Il ricco museo resta sempre chiuso

Il ricco museo resta sempre chiuso

Dal registro delle presenze dell’ultima fiera del modellismo leggiamo: «Siamo venuti per vedere il fantastico museo dell’agricoltura peccato che sia sempre chiuso». Non si conosce la provenienza di questa famiglia (firma di padre, madre ed un bambino), ma poco importa. Che fossero venuti dall’Australia, dall’Africa o dalla più vicina delle frazioni venturinesi questi turisti, come chiunque altro, avrebbero trovato sbarrata la porta d’ingresso. Perché così è da anni, sette giorni su sette, ed è una vergogna.

museo lavoroIl “Museo della civiltà del lavoro”, come ufficialmente è stato denominato, è una delle più importanti raccolte, quasi certamente nell’intera regione, di attrezzi da lavoro, utensili e vecchie macchine per diverse attività in primo luogo l’agricoltura. Non si sa neanche quanti effettivamente siano i reperti collocati in uno dei padiglioni da 1800 metri quadrati del centro espositivo della Sefi. Si sa che 1200 pezzi sono solo quelli giunti dalla donazione di Giovanni Lazzerini, un appassionato collezionista pisano che, dopo diversi insistenze, decise di mettere a disposizione del Comune di Campiglia la sua preziosa raccolta nella speranza che i reperti fossero conservati al meglio e resi fruibili per appassionati e visitatori.

LazzeriniI è morto da tempo e neanche la sua generosità è stata onorata. Si legge nel sito ufficiale del Comune di Campiglia Marittima: «Il Museo di proprietà dell’Amministrazione comunale è curato e gestito dal Comitato Cittadino Venturina. Ad oggi è allo studio un progetto per il nuovo allestimento del museo finalizzato al migliorarne la fruibilità da parte di semplici visitatori, studenti e studiosi». La data di inserimento in Rete di questa notizia è dell’ottobre 2009, sei anni fa. Da allora progetti non se ne sono visti né è pensabile che il Comitato Cittadino Venturina, associazione composta solo da volontari ed attivissima nell’organizzazione di numerose iniziative, possa sobbarcarsi il peso anche della sola apertura del museo.

Di più. I reperti conservati nel padiglione della fiera sono letteralmente ammassati. Occorrerebbe una organica catalogazione ed una adeguata sistemazione di tutto il materiale per renderlo fruibile. Ma neanche in questa direzione qualcosa si muove. Prova ne è che, come denunciammo in un articolo a novembre 2013, per giorni e giorni diversi pezzi del museo sono rimasti addirittura fuori del portone senza essere ricollocati all’interno dopo lavori di manutenzione al padiglione. Molte ruote di vecchi carri ed antichi attrezzi rimasti incustoditi all’intemperie ed alla mercé di possibili malintenzionati.

Fiorenzo Bucci – La Nazione 13.11.2015

Foto: La Nazione

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