La Toscana del cemento – Una tutela forte dell’ambiente senza rinunciare agli investimenti – Scrive Rossana Soffritti

Il mondo cambia con grande velocità e quello che eravamo noi e le nostre città dieci anni fa non è più quello di oggi e fra dieci anni saremo ancora diversi e se le nostre scelte non sapranno stare al passo con i tempi, potremo solo dire di aver sbagliato. Custodire i beni e le identità del passato fa parte della nostra cultura politica, ma non possiamo che guardare al futuro alla ricerca di nuove opportunità affrontando i cambiamenti.

Se pensiamo alle nostre famiglie che, fino a non molti anni fa lavoravano nell’industria che pareva avere prospettive immutabili, oppure nell’agricoltura, legata alla conduzione familiare, che accoglieva molta mano d’opera femminile, ci si accorge che di quel tempo poco è rimasto, e quel che è rimasto ha dovuto cambiare radicalmente.

Si può pensare in maniera velleitaria di poter fare a meno di certi impianti, di certe attività, sperando che qualche altro territorio li ospiti, ma in realtà nessuno vorrebbe rinunciare a quello che ha conquistato. Allora la sfida non è vivere fuori dal tempo ma governare il proprio tempo.

Se nelle aree dedicate si investirà in produzione di qualità, nuove tecnologie, in ricerca, spazi dedicati alla produzione di energia pulita, il suolo occupato ci avrà restituito molto di più di quanto ci è stato tolto. Non ci siamo mai allontanati dalla convinzione che il suolo, l’acqua, il paesaggio vadano gestiti con grande rispetto, perché ci sono dati in forma limitata e abbiamo il dovere di lasciare il meglio alle generazioni future. Noi puntiamo sul lavoro, l’esaltazione delle vocazioni del paese, la tenuta delle società. Questo abbiamo fatto in questi anni, con scelte basate su una tutela forte senza rinunciare a investimenti e a progettualità innovative. E questo continueremo a fare.

Le nostre scelte urbanistiche verteranno sulla ricerca della miglior riorganizzazione urbana, sul recupero delle aree critiche creando le condizioni affinché alcuni insediamenti produttivi si trasferiscano nelle aree pip e le superfici liberate possano rinascere con funzioni nuove. La nuova città si proporrà con una migliore mobilità, con luoghi dedicati ai servizi meglio accessibili, con nuovi spazi dedicati alla socializzazione.

Ecco perché vogliamo dare un’opportunità turistica vera a Venturina col potenziamento del Parco termale in relazione con l’area dei laghetti risistemata e fruibile.

Alle volte leggiamo affermazioni intellettualmente poco oneste, perché è nostra e non di altri la scelta fatta col Piano strutturale di puntare sulla tipologia alberghiera pura e non consentire la previsione di nuove Rta, una tipologia robustamente presente nei Piani regolatori vigenti.

La stazione ferroviaria di Campiglia andrà adeguata con la creazione di servizi affinché possa rispondere a un ruolo di stazione di territorio per l’integrazione dei vari tipi di trasporto. E poi ancora il progetto di campus scolastico, il ripensamento dell’area fieristica di Venturina, la cura del centro antico di Campiglia.

Ciò che ci suona strano è l’atteggiamento di chi è stato per anni protagonista nelle scelte politiche del territorio e di chi ha progettato la Rta della Fonte di Sotto, oggi schierati contro, verrebbe da dire, se stessi.

Rossana Soffritti (candidato sindaco di Campiglia per “Campiglia democratica”)
16 maggio 2009

Il Tirreno

Risposta di Massimo Zucconi (candidato sindaco per «Il Comune dei Cittadini»)

L’onestà intellettuale presuppone, prima di tutto, che ci si attenga ai fatti. Alla candidata sindaco Rossana Soffritti, che forse non si è ben documentata, ricordo soltanto che nel 1995, da consigliere comunale di maggioranza, non ho votato il piano regolatore che prevedeva, tra l’altro, anche le residenze turistiche alla Fonte di Sotto. Quel gesto di dissenso fu per me assai doloroso, ma a distanza di anni ritengo di aver fatto la scelta giusta perché quel piano conteneva errori  che potevano essere evitati.

Errori che, peraltro, potevano essere corretti nelle tre legislature successive (14 anni), come molte altre volte è accaduto per scelte ritenute non più in linea con i tempi che cambiano.

Poco consona al ruolo istituzionale l’accusa al libero professionista che ha progettato la lottizzazione. Chi si è occupato di urbanistica dovrebbe sapere che una cosa è la decisione comunale sul “dove” realizzare un intervento (che precede il progetto), altra cosa è la successiva progettazione. L’arch. Carmilla ha ammesso pubblicamente di aver redatto il piano di lottizzazione su incarico dei privati (perché questo è il suo mestiere), ma di non condividere la scelta localizzativa compiuta prima dal Comune con il piano regolatore. Ritiene la candidata Soffritti che questo non sia un pieno e inalienabile diritto dell’arch. Carmilla e di qualunque altro professionista?   Per me lo è ed è bene che sia difeso (prima di tutto da chi si propone alla carica di Sindaco) per evidenti ragioni di libertà e di rispetto delle opinioni.

Nel merito delle scelte, mi auguro ci siano occasioni pubbliche di confronto per dare ai nostri cittadini elementi per decidere a ragion veduta alle prossime elezioni amministrative.

(parzialmente pubblicato su Il Tirreno del 19 giugno 2009)

16.05.09