Minaccia su Baratti – Il Centro velico cerca una casa

Convocata un’altra assemblea per provare a coniugare gli interessi del Comune e delle diverse anime del Cvp
I soci del Centro velico di nuovo in assemblea. Il progetto del villaggio della vela a Baratti caldeggiato da una parte del consiglio e, in contemporanea, l’intenzione del Comune di sfrattare l’associazione dalla sede di piazza Bovio per poi assegnare l’area in concessione, stanno animando la discussione interna. Perché unanimità non c’è.

Da qui, la necessità di riconvocare gli associati in forma straordinaria, dopo l’incontro analogo di qualche giorno fa, durante il quale si è deciso di sondare anche altre soluzioni. Soluzioni che potrebbero coniugare gli interessi di chi punta su Baratti e di chi punta sul mantenimento del sito storico. E del Comune, che sostiene di volere servizi e decoro sotto piazza Bovio.

Prossimo appuntamento per i soci, il 28 novembre.

Un freno alla possibilità di aumentare le volumetrie necessarie a trasformare, a Baratti, la scuola di vela attuale in qualcosa di più consistente, su due piani, è contenuto nel piano strutturale d’area. Al suo interno, l’intera pineta è considerata alla stregua dell’area di scavo. Eventuali variazioni, dunque, sono legate ai pareri della Regione e della Sovrintendenza.

Resta il fatto che su un’area di grande delicatezza paesaggistica, naturalistica e archeologica, alle prese con problemi pesanti di erosione, aleggiano diversi progetti, comunque destinati ad avere effetti non secondari sull’assetto e pure sulla disponibilità della spiaggia.

Oltre che per il cosiddetto villaggio della vela, zone riservate sono legate all’ipotesi del cosiddetto albergo dei Vip, al Casone.

Idem per gli ospiti del villaggio turistico in costruzione a Poggio all’Agnello. Tutti fattori che diminuiranno il litorale libero a disposizione. E rischieranno di ingolfare ancora di più la spiaggia residua e la viabilità, tutt’altro che ottimale.

«Non solo: su Baratti aleggia anche la previsione di un vecchio piano regolatore, quello del 1994», ricorda il capogruppo Udc, Luigi Coppola. In quel piano è indicato l’accorpamento di diverse volumetrie sparse, con il carico aggiuntivo di 800 metri cubi.

«Un’altra spada di Damocle sul futuro di un’area che tutti affermano di voler salvaguardare ma che invece pare essere oggetto di aspettative diverse», prosegue Coppola. Che aggiunge: «In attesa di conoscere i contenuti del piano particolareggiato che il Comune si è impegnato a completare velocemente, possiamo solo dire che meno si mettono le mani su Baratti e meglio è».

Infine, secondo Coppola, se davvero si vorrà chiederne l’inserimento nel patrimonio Unesco, la cautela è un parametro più che mai obbligatorio.

V.P.

12 novembre 2009

Il Tirreno