Le cave vanno avanti, i ripristini no

A proposito del Convegno che si svolgerà il 27 maggio a Livorno

Il prossimo 27 maggio si svolgerà a Livorno un convegno sul ripristino funzionale e paesaggistico delle aree di cava, organizzato dal Laboratorio del Paesaggio di Pisa e dalla Provincia di Livorno. Secondo gli organizzatori, “cave e paesaggio rappresentano da sempre gli opposti termini di un conflitto culturale e materiale che si combatte senza tregua sul territorio. Tante, troppe sono le tracce di questa contrapposizione che si avvertono come ferite o vere e proprie cicatrici in molti contesti ambientali.”

Al convegno interverranno anche il sindaco di San Vincenzo e un rappresentante del Comune di Campiglia Marittima, comuni dove le attività estrattive hanno deturpato oltre misura il paesaggio, danneggiando anche altre attività economiche come il turismo e i parchi, come ha sempre denunciato il Comitato per Campiglia. Probabilmente i nostri amministratori andranno a dire che qui tutto va bene, o addirittura che sono un modello da seguire, come spesso capita di fare ai nostri sindaci.

Invece le colline di Campiglia sono un cattivo esempio di gestione delle cave, con ripristini inesistenti o tardivi legati al mancato rispetto dei piani di coltivazione.

Si pensi al caso di Monte Valerio, dove la Sales ha svolto un’attività di cava sempre più invadente, autorizzata dal Comune di Campiglia, che ora non sembra più in grado di controllare efficacemente le operazioni: una larga ferita al paesaggio della Val di Cornia, assenza di ripristino ambientale, danno al patrimonio culturale con la distruzione delle antiche gallerie etrusche delle ‘Cento Camerelle’. E nel ventennio tra il 2000 ed il 2020 si prevede di scavare ancora 8 milioni di mc. d’inerti.

O si pensi alla maestosa cava della società Cave di Campiglia a Monte Calvi, dove perfino il Parco archeo-minerario di San Silvestro con la sua rocca medievale si ritrova assediata dalle cave che stanno voracemente distruggendo il monte e minacciando i beni culturali. Anche qui un grave ritardo dei ripristini con la connivenza del Comune, che anzi ha aumentato i quantitativi di calcare da estrarre. Solo recentemente, grazie alle ripetute denunce del comitato per Campiglia sono stati intrapresi alcuni ripristini e inerbimenti nella parte alta della cava. Il Comune ha assicurato che questa cava dovrebbe cessare nel 2018, ma i ripristini sono ancora un’inezia rispetto alla voragine.

Purtroppo la visione è rimasta solo economica con criteri obsoleti di un recupero ambientale affidato alla realizzazione arbitraria di improbabili tentativi di ripristini vegetazionali sulla roccia, su gradonate artificiali più o meno impattanti, che spesso servono solo ad estrarre di più, a fare più profitto. C’è bisogno di una maggiore subordinazione dell’attività estrattiva al più ampio interesse pubblico della qualità dell’ambiente e del paesaggio, cosa che a Campiglia finora non è avvenuta.

Comitato per Campiglia

25 maggio 2010

SULLA STAMPA:

«Cave, ferita aperta e i ripristini sono in forte ritardo»
Comitato per Campiglia attaca il Comune e le società minerarie

Sull’onda delle polemiche sui numeri di nuove edificazioni, scatenate dalla lista civica dopo l’adozione del nuovo regolamento urbanistico, si torna anche a parlare della questione delle cave rimasta sopita da diversi mesi.

È il Comitato per Campiglia a riprendere l’argomento giocando d’anticipo rispetto a un convegno in programma domani a Livorno sui temi del ripristino funzionale e paesaggistico delle aree di cava, organizzato dal Laboratorio del paesaggio di Pisa e dalla Provincia. Al convegno, da programma, interverranno anche il sindaco di San Vincenzo Michele Biagi e un rappresentante del Comune di Campiglia; comuni dove le attività estrattive sono presenti in modo robusto.

«Le colline di Campiglia – si afferma in una nota diffusa ieri dal Comitato – sono un cattivo esempio di gestione delle cave, con ripristini inesistenti o tardivi, legati al mancato rispetto dei piani di coltivazione. Si pensi al caso di monte Valerio, dove la Sales ha svolto un’attività di cava sempre più invadente, autorizzata dal Comune di Campiglia, che ora non sembra più in grado di controllare efficacemente le operazioni: una larga ferita al paesaggio della Val di Cornia, assenza di ripristino ambientale, danno al patrimonio culturale».

Il Comitato ricorda poi il caso della cava di calcare dove opera la società Cave di Campiglia, a monte Calvi. «Perfino il parco archeo-minerario di San Silvestro con la sua rocca medievale – si legge ancora – si ritrova assediata dalle cave. Anche qui – è l’opinione dei sostenitori del Comitato – un grave ritardo dei ripristini con la connivenza del Comune. Solo recentemente, grazie alle ripetute denunce del Comitato per Campiglia – si legge – sono stati intrapresi alcuni ripristini e inerbimenti nella parte alta della cava. Il Comune ha assicurato che questa cava dovrebbe cessare nel 2018, ma i ripristini sono ancora un’inezia rispetto alla voragine».

Il Tirreno 26.5.2010

«Le cave sono un cattivo esempio di gestione. Manca il rispetto dei piani di coltivazione»
Duro attacco del Comitato per Campiglia

«LE CAVE vanno avanti, i ripristini no». Lo sostiene il Comitato per Campiglia che oggi sarà presente al convegno che si apre a Livorno sul ripristino funzionale e paesaggistico delle aree di cava, organizzato dal Laboratorio del Paesaggio di Pisa e dalla Provincia di Livorno. Interverranno anche il sindaco di San Vincenzo e un rappresentante del Comune di Campiglia. «Probabilmente i nostri amministratori andranno a dire che qui tutto va bene, o addirittura che sono un modello da seguire – incalza il Comitato -.

Le colline di Campiglia sono invece un cattivo esempio di gestione delle cave, con ripristini inesistenti o tardivi legati al mancato rispetto dei piani di coltivazione.Si pensi al caso di Monte Valerio, dove la Sales ha svolto un’attività di cava sempre più invadente, autorizzata dal Comune: una larga ferita al paesaggio della Val di Cornia, assenza di ripristino ambientale, danno al patrimonio culturale. E nel ventennio tra il 2000 ed il 2020 si prevede di scavare ancora 8 milioni di mc. d’inerti.

O si pensi alla maestosa cava della società Cave di Campiglia a Monte Calvi, dove perfino il Parco di San Silvestro si ritrova assediata dalle cave. Il Comune ha assicurato che questa cava dovrebbe cessare nel 2018, ma i ripristini sono ancora un’inezia».

La Nazione 27.5.2010

Pubblicato su Corriere Etrusco 27.5.2010

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