«Il problema non sono le concessioni, ancora 6 anni di attività per le cave»

«Il problema non sono le concessioni, ancora 6 anni di attività per le cave»

Cave, «istituzioni pronte a cercare soluzioni, ma i problemi della crisi non sono certo di responsabilità del Comune». Il sindaco Rossana Soffritti interviene nella vicenda cave, annunciando di aver già preso contatti con la Regione e di aver fissato un incontro.

«La comunicazione della società Cave di Campiglia di voler licenziare 10 lavoratori ed aprire una crisi ufficiale non può essere certamente da collegare ad una responsabilità del Comune – incalza Soffritti – premetto che la preoccupazione per i lavoratori è al primo posto e alla richiesta dei sindacati di fare un incontro ed aprire un tavolo di crisi con Comune e Regione mi sono subito attivata. Per meglio chiarire i termini delle questioni ai più forse non note, le attività estrattive di Cave di Campiglia scadono il 31 dicembre 2018, ma il ritardo nell’attuazione del piano di coltivazione e quindi la disponibilità ancora di molti metri cubi da scavare, permette alla società di continuare praticamente in automatico almeno fino alla fine del 2022.

Quindi ancora sei anni. Non si comprende perché oggi si afferma di non poter lavorare». Il sindaco ricorda che «la società ha presentato al Comune del 2015 una proposta di un nuovo piano di coltivazione per allungare le escavazioni di ulteriori 20 anni alla quale il Comune ha risposto negativamente, perché, i nostri strumenti urbanistici e la politica di questo territorio da quasi vent’anni affermano che le attività estrattive a Campiglia devono andare ad esaurimento con questi piani vigenti.

Lo si è detto e ribadito più volte convinti che il modello di sviluppo dovesse tendere ad nuovo equilibrio del sistema economico di quest’area. Il Comune nella sua «risposta» ha fatto riferimento anche al nuovo Piano delle Cave che la Regione elaborerà entro la fine del 2017. Ci sono ancora elementi da definire legati al nuovo piano siderurgico e allo sviluppo dell’economia circolare che contribuiranno a completare gli scenari.

L’importanza strategica del materiale scavato, da sola non è sufficiente. La questione merita una proposta di governo che parta dai fabbisogni verosimili per i prossimi anni, che non possono provenire dalle aziende private, ma che siano frutto di un’analisi pubblica dei sistemi industriali toscani, per scavare solo ciò che è necessario.

Bisogna poi che gli impatti ambientali risultino coerenti con il Piano Paesaggistico Regionale e aggiungo anche con la ricerca del miglior equilibrio fra ambiente e sviluppo che una politica di centro sinistra deve rappresentare. Il lavoro è sacrosanto di questi tempi, ma sostenere le reali capacità di produrre redditi lo è altrettanto. Mi auguro che le reali difficoltà aziendali possano emergere al tavolo di discussione proprio per tutelare il lavoro. Le istituzioni sono tutte pronte a cercare le soluzioni del breve periodo e ci sono tutti i tempi perché la politica faccia la sua parte».

La Nazione 17.11.2016

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