La Val di Cornia ha i numeri. Ora si tratta di farli fruttare

Mare, borghi, percorsi artistici ed enogastronomici, crociere, parchi, musei, sport, musica. La Val di Cornia ha mille volti, in estate e in inverno. Con molte criticità però che vanno risolte.

 

Le sue spiagge, soprattutto nel mese di agosto, sono state prese d’assalto. Dal porto, nell’ultimo weekend, sono transitate 94mila persone, non sappiamo quante di queste abbiano fatto anche tappa in città, ma il numero è comunque alto.

Il parco archeologico di Baratti e Populonia, per il ponte di ferragosto, ha registrato un incremento di visitatori del 32% rispetto al 2016. Durante l’estate ci sono poi stati eventi come “Apritiborgo” a Campiglia e “Calici di stelle” a Suvereto, accompagnati dal ritorno di “Hottanta” a Piombino.

Il dibattito sulle potenzialità del turismo in Val di Cornia e sulla necessità di una differenziazione economica è di vecchia data. Le criticità ci sono. Si è parlato, ad esempio, delle proteste per l’orario ridotto di apertura di alcuni musei, della fila di difficile smaltimento per entrare in Piombino, della non facile reperibilità di mezzi pubblici e della segnaletica spesso non abbastanza chiara.

Tra gli addetti ai lavori, però, l’idea è sempre la stessa: puntare sul turismo e riuscire a renderlo una risorsa fruibile non solo nel periodo estivo, ma durante tutto l’anno. Un tale obiettivo richiede una programmazione di lungo periodo e un lavoro di concertazione tra le parti. Dunque se la direzione è questa, il percorso è tutt’altro che concluso.

«Stiamo cercando di lavorare per creare un’offerta che possa snodarsi su tutto l’anno – dice Stefano Ferrini, vicesindaco di Piombino e assessore al turismo – Ogni stagione ha il suo tipo di turismo e noi stiamo provando a differenziare le iniziative per proporre manifestazioni che abbraccino vari ambiti. Vanno in questo senso le proposte legate allo sport e alla mountain bike, ad esempio, così come la decisione di investire sul Carnevale e sugli eventi di Halloween.

L’impressione è che le manifestazioni di Piombino siano state partecipate, siamo dunque soddisfatti anche se dobbiamo migliorare. L’anno prossimo, ad esempio, cercheremo di avere un maggior riguardo per la parte più bassa della stagione estiva».

A quest’ultima dice di pensare anche Francesco Ghizzani Marcìa, presidente della Parchi Val di Cornia, il quale sottolinea che l’intenzione della società è quella di mantenere parchi e musei aperti e ricchi di offerte anche durante l’autunno e, in prospettiva, d’inverno. «Stiamo andando in questa direzione – afferma – Certamente non saranno mantenuti i medesimi orari dell’estate, ma ci stiamo lavorando, anche tramite la preparazione di un calendario di proposte che riguardano, nello specifico, la bassa stagione».

Una stagione che, se il tempo dovesse mantenersi così caldo e soleggiato, «potrebbe essere tranquillamente allungata – dice Fabrizio Lotti, presidente regionale Fiba, Federazione italiana imprese balneari, Confesercenti – Sulla Costa est quest’anno c’è stato un significativo aumento della richiesta di ombrelloni, soprattutto ad agosto, ma del resto dal 2000 al 2017 la domanda è incrementata e si è modificata di parecchio. Lo stesso non si può dire dell’organizzazione».

Secondo Lotti, infatti, per poter garantire nuovi impulsi all’area, ciò che serve è la realizzazione di un piano per la Costa est e decisioni chiare circa il destino della zona attorno alla centrale Enel di Tor del Sale, perché «ora come ora le cose sono identiche al passato. Non c’è un piano, non ci sono piste ciclabili e, per fare un esempio, i parcheggi sono rimasti uguali a quelli progettati tempo addietro.

Noi balneari possiamo, in prospettiva, pensare a soluzioni per tenere aperti gli stabilimenti tutto l’anno, ma serve una regia che sia in grado di trovare un modo per generare nuovi mercati, rendendo appetibile il nostro territorio anche in inverno».

Secondo Lotti, in breve, è necessario un lavoro unitario tra i Comuni, affinché questi siano in grado di superare i campanilismi tra paesi e possano mantenere una visione d’insieme sulle ricchezze che il territorio offre. «Serve programmazione, non pionierismo», conclude Lotti.

Claudia Guarino – Il Tirreno 23.8.2017