di più la marginalità e l’arretratezza».

Quindi «serve un confronto ampio che chiediamo venga aperto fra le forze politiche e non attraverso forzature né tantomeno con l’apertura di conflitti istituzionali. Sette anni per approvare un piano, che nel frattempo è cambiato radicalmente all’insegna dell’ambiente e del corretto uso del territorio, ci appare davvero un tempo sufficiente e forse eccessivo per una regione che nei programmi elettorali si pone obiettivi di efficienza e di trasformazione.

Come il Comune di San Vincenzo anche il Pd – conclude – ritiene che il Piano di Rimigliano sia in linea col Pit della Regione, del resto i principi del Pit sono quelli che hanno ispirato le scelte urbanistiche e politiche su quella porzione di territorio. Il Comune di San Vincenzo – conclude il Pd – fa bene a valutare gli atti al fine di tutelare il buon operato di amministratori onesti che hanno sempre agito nell’interesse generale. Per questi motivi il Comune di San Vincenzo parteciperà alla commissione paritetica confrontandosi come ha sempre fatto in questi anni nella massima trasparenza e correttezza istituzionale».
Il Tirreno 11.03.2012


Il giorno 12.03.2012 alle 9 si svolgerà il consiglio comunale a San Vincenzo. Molti gli ordini del giorni e le interrogazioni presentati dal Forum, tra cui spiccano quelli sul progetto antierosione per la spiaggia di Rimigliano, sull’approvazione del piano aziendale di miglioramento agricolo e ambientale della tenuta di Rimigliano (…)
tratto da Il Tirreno 11.03.2012

Sul piano antierosione vedi anche http://san-vincenzo-livorno.blogspot.com/
Sulla scheda 23 del Pit vedi anche http://san-vincenzo-livorno.blogspot.com/2011/09/rimigliano-ai-tempi-supplementari.html