«Mare, natura e cultura» il tris vincente

«Mare, natura e cultura» il tris vincente

Fabrizio Lotti, presidente Fiba punta sulla Parchi e sul legame tra la costa e la Val di Cornia, «una terra che sa emozionare tra una passeggiata in spiaggia e un calice di vino»

Si definisce un «contadino della sabbia» e non è mai banale nelle sue analisi. Fabrizio Lotti da anni gestisce lo stabilimento balneare La Capannina, sulla Costa est, ed è presidente dei balneari della Toscana.

Sabato sera ha partecipato, alla Festa dell’Unità, al dibattito “Dagli Etruschi fino ai giorni nostri, il mare fra identità e nuova economia”. Anche in quell’occasione, ha ribadito il suo pensiero sul fronte del turismo balneare e del turismo più in generale.

Fabrizio LottiLa sintesi del Lotti-pensiero:
Puntare su quelle che sono le caratteristiche del nostro territorio, ovvero quella che lui definisce la «triade mare-natura-cultura». «Tutti guardiamo al mare come nuovo avvio di una economia per il nostro territorio e la nostra città» spiega Lotti, che parte dall’ampliamento del porto. «Non entro nel merito di quanto è stato fatto e delle potenzialità che si aprono non solo per l’aspetto legato all’industria – specifica – Anche per il turismo qualcosa si sta già muovendo. Le prime navi da crociera attraccano a Piombino e lasciano il proprio carico di turisti invadere la città e i comuni limitrofi che tanto hanno da offrire a un turismo sempre più alla ricerca di emozioni. Ma il mare non è solo porto, il mare è costa, il mare è turismo».

Nessuna competizione con le altre città turistiche.
«Quello del turismo balneare è un motore economico in crescita costante da molti anni – dice Lotti – che vede la Val di Cornia ormai allo stesso livello dell’isola d’Elba e della Val di Cecina come numero di presenze turistiche. Un motore economico dettato dalle molte imprese, anche nel nostro territorio, che con una conduzione spesso familiare hanno saputo sempre di più creare ricchezza. Una ricchezza che è andata piano piano a sostenere una parte della crisi dell’industria siderurgica degli ultimi anni.

Ecco quindi, se fino a oggi abbiamo saputo raggiungere un livello significativo nel turismo balneare, lo abbiamo saputo fare senza metterci in competizione con le altre realtà turistiche limitrofe. Follonica per fare un esempio è attrezzata per il turismo balneare di valenza urbana, l’Elba e l’Arcipelago hanno la loro unicità dettata dall’insularità, la Val di Cecina punta su un turismo balneare e familiare legato ai campeggi.

In questi anni in Val di Cornia abbia saputo valorizzare al meglio ciò che avevamo, ossia il mare legato alla cultura, il mare legato a un’identità forte derivata dal passato legato agli Etruschi, una identità che, abbiamo tralasciato o peggio, cancellato. Negli ultimi anni però abbiamo saputo coniugare questi elementi, fonderli, metterli a sistema e questa è la nostra carta vincente».

Costa est2

Perché il nostro mare.
«Insomma – prosegue Lotti – voglio dire che il mare c’è ovunque, il mare bello, pulito, con spiagge ampie, golfi e insenature mozzafiato, falesie con incastonati piccoli villaggi di pescatori. E allora mi chiedo: perché un turista viene in questa parte di Maremma? Perché trova un territorio ben conservato da un punto di vista paesaggistico, un territorio che ha raggiunto un equilibrio tra conservazione naturalistica e servizi balneari, un territorio che può offrire una miriade di cose da fare, da vedere e da scoprire, provando sempre emozioni diverse».

Costa Est

La Val di Cornia.
«Ma sono anche convinto – aggiunge – che molti turisti sono affascinati, oltre che dal mare, dagli elementi materiali e immateriali di un antico popolo, che riesce a riscontrare in ogni dove. Ecco qui il legame e la particolarità della Val di Cornia, una triade oramai chiara e definita: turismo, natura e cultura. Un territorio, una costa, salvaguardati dal cemento; spiagge con pinete e dune ancora allo stato naturale; un sistema di parchi archeologici, minerari e naturalistici contornati da musei e centri storici medievali; il termalismo; una cultura enogastronomica di alto pregio; le cantine con vini da sogno. Tutti questi elementi sono uniti da un collante che è il nostro passato di terra antica, che ancora oggi sa dare emozioni, con una semplice passeggiata sulla spiaggia al tramonto o con un calice di vino sotto un arco medievale».

L’importanza della Parchi.
Lotti ritiene importante il ruolo della Parchi Val di Cornia, «società con la quale la nostra associazione ha lavorato in stretta sinergia su molti fronti. Possiamo dire che siamo cresciuti insieme, condividendo gli stessi obiettivi. Non nascondo che ci sono stati anche dei problemi ma derivavano dal passato ormai remoto, dove tutti abbiamo pagato il prezzo di un territorio immaturo per il turismo.

Mi preme ricordare un esemplare lavoro realizzato in questi anni dalla Parchi e dal Consorzio dei balneari della Costa est, per il quale siamo stati chiamati a relazionare in diversi convegni a livello nazionale e che sempre più si cerca di mutuare come buona pratica in molte parti d’ltalia. Alcuni anni fa la Parchi ha organizzato un corso di formazione per tutti gli operatori che intervenivano sulla duna e sulla spiaggia. Tra questi i guardiaparco, il personale degli stabilimenti balneari e gli operatori ecologici. Dopo quel corso gli operatori balneari hanno modificato il loro approccio con l’ambiente. Siamo tutti cresciuti, attraverso una nuova consapevolezza che ci pone oggi a essere le prime sentinelle del parco e della spiaggia perché crediamo che la qualità della spiaggia e del contesto in cui è inserita sia il valore aggiunto delle nostre imprese.

La Capannina costa est

Non serve avere un bellissimo stabilimento balneare se intorno ho una spiaggia devastata dai rifiuti e da condizioni ambientali fortemente impattate dall’azione antropica e dal degrado. In questi anni le collaborazioni con i Comuni e con la Parchi, ma anche con gli altri enti specie nei Tavoli per Bandiera blu, hanno dato ottimi risultati. Dobbiamo continuare così, senza copiare modelli non consoni alle nostre realtà ma valorizzando ciò che abbiamo. Possiamo farlo se continuiamo a conservare il territorio, il nostro paesaggio e le nostre spiagge senza rinnegare noi stessi e se riusciamo a declinare tutto questo patrimonio con la nostra storia e la nostra cultura».

Il Tirreno 5.9.2016

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