L’indifferenza e l’ignoranza del Comune per il patrimonio archeologico di Campiglia

Ieri autorizzava la costruzione di una pala eolica su un sito etrusco. Oggi realizza un percorso fitness sull’area di una villa romana.
PERSEVERARE È DIABOLICO…
Nel 2010 il Comitato per Campiglia denunziò il fatto che era stata realizzata una pala eolica in località Campiglia Vecchia, in un’area dove era nota la presenza di un insediamento etrusco dell’età del bronzo.
Dalla denunzia, per altro partita da una segnalazione allo stesso Comune della Associazione Archeologica Piombinese, scaturì una fitta corrispondenza tra Comune, Soprintendenza, Comitato per Campiglia che per altro non portò ad alcun provvedimento né di messa in pristino, né per quanto ci risulta, di apposizione di vincoli di tutela sull’area di Campiglia Vecchia, né tanto meno di un qualche approfondimento e ricerca.
Il Comune se ne uscì dichiarando di non avere alcuna responsabilità trattandosi di una Denuncia di Inizio Attività la cui responsabilità ricade solo su proprietari e progettisti. Inoltre il Comune dichiarò non essere compito suo individuare vincoli o altro e che nel controllo delle pratiche si limitava comunque a tenere conto solo delle aree ufficialmente vincolate e di quanto riportato dalle tavole conoscitive del patrimonio storico e culturale facenti parte del Regolamento Urbanistico.
Ne conseguiva che le indicazioni di ritrovamenti riportate nella Tavola delle conoscenze del patrimonio archeologico facente parte dell’Avvio del procedimento del Piano Strutturale della val di Cornia del 2004, non venivano minimamente prese in considerazione dagli uffici del Comune. Questa interpretazione fu sconfessata dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici che precisò l’obbligo di tenere conto non solo degli elaborati del Piano Strutturale ma anche di quelli facenti parte a qualunque titolo, del Piano Strutturale.
La Soprintendenza archeologica dopo un sopralluogo confermò l’intervento invasivo ma minimizzò dichiarando che non si erano prodotti danni al patrimonio archeologico (????)
Questa esperienza avrebbe dovuto come minimo insegnare agli Uffici Tecnici a controllare meglio quanto in suo possesso sul patrimonio archeologico del territorio e avrebbe dovuto forse spingere l’Assessorato alla Cultura ad interessarsi alla storia del territorio e a metterne in sicurezza certe parti, magari predisponendo varianti ad hoc con la stessa sollecitudine con la quale sono state accolte certe varianti di anticipazione di interesse del tutto privato.
Ma purtroppo il territorio è muto e il Comune è sordo a un certo tipo di sollecitazioni che sottendono interesse alla cultura e storia del paese che amministra e quindi si è ripetuto una seconda volta, dopo il caso della pala eolica, un perfetto esempio di dove porta l’ignoranza ed il disinteresse delle istituzioni politiche e delle strutture tecniche.
E’ il caso della nuova area fitness di Venturina che è in corso di realizzazione sull’area di una villa romana. Poiché la tavola SA3.2 delle conoscenze del patrimonio archeologico facente parte dell’Avvio del procedimento del Piano strutturale, riporta in quella zona l’indicazione di presenza di concentrazione di materiali archeologici di età romana, non è ammissibile un altro errore dello stesso tipo del 2010.
Questa volta non è un privato che realizza una pala eolica ma è il Comune che spende un sacco di soldi pubblici per un’opera per la quale si immagina una attenzione approfondita in sede di progettazione.
Invece niente! Evidentemente non solo non si conosce la cartografia ufficiale, ma neppure si pensa di raccogliere le notizie e le informazioni che vengono pubblicate. Se il Comune l’avesse fatto si sarebbe accorto che uno studioso locale, il dr. Gianluca Camerini, ha dato notizie dettagliate nel n. 12/2016 della rivista “Venturina Terme” sulla presenza di una villa romana, di tombe sempre dell’epoca imperiale e di resti dell’antica via Aurelia proprio là dove si spenderanno €. 430.000 per realizzare un’opera della quale non ci pareva ci fosse una grande richiesta popolare. (sul tema vedi anche Fedeli 1983).
È vero che le notizie non si sono ufficializzate in un vincolo pubblico, ma come minimo un Comune interessato alla tutela del patrimonio storico e artistico del territorio dovrebbe raccogliere tutte le notizie esistenti tramite l’Assessorato alla cultura e con un continuo aggiornamento proprio perché la conoscenza del territorio non deve essere congelata al momento dei piani ma deve essere un “work in progress”.
Comitato per Campiglia
Arch. Alberto Primi
Inizio dell’articolo di Gianluca Camerini in Venturina Terme:
Sulla stampa:
– La Nazione:
– Il Tirreno:
E’ difficile per me che non sono un addetto ai lavori e che non conosco a fondo tutte le tematiche e le implicazioni tecniche oggetto di questa disputa, fare un commento sulla vicenda. Occorre prendere per buono quello che si evince dagli articoli di giornale e dalle considerazioni di chi di tale materia si intende e cercare per quanto possibile di farsi un’idea in merito.
La prima considerazione che viene spontanea è che se le cose sono andate davvero così,evidentemente le esperienze e il vissuto per i nostri amministratori hanno ben poco significato. Dopo la pala eolica posizionata in una zona in cui è presente un insediamento etrusco dell’età del bronzo forse sarebbe stato meglio informarsi bene prima di ricadere in un errore analogo. Del resto capisco che non sia facile conoscere a fondo un territorio come il nostro, così ricco di storia e di arte, ma, a maggior ragione e proprio per questo, forse occorrerebbe documentarsi almeno di volta in volta prima di dare delle concessioni e di iniziare dei lavori che comportano spese talvolta anche ingenti.
Io non sono in grado di giudicare se la spesa prevista di 430.000 euro fosse il modo migliore di investire tale cifra né se la cittadinanza avesse proprio bisogno di un percorso fitness, credo di poter dire però che le cose andrebbero fatte con un poco più di, come dire, discernimento, in modo tale da individuare meglio le aree sulle quali investire e intervenire, cercando di non arrecare danni al patrimonio culturale e archeologico e allo stesso tempo, specialmente per un percorso sportivo che, immagino, verrà usufruito da svariate tipologie di persone, fare di tutto per riqualificare e mettere in sicurezza l’area che verrà usata e quella circostante.
Concludo dicendo e riconoscendo che il mestiere dell’amministratore pubblico non è né semplice né, specie negli ultimi tempi, molto popolare, ma da semplice cittadino devo ammettere che a volte ho la spiacevole sensazione che le cose vengano fatte un po’ così, tanto per fare, per dare l’impressione che bene o male qualcosa si sta facendo, senza quella passione e quella conoscenza che, se ben usate, eviterebbero il ripetersi ostinato degli stessi errori e non darebbero l’idea del “fare le nozze con i fichi secchi” anche se, come in questo caso, i fichi secchi sono rappresentati da una bella somma di denaro pubblico.
Luciano, con calma e signorilità hai centrato il problema, da cittadino , forse non informato , ma che ragiona… Grazie
come nel 2010… ancora una volta il comitato da campiglia è solo e contro tutti (Comune, Soprintendenza, Regione, ecc) nella crociata in difesa della cultura contro le invasioni barbariche… quanta umiltà…
quanta ignoranza !!