Lapide di Verrazzano: 9 anni dopo la caduta, avviato il progetto per il suo recupero

Il Comune ha affidato l’incarico alla restauratrice Barbetti. Prevista anche la sistemazione delle tabelle granducali.

Il Comune di Campiglia Marittima ha assegnato l’incarico per il restauro della cinquecentesca lapide staccatasi dalla cisterna che si trova di fronte al Palazzo pretorio, e delle ottocentesche tabelle con il raffronto tra gli antichi pesi e misure del Granducato di Toscana e quelli moderni collocate sulla facciata del Palazzo comunale. Se ne occuperà la restauratrice senese Gloria Barbetti che curerà sia la progettazione che i lavori di restauro.

L’impegno dell’amministrazione comunale, come si legge nella determina dirigenziale del 17 marzo relativa all’affidamento, è di 3mila euro. L’epigrafe staccatasi dalla cisterna e riporta la scritta “Alessandro Verrazzano figlio di Bartolomeo capitano e commissario pose l’anno della salvezza 1503”. Ed è una tra le lapidi più antiche di Campiglia.

Nel giugno del 2013 si staccò dalla cisterna di fronte a Palazzo pretorio, rompendosi in più parti. Furono alcuni soci del Comitato per Campiglia ad accorgersi dell’accaduto. I frammenti vennero subito raccolti e messi al sicuro. Il Comitato per Campiglia avvertì l’amministrazione comunale e consegnò il materiale agli operai del Comune. Ovviamente era necessario un restauro scientifico, motivazione alla base della richiesta che il Comitato inviò alla Soprintendenza.

Dopo un anno dalla caduta fu detto che i frammenti erano stati consegnati alla Soprintendenza per la dovuta ricomposizione e restauro. Ma quattro anni dopo della lapide ancora non si sapeva nulla. Tanto che il Comitato scrisse ai Carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale, affinché scongiurassero che il reperto fosse andato perso.

Anche l’amministrazione sollecitò la Soprintendenza, che nel 2016 mandò dei funzionari a fare un sopralluogo alla Rocca di Campiglia colpita dal fulmine, dovevano visionare anche la lapide ma dovettero ripartire con urgenza senza poterlo fare.

A novembre di quell’anno l’allora assessore alla Cultura Jacopo Bertocchi rassicurò il Comitato di essere in attesa dell’intervento della Soprintendenza.

Poi la lapide di Verazzano è passata nelle mani dell’attuale assessore alla Cultura e storico Gianluca Camerini. «In questi giorni – dice Camerini – sarà presentato il progetto in Soprintendenza che dovrà essere approvato prima di poter procedere al restauro. Non vediamo l’ora di vedere questi due importanti pezzi della nostra storia tornare al loro stato originale. Un pensiero particolare va alla memoria del nostro concittadino Giordano Rossi, memoria storica del paese e innamorato della sua Campiglia, scomparso proprio in questi giorni. Fu Giordano a fermarmi in strada una mattina per farmi notare che le lettere incise sui marmi delle tabelle dei pesi e delle misure erano diventate poco leggibili e avevano bisogno di una rinfrescata».

Annalisa Mastellone – Il Tirreno 4.5.2021

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