Il Governo Monti presenta il disegno di legge per la difesa del suolo e del paesaggio agricolo

Ogni giorno in Italia si cementificano 100 ettari di superficie libera e … , dal 1956 al 2010, il territorio nazionale edificato e, quindi, sottratto all’agricoltura è aumentato del 166%”.  Bastano questi dati per fornire la motivazione di una delle migliori iniziative politiche del Governo Monti, la recente presentazione di un disegno di legge per la difesa del suolo e del paesaggio agricolo, approvato nella seduta del Consiglio dei Ministri del 14 settembre 2012.

Tra il 1971 e il 2010 si è avuta una diminuzione di superficie agricola utilizzata (S.A.U.) di 5 milioni di ettari, pari al territorio occupato dalla Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna.

Le cause che maggiormente incidono sulla perdita di superficie agricola sono da attribuirsi essenzialmente a due fenomeni: il continuo abbandono dei terreni, e l’impermeabilizzazione del suolo. Quest’ultimo fenomeno ogni giorno interessa 100 ettari di suolo, provocando danni irreversibili in genere ai terreni migliori (aree pianeggianti).  Dal 1970 la S.A.U. è diminuita del 28% interessando soprattutto quelle superfici coltivate a seminativi (-26%) e prati permanenti (-34%) vale a dire i prodotti di base dell’alimentazione degli italiani quali: pane, pasta, riso, carne, verdure, latte e tutto questo è avvenuto mentre si registra un aumento della popolazione.

La continua perdita di terreno agricolo condurrà il nostro Paese a dipendere sempre di più dall’estero per l’approvvigionamento alimentare.

Dal 1950 a oggi la popolazione italiana è cresciuta del 28% mentre la cementificazione del 166%: in termini di superficie vuol dire aver coperto un territorio grande quanto la Calabria. In Italia in 15 anni dal 1995 al 2009 i comuni hanno rilasciato complessivamente permessi per costruire per 3,8 milioni di metri cubi, una urbanizzazione che in molte realtà italiane ha significato cementificare l’intero territorio comunale.

Valutazioni positive da parte del Forum italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio (a cui aderisce il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus) con alcune osservazioni inviate al Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali Mario Catania, presentatore della proposta legislativa.

Queste le richieste fondamentali:

– la necessità di far sì che la norma definisca il “suolo” come un “bene comune”;

– una più stretta definizione di “aree agricole” in funzione del loro stato di fatto (ovvero che si considerino come “terreni agricoli” tutte le superfici interessate dalla presenza di suoli produttivi vegetati, coltivati, incolti o forestali, attualmente non interessate da edificazioni e infrastrutture e non i soli terreni così indicati dagli strumenti urbanistici comunali);

– la soppressione della soglia massima di superficie agricola “edificabile” prevista dal ddl, anteponendo – per ognuno dei Comuni italiani – un prioritario censimento del patrimonio edilizio esistente e le sue potenzialità residue;

– il prolungamento ad almeno 20 anni del divieto di mutamento di destinazione per i terreni che hanno beneficiato di aiuti di Stato e Comunitari (molti dei quali prevedono interventi, ad esempio agropaesistici e forestali, la cui maturità interviene oltre i 10 anni dall’impianto).

Auspichiamo che la proposta di legge così integrata sia approvata quanto prima dai rami del Parlamento, divenendo legge dello Stato e cardine per la difesa del suolo e del paesaggio del Bel Paese.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

dal sito web istituzionale del Governo Italiano, 27 settembre 2012

Dossier.   Valorizzazione dei terreni agricoli e tutela del suolo, presentato disegno di legge.

Presentazione

Valorizzare i terreni agricoli e contenere il consumo del suolo, al fine di promuovere l’attività agricola, il paesaggio e l’ambiente, per uno sviluppo equilibrato delle aree urbanizzate e delle aree rurali: questi gli obiettivi dello schema di disegno di legge quadro approvato in via preliminare nella riunione del Consiglio dei Ministri del 14 settembre 2012,  su proposta dei Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, per i beni culturali e dello sviluppo economico, di concerto con i Ministri competenti.

“Il provvedimento vuole incidere sul problema della cementificazione del territorio agricolo, che sta assumendo in Italia proporzioni sempre più preoccupanti”, ha detto il Presidente Monti nella successiva conferenza stampa, ricordando che “negli ultimi 40 anni la superficie agricola è passata da 18 a 13 milioni di ettari”.

Di conseguenza, il ddl punta a porre un limite al consumo di superficie agricola per fine edificatorio. Stabilisce che dovrà essere determinata con decreto ministeriale, da adottarsi entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, l’estensione massima di superficie agricola edificabile sul territorio nazionale, tenendo conto dell’estensione e della localizzazione dei terreni agricoli rispetto alle aree urbane, dell’estensione del suolo che risulta già edificato, dell’esistenza di edifici inutilizzati, dell’esigenza di realizzare infrastrutture e opere pubbliche. I limiti così stabiliti rappresentano, per ciascuna regione, il tetto massimo  delle trasformazioni edificatorie di aree agricole che possono essere consentite nel quadro del piano paesaggistico, a meno che questo non indichi possibilità del consumo del suolo ancora inferiori.

Tale decreto, da adottarsi sentito il parere di un apposito Comitato, istituito con la funzione di monitorare il consumo di superficie agricola sul territorio nazionale ed il mutamento di destinazione d’uso dei terreni agricoli, sarà aggiornato ogni dieci anni.   Il Comitato (dalla cui partecipazione non deriva l’attribuzione di alcuna indennità, neanche a titolo di rimborso spese)  redige entro il 31 dicembre di ogni anno un rapporto sul consumo di suolo in ambito nazionale, che il Ministro delle politiche agricole presenta poi al Parlamento.

Attenendosi al limite indicato nel predetto decreto, le regioni stabiliscono l’estensione dei terreni agricoli edificabili ripartendola tra i comuni esistenti  in regione, anche in considerazione della popolazione residente.

Inoltre, i terreni agricoli che hanno ricevuto aiuti di stato o aiuti comunitari non possono avere una destinazione diversa da quella agricola per almeno 5 anni dall’ultima erogazione; sono consentiti gli interventi strumentali alla coltivazione del fondo, alla conduzione dell’impresa agricola e alla commercializzazione dei prodotti agricoli. Negli atti di compravendita dei terreni questo vincolo deve essere espressamente richiamato, pena la nullità dell’atto.

Ai comuni e alle province che procedono al recupero dei nuclei abitati rurali, attraverso la ristrutturazione degli edifici esistenti o la conservazione ambientale del territorio, è attribuita priorità nella concessione di finanziamenti statali e regionali eventualmente previsti in materia edilizia. Lo stesso ordine di priorità è attribuito ai privati, singoli o associati, che realizzano il recupero di edifici nei nuclei abitati rurali.

Specificato che “terreni agricoli”  devono essere considerati quelli a cui gli strumenti urbanistici attribuiscono destinazione agricola, indipendentemente dall’effettiva utilizzazione per l’esercizio dell’attività agricola.

Qui la relazione illustrativa.