L’ennesimo inchino al settore cave (Comune dei Cittadini)

L’ennesimo inchino al settore cave (Comune dei Cittadini)

Con l’approvazione della variante che prolunga le concessioni di tutte le cave a tempo illimitato e amplia il perimetro della cava di Monte Calvi si è conclusa un’altra desolante vicenda nel rapporto tra cave e interessi generali.

Sono state respinte tutte le osservazioni: quelle del Comitato per Campiglia, che proponeva maggiore tutela per il paesaggio  e quella dell’altra società estrattiva, la Sales, che lamentava disparità di trattamento tra le cava di Monte Valerio e quella di Monte Calvi.

Sono state disattese le previsioni del  piano strutturale del 2007 e anche le recentissime dichiarazioni del PD e della giunta Soffritti al momento della costituzione della società Rimateria. Allora dissero che le escavazioni andavano ridotte per consentire lo sviluppo di nuove economie nel settore del recupero dei rifiuti industriali. Ora difendono solo il lavoro che c’è nelle cave, sempre meno e con l’ausilio degli ammortizzatori sociali.  A nulla sono valsi i nostri ripetuti appelli ad affrontare in tempo il tema della riconversione di queste attività per creare altre opportunità di lavoro. Hanno preferito attendere colpevolmente il ricatto occupazionale, arrivato puntualmente, per compiere l’ennesimo cedimento senza pensare al futuro.

A noi sta a cuore l’occupazione, quella vera, non assistita, che guarda ai settori emergenti del recupero dei rifiuti, dell’ambiente, del turismo, del patrimonio culturale. Ci siamo sempre dichiarati disponibili al confronto responsabile sulle attività e sull’occupazione nella cave perché siamo ben consapevoli che le riconversioni hanno bisogno di tempo. Non abbiamo mai immaginato di abbandonare chi lavora in questo settore.

Di tutto questo alle amministrazioni in carica non è mai interessato nulla. Hanno solo atteso perché questa era la loro unica vera strategia: lasciare mano libera alle imprese estrattive.

Per giustificare quello che è l’ennesimo cedimento, la Sindaca non ha esitato neppure a gettare una pessima luce sulla sua amministrazione. Ha sostenuto che la variante era necessaria perché altrimenti non si sarebbero potuti fare i ripristini ambientali. Affermazioni false che evidenziano due gravi responsabilità politiche.

La legge impone, infatti, che escavazioni e ripristini ambientali debbano procedere di pari passo e che le imprese debbano garantire i ripristini con congrue fidejussioni. Se la Sindaca motiva così la variante, vuol dire che la sua amministrazione è venuta meno a due precisi obblighi di legge: i controlli sulle escavazioni e il mancato utilizzo delle fidejussioni da utilizzare in caso di inadempienza delle imprese. Probabilmente è vero, ma prostrarsi così per motivare una scelta indifendibile ci pare davvero troppo.

Comune dei Cittadini 

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