Italia Nostra vuole le carte sulla cava di Monte Valerio

Italia Nostra vuole le carte sulla cava di Monte Valerio

La richiesta dell’associazione al Comune sulla scorta delle segnalazioni ricevute. Obiettivo: verificare le ragioni alla base della proroga della concessione alla Sales.

«Vogliamo vedere le carte». Questi i termini della richiesta della sezione livornese di Italia Nostra, l’associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale, alla sindaca di Campiglia Marittima Alberta Ticciati, al governatore della Toscana Enrico Rossi, al Soprintendente Andrea Muzzi e per conoscenza al Prefetto di Livorno Gianfranco Tomao.

La richiesta è del 19 febbraio e arriva in scia alle segnalazioni di chi abita a Lumiere per le polveri aerodisperse nel passaggio dei mezzi della cava di Monte Valerio e più in generale sull’attività estrattiva che fa capo a Sales Spa.

Il presidente della sezione livornese di Italia Nostra Claudio Carbone si rivolge alla sindaca. Sulla scorta delle richieste dei residenti vuole verificare «il rispetto delle prescrizioni previste per lo sfruttamento della cava e ala verifica dell’operato degli uffici preposti alle verifiche e ai controlli di legge, che stando alle segnalazioni sembrerebbero negli anni e ancora tutt’oggi, essere stati spesso disattesi, a presunto scapito del buon vivere e della salute dei residenti».

La questione è il rinnovo triennale concesso dal Comune di Campiglia Marittima a Sales Spa per completare l’estrazione dei volumi di materiale autorizzati nella cava di Monte Valerio sulla base del progetto approvato nel 2000. Poco meno di 3 milioni di metri cubi, in larga parte destinati a diventare massi da scogliera.

L’autorizzazione comunale è del 7 novembre: Sales potrà continuare a coltivare fino al 10 marzo 2023, rispetto alla scadenza fissata al 10 marzo 2020. Il provvedimento è arrivato sulla scorta della richiesta di Sales che motiva il rallentamento dell’attività di cava per la crisi economica del settore dell’edilizia e delle opere infrastrutturali. Tra l’altro, la società sta procedendo alla definizione di un nuovo progetto di coltivazione e del relativo procedimento di valutazione di impatto ambientale di competenza regionale per proseguire l’attività estrattiva nel sito di Monte Valerio.

«Un aspetto importante della vicenda concerne la quantificazione in maniera oggettiva e precisa del materiale estratto, sia nella forma di materia prima che di derivato, durante il corso della ventennale concessione – afferma Carbone – per giustamente monitorare nel tempo il raggiungimento del quantitativo autorizzato del quantitativo autorizzato nel periodo di concessione, che se fosse stato raggiunto, impedirebbe di fatto il rinnovo triennale concesso essendo stato basato su questo presupposto, sia per non incorrere nel rischio di danno erariale che deriverebbe dall’elusione del contributo di estrazione».

La sezione livornese di Italia Nostra chiede la documentazione degli ultimi venti anni agli uffici comunali competenti «come atto di trasparenza amministrativa e contabile». Una richiesta che viene avanzata nello spirito «non di portare avanti battaglie con le istituzioni locali, bensì di collaborare con esse per la risoluzione delle problematiche che i cittadini lamentano».

M.M. – Il Tirreno 1.3.2020

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