Il j’accuse di Asor Rosa «Costa cementificata e inutile maxiporto»

Oggi a Villa Lanzi la conclusione dell’assemblea organizzata dai Comitati per la difesa del territorio

E’ cominciata ieri pomeriggio a Villa Lanzi, nel complesso del Parco archeominerario, la due giorni dell’assemblea generale organizzata dalla rete dei Comitati per la difesa del territorio. Dopo la registrazione dei comitati presenti, nella sala delle conferenze, dove campeggia una foto ricordo del professor Riccardo Francovich, via agli interventi.

Ha iniziato l’architetto Alberto Primi, presidente del Comitato per Campiglia, che ha mostrato un video: sono scorse le immagini di Borgonovo, dove è in progetto la rta, dell’Amatello, luogo di serre coperte per 5 ettari e probabilmente di una centrale a biomasse, e poi delle cave, in relazione alle quali si è sottolineato il ritardo nel ripristino e il prevalente uso dei suoi prodotti (il 25% a beneficio della Lucchini, il 75% all’edilizia).

Tra i presenti il professor Vezio De Lucia, che ha espresso il suo cruccio per la Val di Cornia: «Io sono di Roma, sono stato il primo funzionario di Gianni Prandini (ex-ministro dc dei Lavori pubblici), poi assessore a Napoli, e come professionista ho girato molto il Paese. Tra tutte le realtà la Val di Cornia spiccava come esempio di buona amministrazione. E’ un peccato che oggi abbia perso questo primato».

Solito sentimento agrodolce nei confronti della nostra zona quello espresso dal professor Alberto Asor Rosa: «Recentemente ho visitato il tratto da Castagneto a San Vincenzo – ha affermato – e ho dovuto constatare che accanto alle straordinarie bellezze del territorio si innestano pesanti aggressioni al territorio. Per Campiglia penso al problema delle cave, che invece di procedere verso una progressiva riduzione di attività, sento che potrebbero estendere la loro operatività».

La condanna si estende «all’insediamento speculativo tra l’abitato di Campiglia e il Parco archeominerario e in generale a questa impostazione dello sviluppo a metà tra il bello e la devastazione ambientale». Qual è l’intervento sul territorio che più lo impressiona? «Senza dubbio la cementificazione della costa e quel gigantesco, degradante e inutile porto turistico a San Vincenzo».

Il numero dei comitati è tale (140) che le zone rappresentate vanno oltre la Toscana. Quali sono le possibilità di incidere sulle amministrazioni pubbliche? «Siamo come Davide contro Golia – ha detto Asor Rosa – perché il blocco a noi avverso è di tale forza da porci in situazione di sfavore». Per lui la missione della rete dei comitati «non è l’azzeramento dei lavori edili: dove si deve edificare lo si deve fare per quanto necessario e in modo meno invasivo. Viceversa, dove già si è costruito, quel costruire meno diventa molto meno».

Oggi i lavori cominciano alle 10, con una conferenza su “Identità ed esperienze dei comitati”, cui ne seguirà un’altra al pomeriggio su “Informazione sullo stato organizzativo della rete”. Alle 19 concluderà i lavori Alberto Asor Rosa.

Francesco Rossi

Il Tirreno 28 giugno 2009

Asor Rosa (e il suo cane) durante un intervista telefonica con un giornalista di «la Repubblica»

 

 

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